Il parallelismo tra giorno celeste e giorno terrestre
Di Benedetto Correale Santacroce
Scrivo quanto segue alle 2:00 di lunedì 15 gennaio 2018: dopo essere stato qualche ora nel mondo dei sogni mi sono svegliato e, dalla profondità della mia Anima Divina e Immortale, nella meditazione profonda, mi è stato suggerito di approfondire il parallelismo tra il giorno celeste (o giorno cosmico) di 24.000 anni e il giorno terrestre di 24 ore.
Il guru Indiano Sri Yukteswar, autore del libro La Scienza Sacra, edito da Astrolabio, dimostra con dovizia di particolari che la precessione degli equinozi si compie in 24.000 anni e non, come sostiene l’astrofisico Filippo Frontera, dell’università di Ferrara, in circa 25.772 anni. Nel libro La Scienza Sacra viene infatti spiegato che il ciclo astronomico di 24.000 anni si suddivide in due cicli di 12.000 anni ciascuno, uno discendente, e l’altro ascendente. Ognuno di questi due cicli, a loro volta, sono suddivisi nel Kaly Yuga di 1.200 anni, nel Dwapara Yuga, di 2.400 anni, nel Treta Yuga di 3.600 anni, e nel Satya Yuga di 4.800 anni.
1.200 + 2.400 + 3.600 + 4.800 = 12.000. Il grafico di questi cicli è contenuto nel libro di Yukteswar, dove si sostiene che un’ora del giorno terrestre equivale a 1.000 anni del giorno celeste.
Ma la mia ragione, quella che guida noi esseri umani, rende difficile accomunare un’ora del giorno terrestre a 1.000 anni del Giorno Celeste.
Foto: focus.it