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Caro bollette: i pro e i contro di un “Energy Cap”


Edil Merici

Di Matteo Bono

Il tetto massimo sul prezzo del gas è uno degli strumenti che è preso in considerazione per ridurre l’attuale caro-bollette che sta colpendo il nostro Paese. I prezzi di gas e luce hanno raggiunto dei livelli talmente alti rispetto ai mesi precedenti che è necessario un intervento statale per limitare il più possibile l’aumento delle bollette per i cittadini.
Il prezzo ha superato di quattro volte quello dello stesso periodo di un anno fa, prima dell’aumento. Molte forze politiche chiedono insistentemente al Governo di implementare una soluzione di questo tipo.
Ma in cosa consisterebbe l’introduzione di un tetto massimo sui prezzi dell’energia? Il Governo potrebbe stabilire un tetto ai prezzi di luce e gas per impedire ai fornitori di aumentare ancora il prezzo e trarre vantaggio dalla situazione. Il meccanismo con cui ciò può essere implementato è ancora da delineare, ma potrebbe portare a un avvicinamento dei prezzi del mercato libero a quelli del mercato tutelato, determinati dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che sono solitamente superiori.
Si ricorda, inoltre, che tale misura andrebbe a interessare solo i clienti del mercato libero, in quanto il mercato tutelato viene già regolamentato e indicizzato dall’ARERA ogni trimestre.

L’aumento dei prezzi dell’energia

I prezzi sono aumentati notevolmente ed ormai è chiaro. Il costo in kWh dell’energia è aumentato esponenzialmente (essendo essa in larga parte prodotta dal gas) arrivando a raggiungere per il mercato tutelato il prezzo di 0,35485 €/kWh, mentre nello stesso trimestre di un anno fa toccava a malapena gli 0,07325 €/kWh. Un incremento di più del 350% che colpisce tutti i consumatori.

Quali forze politiche chiedono il tetto massimo per il prezzo dell’energia?

Di fatto, quasi tutte le forze politiche, sia di maggioranza, sia di minoranza, stanno al momento mettendo pressione al Governo per implementare un tetto massimo per il prezzo dell’energia. Da Partito Democratico a Lega, da Movimento 5 Stelle a Fratelli d’Italia, tutte le maggiori forze politiche chiedono al più presto un intervento per limitare l’aumento dei prezzi dell’energia.
Ciò che cambia tra le diverse forze politiche è il metodo. Lega e M5S, ad esempio, chiedono uno spostamento di bilancio, andando a modificare la legge che è stata approvata a fine 2021. Il PD, invece, ha una posizione più rigida a riguardo, seppur i suoi rappresentanti non si siano espressi contro a questa formula.
Un possibile cambiamento della Legge di bilancio potrebbe andare a complicare la crescita che si stava programmando, reindirizzando alcuni fondi destinati ad altri progetti o riducendo, più in generale l’avanzo di bilancio.
Ancora in dubbio è una possibile intesa a riguardo a livello comunitario, anche se pare essere sempre più complicata.

Quali sono gli scenari futuri

L’introduzione di un tetto per l’energia viene in questo momento valutata da molti stati europei. Il Regno Unito sta infatti implementando in questi giorni un decreto per poter impedire che i prezzi aumentino ancora per i cittadini del Paese.
Nell’Unione Europea, invece, gli stati a favore sono Francia, Grecia, Italia, Polonia e Spagna, che riscontrano tuttavia l’opposizione di Germania e Paesi Bassi.
Mario Draghi, di conseguenza, è tornato a mani vuote dal Consiglio Europeo, in cui non si è riuscito a raggiungere un accordo per porre il limite al prezzo dell’energia elettrica e del gas.
Un duro colpo per il nostro Paese e per molti altri in difficoltà, perché rende necessaria una soluzione con fondi domestici. La Spagna, invece, con il primo ministro Pedro Sanchez ,è stata capace di adottare misure eccezionali per ridurre i prezzi dell’elettricità per i consumatori con degli aiuti da parte dell’Unione.
Nel futuro prossimo, l’Italia, costretta alla ricerca di fondi per porre un limite a questa crescita incredibile di prezzi, pensa a ridurre l’illuminazione urbana, imporre limiti sul riscaldamento, sull’export delle materie prime e, più in generale abbassare le tasse sull’energia.

Quanti fondi sono già stati destinati

Nel nostro Paese scatta quindi la caccia ai fondi da destinare a questa soluzione. Le alternative sono, nonostante tutto, piuttosto limitate a causa dei grandi sforzi fatti nei mesi precedenti in questa direzione. Sono infatti già stati stanziati 16 miliardi di euro in diverse forme:

  • taglio dell’Imposta sul Valore Aggiunto sul gas al 5%;
  • azzeramento degli Oneri di Sistema;
  • rafforzamento dei sussidi energetici;
  • credito di imposta sulla bolletta di luce e gas.

I residui di bilancio dovrebbero essere aggiunti a questi finanziamenti, ma sono circa 4/5 miliardi di euro e potrebbero non essere sufficienti a far fronte a un vero e proprio tetto massimo dei prezzi, che renderebbe pertanto necessario trovare altri fondi da sottrarre ad altri progetti in cantiere per il 2022.

Fonte: energia-luce.it
Foto:
oglioponews.it


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