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Costume e SocietàLetteratura

La questione delle norme attribuite a Zaleuco

La Repubblica dei Locresi di Epizephiri

Edil Merici

Di Giuseppe Pellegrino

Prima di passare alle 14 norme in genere attribuite a Zaleuco, occorre fare riferimento anche a quelle norme che non pochi storci attribuiscono al nostro e che hanno la caratteristica di essere del tutto uniche nell’ambito del diritto greco, salvo l’eccezione di una che viene ripresa da Caronda, ma che è successiva a quella locrese.

Per cautela di denaro dato a mutuo non si facciano singrafe.

La norma per come sopra riportata appartiene nella forma al giudice Bonaventura Portoghese. Essa è sicuramente interpolata nella forma, poiché è noto, e per come già trattato, al tempo di Zaleuco a Locri vigeva il divieto per la Polis di emettere moneta, per cui la norma va intesa come Per cautela di bene dato a mutuo non si facciano singrafe. Ma anche così non corrisponde all’originale di Zenobio e per come detta viene riportata nei suoi Proverbi. La considerazione di Zenobio per Zaleuco era grande, tanto che uno dei Proverbi riportato, quando si voleva fare riferimento ad una legge dura si diceva: legge di Zaleuco, anche se più correttamente è bene tradurre legge alla Zaleuco.Su Locri, Zenobio riporta più di un modo di dire; qualcuno anche curioso, come quello che si diceva : (è) un bue di Locri, allorché si accennava a qualcosa di scarso valore o, comunque, taroccato, ossia una cosa per un’altra. La ragione sta nel seguente aneddoto. Mancando una volta ai Locresi un bue per un pubblico sacrificio, furono prese alcune angurie legate tra loro con pezzetti di legno, da simulare il corpo, le gambe, il collo e la testa di un bue, e spacciarono il simulacro ottenuto con la frutta per bue e con quello fecero il sacrificio. Certamente, si tratta di una diceria che vorrebbe affermare la natura truffaldina dei locresi soprattutto dopo l’inganno perpetrato ai danni dei Siculi con i famosi Patti locresi. Ma non solo. Sempre lo stesso Zenobio ci informa che i Locresi tradirono l’alleanza con i Peloponnesiaci in favore degli Eraclidi.Ma seppure anche sui Patti locresi Zenobio erra, tuttavia ci dà delle informazioni importanti che danno più di una ragione all’affermazione del giudice borbonico Bonaventura Portoghese.
Così Zenobio:

“Patti Locresi”: A Locri Epizefiri, si dice vi sia stato il legislatore Zaleuco, che emanò la seguente legge che proibiva le singrafi a usura. Poiché alla scadenza dei contratti non veniva rispettata la contrattazione, è nato il detto (proverbio) che essi (i locresi) siano dei mentitori.”

Invero, il termine Patti locresi era noto non solo presso i greci ma anche presso i romani. Il riferimento non era ai contratti di prestito a usura che erano vietati, ma al Trattato di pace truffaldino che i locresi avevano stipulato con i Siculi, ai quali avevano promesso pace duratura fino a quando le teste sarebbero state sui loro colli e la terra sotto i loro piedi. In ogni caso si ripete che presso i greci la menzogna non era una cosa vergognosa. Per raggiungere un obiettivo concreto tutto era lecito.
Certamente col termine Patto locrese si intendeva un patto che non si intendeva mantenere, se non un vero e proprio patto leonino.
E tuttavia, il proverbio ci dice due verità: le singrafi a Locri erano vietate; come vietata l’usura. Zenobio non dice la pena, ma ricorda la durezza delle leggi zaleuchiane; quindi, la pena era quella del laccio o più semplicemente la nullità della contrattazione (rectius: entrambi).
D’altronde, non può passare che Locri era una polis di mentitori, di raggiratori, quando Demostene dichiara urbi et orbi, che era una città dalle buone leggi. E, ancora, in occasione delle lodi al pugile locrese Agesidamo, viene fatto un elogio alla città “perché la Giustizia abita e governa la città dei locresi zefiroti.”
Fatte queste osservazioni di natura storica occorre entrare nel merito del diritto della singrafe, del suo significato e della tutela che godeva presso i Greci.
Intanto, una premessa. A Locri, si ripete, la moneta è stata introdotta solo nel 354 avanti Cristo e, pertanto, il sistema di cambio delle merci era solo il baratto. Difficile poter parlare di interessi usurai, se lo scambio cosa per cosa lo rendeva difficile. Epperò, la norma esisteva e per capirla occorre partire dal termine usato da Zenobio, sungrafós.Con il termine singrafe,dal verbo greco sungrafeo,scrivere insieme, si intende un contratto.

Continua…

Foto: facebook.com

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