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Aldo Canturi: “La pretesa di annullare le elezioni ha gettato discredito su tutta la comunità”

Di Aldo Canturi

La lettura dell’articolo apparso su un’importante testata giornalistica ha determinato in me una grande sorpresa accompagnata, in tutta sincerità, a una profonda amarezza.
Tali stati d’animo mi impongono alcune riflessioni che ritengo opportuno condividere con tutta la cittadinanza del Comune di Bianco.
Durante lo svolgimento del mio primo mandato, a cui è seguita la riconferma avvenuta nelle elezioni del 20 e 21/09/2020, successivamente annullate dalla sentenza del Consiglio di Stato, ho sempre avuto, come mio principale obiettivo, l’interesse di tutti i componenti della comunità da me amministrata. Nell’espletamento della carica di sindaco, mi sono sempre messo a disposizione dei cittadini, impiegando al fine di svolgere al meglio il mio mandato, tutte le mie forze.
Il compito che mi era stato consegnato dagli elettori ha avuto una brusca interruzione allorquando, nel mese di agosto 2021 e, quindi, nel pieno della stagione estiva, è stata depositata la sentenza del Consiglio di Stato.
Tale decisione, del tutto inaspettata, ha completamente stravolto quanto precedentemente e correttamente stabilito dalla sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria – Sezione Staccata di Reggio Calabria.
Infatti, la sentenza del TAR aveva plasticamente evidenziato – e ciò a seguito delle verifiche effettuate dal vice Prefetto – la corretta assegnazione di tutte le schede ai due schieramenti e, di conseguenza, la regolarità dello svolgimento delle operazioni elettorali; anzi, addirittura, in sede di verifica, si era riscontrato che una scheda valida non era stata assegnata dal seggio al candidato Marte e, quindi, alla coalizione da me guidata.
Pertanto, secondo le verifiche, il divario tra le due liste era anche superiore rispetto a quello certificato dai verbali elettorali.
Purtroppo, la corretta decisione del TAR non è riuscita a placare gli animi di alcuni appartenenti alla minoranza uscita sconfitta dalle elezioni amministrative.
Infatti questi ultimi, nonostante la sentenza del TAR fosse stata preceduta da un’attenta verifica dei risultati elettorali, hanno ritenuto di proporre ricorso al Consiglio di Stato chiedendo l’annullamento delle elezioni e questa volta insinuando, addirittura, che nello svolgimento delle operazioni elettorali, i componenti di alcun dei seggi, con la complicità dei rappresentanti di lista, avessero posto in essere, al fine di modificare il risultato elettorale, il cosiddetto sistema della scheda ballerina.
Non è superfluo evidenziare che siffatta insinuazione non ha fatto altro che gettare discredito su un’intera comunità al solo scopo di ribaltare un chiaro e netto risultato elettorale.
Infatti, tale sistema della scheda ballerina consiste nel consegnare (fuori dall’urna) all’elettore una scheda vidimata e illecitamente ottenuta dopo averla già compilata mentre l’elettore, che tale scheda ha deposto nell’urna, dà all’uscita del seggio al soggetto interessato quella ancora intonsa che il seggio gli ha consegnato. Quest’ultima verrà riconsegnata compilata ad altro elettore, che a sua volta ne restituirà una bianca. In questo modo, grazie a una sola scheda vidimata di cui non risulti la sorte, viene controllato e pilotato l’esercizio del diritto di voto. Il Consiglio di Stato, sulla base della documentazione presente in atti, ha ritenuto infondate le motivazioni inerenti il presunto utilizzo della cosiddetta scheda ballerina accogliendo, però, le motivazioni secondo le quali alcuni degli elettori non avevano diritto al cosiddetto voto assistito.
Orbene, la verifica sulle schede, che ha certificato la correttezza dei risultati elettorali, avrebbe dovuto condurre parte della minoranza a non proporre ricorso al Consiglio di Stato che, a questo punto, si proponeva il solo ed evidente scopo di ottenere l’annullamento delle elezioni comunali.
Non vi è dubbio, quindi, che le responsabilità sull’avvenuto commissariamento del Comune di Bianco non possono che essere addebitate alla minoranza che, non accettando l’esito delle urne del 20 e 21/09/2020, ha cercato non un avvicendamento e, quindi, una modifica del risultato per i presunti errori nell’assegnazione delle schede, bensì, l’annullamento delle elezioni.
Tale inaccettabile situazione mi ha determinato a proporre ricorso in Cassazione anche e principalmente sul presupposto della erroneità della sentenza del Consiglio di Stato che non ha attentamente valutato tutti i principi esistenti in materia di cosiddetto voto assistito.

Foto: ilreggino.it


Edil Merici

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