ADVST
Costume e SocietàLetteratura

Attacco alla Rupe del Rapace

Le cronache di Atlantidea XIX


Edil Merici

Di Luisa Totino

Andronòs volò più veloce che poté per giungere in fretta presso i Veggenti dell’Ovest e organizzare l’attacco contro l’esercito di Gòrgos, capitanato da Lòkrot. Gli orribili mercenari erano riusciti ad attraversare un portale e ad entrare nel Metaverso, diretti alla Rupe del Rapace, un antico avamposto di Atlantidea, saggiamente difeso dai Custodi della Cittadella, un ordine monastico militare con una regola millenaria. Il luogo, posto in altura, permetteva loro di controllare tutta la vallata circostante, fino al mare, utilizzando abili sparvieri addestrati che, grazie al loro sguardo acuto, riuscivano a scorgere ogni singolo dettaglio nel più piccolo anfratto. Il castello diroccato rimase punto di ritrovo per l’addestramento dei Custodi, guidati dal Sommo Mentore, mentre la grande Chiesa, che troneggia nella piazza centrale della Cittadella, veniva utilizzata per il culto dell’ordine. Per un millennio avevano servito Atlantidea con onore e perseveranza, ma ben presto avrebbero rischiato di perdere tutto nello scontro con le oscure armate. Intanto Andronòs e Talòs giunsero nel Palankrir e salirono di corsa su per la scalinata che conduceva alla sala del consiglio dei Veggenti, ma non trovarono nessuno.
Allora Talòs, disperato, chiamò a gran voce: «Argonat! Argonat! Dove sei? Ho bisogno di te!»
A quella accorata chiamata accorse, in volo, un Veggente che era nelle vicinanze e disse a Talòs: «Argonat non è qui ma al Pinnacolo degli Strali! È con sua figlia Elis e Vera, vuole tradurre la pergamena con la luce di Diaspro, la stella più fulgente del cielo dell’Ovest.»
Poi guardando verso il cielo disse: «La posizione è quella giusta, il momento è adeguato. Ci siamo!»
Talòs, allora, lasciando Andronòs insieme al Veggente, salì da solo in groppa al Dasculòs. Sapeva dove dirigersi, era stato più volte dai Veggenti, in passato, per ritrovare la sua Altea. Ora, però, quel tempo sembrava solo sepolto, perso, senza motivo né ragione. L’unica cosa da fare restava quella di salvare con onore l’essenza meravigliosa di un amore che lo avrebbe accompagnato fino al termine dei suoi giorni, e questo gli avrebbe dato la forza necessaria per liberare Atlantidea dall’oscurità e riportarla ad essere quella di un tempo, un mondo di armonia e di pace, come avrebbe voluto lei. Giunse sul Pinnacolo e vide Argonat con la pergamena poggiata su un leggio. Vera ed Elis erano più distanti, dietro di lui. D’improvviso, da dietro una nube uscì una stella brillantissima che investì, con il suo bagliore, il Dasculòs e Talòs, che cercò di coprire gli occhi con la mano. Un fascio di luce partì dall’astro e puntò dritto alla pergamena, illuminando lo scritto su di essa. I caratteri iniziarono a completarsi e divennero man mano leggibili.
Argonat, sgranando gli occhi, disse: «Non è possibile, la lingua proibita, in realtà, è una lingua incompleta! La Regina Altea ha saputo, egregiamente, celare il messaggio a tutti!»
Vera, che sentiva borbottare Argonat, disse: «Cosa dice la pergamena?»
Argonat continuava a guardare la scritta che si ricomponeva e, una volta completata, le parole iniziarono a fluttuare sulla pergamena. Piano piano, come in uno specchio d’acqua, si andò a delineare un volto, sempre più nitidamente.
Argonat non poté credere ai suoi occhi: «Mia Signora Altea!» E subito inchinò il viso.
Il volto era quello della Regina Altea e parlò ad Argonat: «Se riesci a vedere la mia immagine, fidato Argonat, vuol dire che sono giunti i tempi della guerra ad Atlantidea. Vuol dire, anche, che Vera è lì con te, perché è riuscita a portarti la pergamena. Solo tu sei in grado di tradurla. Ho racchiuso, in queste parole, come può essere vinto Gòrgos. La soluzione sta in Vera stessa, la vittoria è racchiusa in lei, per nascita. Metà degli uomini, metà degli dei. Nel momento cruciale sconvolgerà Gòrgos, nella sua parte più profonda, e lui non avrà scampo!»
Vera, intanto, in attesa di una qualche risposta da parte di Argonat, si rivolse a Elis e le chiese: «Secondo te, cosa è scritto sulla pergamena? Tu senti le cose, non percepisci nulla?»
Ed Elis disse: «Non c’è scritto nulla che tu non possa superare.»
Mentre Vera ed Elis parlavano tra loro, il fascio di luce svanì e tutto tornò come prima.
Argonat si voltò verso Vera e le disse: «Ti aspettano grandi prove, Vera Kalendra, ma anche grandi cose.»
Poi, inchinando la testa aggiunse: «È un onore, per me, poterti servire.»
E Vera: «In cosa consistono esattamente queste prove?»
Argonat, allora, alzando la testa, le disse: «In niente, perché tu sarai la prova!»
E Vera continuò: «Ma cosa significa, Argonat? Spiegamelo almeno tu, Elis, ti prego!»
Talòs scese verso di loro, nel mezzo della discussione: «Argonat! Ho bisogno del tuo aiuto!»
Argonat, sbalordito di vedere Talòs sano e salvo, disse: «Talòs, sei vivo! Come hai fatto a liberarti?»
E Vera: «Talòs, stai bene? Dove sono gli altri della Confraternita?»
Talòs rispose: «È una lunga storia, Vera. Andronòs e venuto in mio aiuto ed è riuscito a liberarmi. Ora, però, ho bisogno di Argonat. L’esercito di Gòrgos si è mosso! È guidato dal suo fidato servitore. Una parte sta marciando contro Albatis nelle Terre dell’Est, un’altra parte è passata nel Metaverso, attraverso un portale che non avevo mai visto. Vuole attaccare su due fronti, pensa di prenderci in contropiede, ma penseremo subito a una strategia!»
Argonat rispose a Talòs: «Fammi salire, Talòs, convochiamo subito il Consiglio dei Veggenti, armeremo un manipolo dei nostri guerrieri per andare in aiuto ai Custodi della Cittadella, alla Rupe del Rapace.»
Talòs aiutò Argonat a salire sul Dasculòs e disse: «Dobbiamo trovare Aldàrin e gli altri. Sono da qualche parte nel Regno dei Terreni sperando di raggiungermi più in fretta e liberarmi. Non sanno che sono già libero!»
E Argonat: «E di questo sono felice, Talòs, avevamo bisogno del nostro migliore condottiero. Elis penserà a trovarli, non preoccuparti. Piuttosto, dobbiamo avvisare il Gran Consiglio di Altinium degli ultimi eventi, non si può più tacere. La guerra è iniziata, nel bene o nel male. Dipenderà dal ruolo di ognuno la libertà di Atlantidea!»
Poi, rivolgendosi alla figlia, disse: «Elis, devi trovare la Confraternita Fulgente nel Regno dei Terreni e avvisarli che Talòs è vivo e libero. Mi raccomando, stai vicino a Vera. L’accompagnerai per il resto della sua missione. Ti voglio bene, figlia mia, ricordalo sempre!»
Ed Elis, crucciata da quelle parole, disse al padre: «Padre, perché mi dici queste cose?»
Argonat prese la pergamena e la lanciò alla figlia Elis dicendo: «Custodiscila! Al momento giusto saprai cosa fare! La Regina Altea stessa te lo indicherà! Io vado a fare quello per cui sono stato chiamato. Pensa al nostro popolo Elis, non si torna indietro!»
Talòs e Argonat si allontanarono in fretta. Elis, triste per le parole del padre, prese per mano Vera e insieme si diressero verso una torretta, situata vicino al Pinnacolo degli Strali. In cima c’era una voliera, rifugio dei gufi guardiani. Elis prese uno di loro e gli sussurrò qualcosa da vicino, poi lo lasciò volare via.
Si rivolse a Vera e le disse: «Ora dobbiamo aspettare. Vieni, andiamo al Santuario a pregare, lì saremo al sicuro. Vedrai, il gufo guardiano troverà quelli della Confraternita e li guiderà qui, poi decideremo il da farsi»
Vera rispose: «Talòs è vivo! Ero così preoccupata! Ma ora è qui, andrà tutto per il meglio, con lui!»
Ed Elis: «Ti senti così per Talòs, perché è il richiamo del sangue.»
Vera, interdetta, chiese: «Che significa “il richiamo del sangue”? Talòs è un abitante di Atlantidea, io del Metaverso. Non c’è nessun legame di parentela, giusto?»
Elis replicò: «Presto tutto ti sarà chiaro e prenderai consapevolezza di chi sei veramente!»
E Vera: «Non c’è nessuna consapevolezza. Sono venuta ad Atlantidea, per confermare quello che mi ha detto mia nonna di questo posto. Ora, però, le cose si stanno troppo ingarbugliando. Non sono sicura di volerlo sapere. Sento che non mi piacerà!»
Elis, allora, prese le mani di Vera e disse: «Ed è per tua nonna che lo devi fare. Lei lo avrebbe voluto. Lena Meticena, per noi di Atlantidea, significa moltissimo, più di quello che tu possa immaginare. Ora andiamo al Santuario!»
Mentre Vera ed Elis si stavano recando al Santuario gli immondi soldati, che avevano varcato il portale, marciavano, aiutati dall’oscurità della notte, verso la Rupe del Rapace. Sui bastioni della Cittadella tutto era tranquillo, le sentinelle si diedero il cambio come ogni volta a quell’ora. All’improvviso si sentì il verso acuto di uno sparviero, che si avvicinò svolazzando in maniera concitata. Le sentinelle capirono che c’era un pericolo e suonarono il corno dell’allarme. Poi videro nelle zampe dello sparviero un pezzo di stoffa nera e appiccicosa. Lo portarono subito dai Custodi della Cittadella, nel salone del Castello.
Uno di loro prese il manufatto e disse agli altri: «Qualcosa di oscuro si sta avvicinando. Avete fatto bene a suonare l’allarme. Tutte le sentinelle si posizionino sui bastioni e si preparino a qualsiasi attacco. Noi Custodi penseremo a difendere la parte meridionale della rupe, dove sono situate le case dei cittadini, cercheremo di portare le donne e i bambini nella Grande Chiesa. Gli uomini, invece, si prepareranno alla difesa»
Tutti i Custodi annuirono e si recarono al centro dell’agglomerato di case per dare le adeguate istruzioni ai cittadini, a cui non era ancora stato infettato il tempo.
Uno dei Custodi iniziò a parlare a gran voce: «Svegliatevi tutti, la Cittadella è in pericolo! Bisogna riunire tutte le donne e i bambini e collocarli nella Grande Chiesa. Gli uomini ci aiuteranno a combattere, per chi se la sente!»
Si svegliarono man mano tutti e uscirono dalle loro case, nel cuore della notte. Il terrore cominciò a serpeggiare negli occhi della gente e l’angoscia strinse i loro cuori. Niente, all’improvviso, era più certo. Mentre i Custodi radunavano le donne e i bambini, un lampo rosso attraversò il cielo e cadde vicino alle persone. Era una palla di fuoco, il panico si scatenò in un attimo…

Continua…

Redazione

Redazione è il nome sotto il quale voi lettori avrete la possibilità di trovare quotidianamente aggiornamenti provenienti dagli Uffici Stampa delle Forze dell’Ordine, degli Enti Amministrativi locali e sovraordinati, delle associazioni operanti sul territorio e persino dei professionisti che sceglieranno le pagine del nostro quotidiano online per aiutarvi ad avere maggiore familiarità con gli aspetti più complessi della nostra realtà sociale. Un’interfaccia che vi aiuterà a rimanere costantemente aggiornati su ciò che vi circonda e vi darà gli strumenti per interpretare al meglio il nostro tempo così complesso.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button