Quelle qualità umane che hanno reso Roberto Valastro un grande poliziotto
Di Piero Minei
Roberto Valastro, fraterno amico dell’adolescenza e di una vita. Cresciuti insieme nella martoriata Ionica Reggina degli anni ’90. Due grandi ideali ci univano: il desiderio di giustizia e la voglia di libertà. Ci conoscemmo durante l’estate l’estate del 1991, io avevo 10 anni e lui 13. Le nostre passioni comuni erano i pastori tedeschi, la natura selvaggia, le invenzioni strampalate e mai portate a termine dentro la falegnameria del suo caro padre. Con lui e con i nostri cani abbiamo perlustrato ogni angolo del territorio di Brancaleone, ogni antica fortezza, ogni vecchio frantoio, ogni sentiero e finanche i fondali marini. Estati bellissime, spensierate, trascorse a fare scherzi agli ospiti del Villaggio Vacanze Altalia… quante risate. Nottate d’estate trascorse a guardare il cielo sugli altipiani di Pressocito, inverni passati a esplorare ogni centimetro di territorio. Abbiamo costruito rifugi, muri a secco, piantato alberi, curato animali e tante altre belle cose. Ricordo il grande incendio del ’94 che devastò le montagne attorno a Brancaleone, io, lui, e altri amici ignari dei pericoli a cercare di aiutare gli abitanti di Pressocito. Abbiamo trascorso intere giornate di pesca rientrando a tarda sera… (oh, schiaffoni di mio padre!). La domenica mattina, prestissimo, aiutavamo i pastori a cuocere la ricotta e poi ci abbuffavamo insieme a loro. Eravamo ragazzini spensierati. Con una certa presunzione posso affermare che siamo stati i primi escursionisti di Brancaleone. I miei genitori erano disperati per le nostre sparizioni… La sua presenza per loro era comunque una garanzia, perché mentre io ero compassionevole con tutti, lui no. Le anime le distingueva in bianco candido oppure in anime nere. Nessuno spazio alle sfumature; Roberto era così. Corretto, giusto, rispettoso delle regole e delle libertà altrui. Queste sue caratteristiche umane, l’hanno fatto diventare un professionista di fiducia dello Stato. Il tempo e il lavoro ci hanno fatto stare lontani, ma l’affetto reciproco è sempre rimasto immutato. Mi chiamò, qualche giorno fa, per salutarmi, e ci siamo ricordati alcuni episodi degli anni scorsi. Abbiamo riso di cuore e ci siamo salutati con l’impegno di rivederci appena possibile. Roberto lascia improvvisamente questa vita ingiusta, allo stesso modo in cui l’ha vissuta; sdraiato in una splendida spiaggia del nostro amato Mare Ionio, baciato dalla pioggia, accompagnato oltre dal suono delle onde, libero e sereno. Mi mancherai tanto fratello mio, ci ritroveremo in un’altra vita a esplorare e a prenderci cura di qualche altro angolo sperduto di al di là, esattamente come abbiamo fatto nella nostra amata Brancaleone.