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Claudio Baglioni incanta Reggio Calabria con il suo “Dodici note soltanto”


Edil Merici

Di Giuseppe Giarmoleo

Si è concluso il tour calabrese di Claudio Baglioni, composto da tre concerti in altrettanti teatri della regione: Cilea di Reggio Calabria, Politeama di Catanzaro, Rendano di Cosenza. Come da tradizione, grande entusiasmo da parte dei fan, che avevano prenotato tutti i posti disponibili già da molto tempo. Solo una piccola parte del popolo baglioniano, infatti, ha trovato posto, considerati gli spazi di un teatro, di certo insufficienti a contenere il pubblico accorso per un artista che riempie gli stadi, nonostante la capienza fosse del 100%. Le tre date calabresi fanno parte di un grande tour che toccherà tutta l’Italia e che prevede una settantina di concerti: un percorso faticoso, come ha evidenziato nel corso del concerto reggino lo stesso Baglioni, ma che gli consentirà di cantare nei più prestigiosi teatri italiani. Il cantante del Piccolo grande amore non si è impegnato in questa faticosa avventura, dopo cinquanta anni di successi, per presentare un nuovo album, ma ha voluto questo particolare concerto Dodici note solo, con un preciso obiettivo che ha così riassunto:

Rianimare le nostre vite con la musica, dopo il lungo, difficile e doloroso silenzio imposto dalla pandemia per ritrovare noi stessi, il senso del nostro cammino e dello stare insieme. Le dodici note, l’alfabeto del più universale, profondo e poetico dei linguaggi, costituiscono la chiave per comprendere noi stessi, gli altri e rendere il futuro una casa bella, luminosa, aperta e finalmente degna di essere abitata. Aveva ragione quel filosofo che sosteneva che la vita, senza musica, sarebbe un errore. La ripartenza del nostro Paese, allora, significa anche rimediare a questo “errore”, ritrovarsi e ritrovarci, grazie all’energia del più potente social network della storia dell’umanità: la musica.

Un obiettivo pienamente raggiunto, a giudicare dal coinvolgimento del pubblico, che ha accolto e seguito Baglioni come fosse un amico caro che ti accompagna, da tempo, nella vita. Anche a Reggio, come abbiamo potuto vedere in modo diretto, Dodici note solo non è stato un concerto che ha cercato di stupire, di fare spettacolo, questa volta non vi erano altri musicisti o coreografie, ma sul palco, per tre ore, Baglioni ha cantato da solo accompagnandosi con uno dei tre pianoforti presenti nell’essenziale palcoscenico. I tre pianoforti, ha raccontato, rappresentano le tre fasi del tempo: il passato, il presente, il futuro. Per tre ore ha retto la scena, da solo, tra dialoghi con il pubblico ed eseguendo le canzoni di sempre, a volte cantate da tutto il teatro. La Calabria ha vissuto tre grandi feste secondo una dimensione intimista, molto diversa dai concerti che ha tenuto in passato nei Palasport: in questo caso la presenza fisica ed esistenziale del cantante è stata di una centralità assoluta, qualcosa che ha aiutato ad andare all’essenziale del legame che Baglioni ha costruito con le diverse generazioni dei suoi fans. Un legame particolare che non nasce solo dal desiderio di ascoltare buona musica, di far festa, ma dal carisma poetico di Baglioni che riesce a evocare, illuminando di luce nuova, scene e oggetti di vita quotidiana che diventano simboli capaci di suscitare vissuti esistenziali densi di emozioni e ricordi. L’InCantautore, come viene anche apostrofato, ha scelto di incantare puntando sul valore delle sue interazioni con il pubblico e delle parole dei suoi testi, accompagnate dalle note del pianoforte. Le tre ore sono volate senza registrare momenti di stanchezza, ma con l’inevitabile dolore della conclusione. Un buon numero di fan lo ha atteso all’uscita per un ulteriore saluto. Mentre eravamo in attesa abbiamo raccolto il commento di Mari:

Il concerto è stato un gioiello unico nel suo genere. Seguo Claudio da più di 40 anni e ogni concerto è speciale, unico, perfetto. Lui sa entrare sempre nei nostri cuori, direi che sa offrire quello di cui abbiamo bisogno nel momento in cui ne abbiamo bisogno. Sa sempre essere in sintonia con i tempi, con le persone. In questo momento ci ha fatto un regalo straordinario. Un concerto che ci ha fatto sentire in famiglia.
Ha interagito, scherzato, parlato tanto; è stato con noi non solo con tre ore di musica meravigliosa ma anche con tutto sé stesso: ci ha coccolati forse perché, dopo 2 anni pesanti di assenza, avevamo bisogno di piccole cose preziose per riempirci il cuore e l’anima. E ne aveva bisogno anche lui. Claudio è uno dei pochi e per quello che mi riguarda, forse l’unico artista capace di darsi veramente, con il cuore. Grazie, immenso Claudio, il tuo concerto è stata una carezza, un balsamo per il mio cuore, ma immagino anche per tutti quelli che, come me, ti amano.

Claudio ha lasciato Reggio accompagnato dal caloroso saluto dei suoi ammiratori, mentre si era già nel nuovo giorno con la speranza che presto possa esserci un giorno nuovo.


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