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Costume e SocietàLetteratura

La leggenda di Iside e Osiride

Templari - Alla ricerca del Libro dei morti VIII

Di Francesco Cesare Strangio

Il Barone di Altavilla riprese a leggere ad alta voce quanto leggeva sulla pergamena: «Una volta che Osiride fu entrato nello scrigno, Seth e i suoi complici serrarono il coperchio e lo gettarono nel Nilo. Ebbero così inizio le peregrinazioni di Iside alla ricerca del corpo del fratello e marito. Durante uno dei suoi viaggi, Iside venne a sapere che lo scrigno era stato gettato nel Nilo e poi trasportato dalla corrente fino al mare. Il racconto ci porta a Biblo (oggi chiamata Jbeil), ove lo scrigno di Osiride si era arenato contro un cespuglio. Quest’ultimo, come per incanto, si trasformò in un’acacia, inglobando nel suo tronco lo scrigno stesso. Il re di Biblo, vedendo l’albero di acacia, lo fece tagliare e ne ricavò una colonna per il suo palazzo. Iside giunse a Biblo, ove tutte le notti si trasformava in una rondine e svolazzava attorno alla colonna emettendo un triste lamento. Riuscì a diventare la governante del figlioletto del re, ottenendo in dono lo scrigno. A quel punto lo aprì e tentò, senza riuscirvi, di rianimare il corpo di Osiride. Fu in quella occasione che venne fecondata dallo sposo, quando, trasformatasi in un falco, fece vento con le ali sul corpo senza vita del consorte.
«Nascose la bara a Buto, in un luogo paludoso. Il nascondiglio si dimostrò poco sicuro, perché fu scoperto dal fratello Seth, durante una battuta di caccia. Seth lacerò il corpo di Osiride in quattordici pezzi, che poi disperse. Iside, da quel momento, iniziò un’affannosa ricerca per ricomporre il corpo del compagno. Recuperò tredici pezzi, tranne l’ultimo, il quattordicesimo, che era il membro virile, mangiato dall’ossiringo del Nilo. In ognuna delle città dove furono recuperate le parti del corpo di Osiride sorse un tempio.
«Ricomposto il corpo di Osiride provò di ridargli la vita. Il tentativo riuscì, ma non completamente, perché Osiride ricominciò a regnare ma non più sulla terra, bensì oltre l’Occidente, dove tramonta il Sole, l’oltretomba. Dopo l’uccisione di Osiride, l’opera malvagia di Seth non si concluse ma continuò contro Iside, che venne rinchiusa in carcere da dove, in seguito, riuscì a evadere. Con lei si allearono sette scorpioni che altro non erano se non sette Dee guardiane».
Nella stele di Mettermich, risalente al 370 a.C., Iside parla delle compagne: «I due scorpioni Tefen e Befen erano dietro di me; Mestet e Mestetef erano ciascuna ai miei lati; Petet, Thetet e Matet mi precedevano per prepararmi la strada». Queste Dee guardiane punirono una donna che rifiutò alloggio a Iside, dando fuoco alla sua casa; Iside tuttavia, turbata dalla disperazione della donna, fece piovere, spegnendo così l’incendio.


Edil Merici

A questo punto, la donna la riconobbe come Dea e decise di darle aiuto.
Iside, a volte, era chiamata lo scorpione di Behdet soprattutto insieme a Horus di Edfu. Selkis (o Selqet o Serket) era un’altra dea scorpione vicina a Iside.
In una sua rappresentazione, la si vede raffigurata come una donna sfinge con corpo di scorpione, coda arcuata al di sopra del corpo e testa coronata con le corna e con il disco lunare di Iside. La dea Iside-Selkit è un aspetto estremamente protettivo della dea; tuttavia, sotto queste sembianze, ha una natura piuttosto irascibile.I Cavalieri fecero più volte ritorno in quel sito, finché non ultimarono la loro opera di traduzione e di trascrizione dei geroglifici del tempio che narravano la storia e la gloria del Faraone Nemes. Tutto era scrupolosamente riportato con dovizia di particolari, ma non vi era alcuna indicazione che citasse il Libro dei Morti. Il capo villaggio era un uomo con una straordinaria conoscenza della storia delle varie dinastie, appresa, a suo dire, attraverso la tradizione orale.
Venuta meno la luce dell’astro celeste, i Templari si recarono dal vecchio saggio che li invitò a cenare con lui. Il Barone non vedeva l’ora di aprire il discorso sulla leggenda di Osiride. Il capo villaggio ascoltò attentamente quanto raccontò il Barone. Finita la narrazione, seguì un lungo e inaspettato silenzio. Da fuori provenivano le varie voci del deserto, tra cui, favorito dalla luce della luna, il lamento delle iene. Tutto era intriso di mistero e di magico. Dopo un lungo e interminabile silenzio che sembrava l’apoteosi dell’eternità, il vecchio prese a parlare richiamando l’attenzione dei presenti sul racconto del Barone. Volle mettere l’accento su una imprecisione a riguardo la fecondazione di Iside. Il concepimento non avvenne per lo sbattimento delle ali del falco, ma per un evento più materiale che spirituale. Incuriositi, gli chiesero di svelare quanto sapesse. Il vecchio esitò un istante e poi iniziò il racconto: «Quando Iside andò alla ricerca dei quattordici pezzi del marito Osiride, ne trovò solo tredici, il quattordicesimo lo mangiò l’ossiringo del Nilo. Cosa fece Iside per ovviare a un così grave inconveniente? Sostituì il fallo virile di Osiride con un fallo in oro e così avvenne la fecondazione di Iside, da cui nacque Horus. Questi, successivamente, vendicò il padre Osiride, uccidendo Seth. Quanto vi racconto, viene confermato dai geroglifici della casa Reale; domani ve li farò vedere.»

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