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Attualità

Rischio speculazione sulla guerra: Altroconsumo si rivolge all’AGCM


Edil Merici

Di Lorenzo Palermo

L’Antitrust potrebbe aprire un’indagine su possibili speculazioni nella filiera dei prezzi per i prodotti alimentari vittime di continui rincari, in seguito alla segnalazione inviata da Altroconsumo.
L’associazione non nega che la guerra tra Russia e Ucraina stia incidendo sul prezzo di prodotti come grano e semi di girasole.
Il problema, secondo Altroconsumo, risiede nell’entità dei rincari: troppo alti per essere attribuiti al solo conflitto. Non solo, ma il prezzo di molti dei prodotti monitorati era già in aumento da prima dello scoppio della guerra.
Inoltre, da sempre al fianco dei consumatori e delle famiglie italiane, Altroconsumo ha lanciato una petizione che si può firmare sul loro sito, in cui chiede misure più efficaci al Governo a favore di chi dovrà sostenere i vari rincari. Nello specifico, tra le richieste vi sono quelle di:

  • semplificare le modalità di erogazione e fruizione dei buoni spesa,
  • portare la soglia massima dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente consentita per richiedere tali buoni da 12.000 a 20.000 euro.

L’analisi di Altroconsumo sull’aumento dei prezzi: quanto ha inciso la guerra?

La crisi economica causata dalla pandemia non sarà facile da superare, soprattutto con le nuove difficoltà portate dalla guerra tra Russia e Ucraina come i rincari dei carburanti, delle utenze luce e gas, o i rincari sul costo dei prodotti alimentari, noto come caro-spesa.
Vittime di questi rincari anche fabbriche e aziende, che devono sostenere costi di produzione maggiori che, a loro volta, vanno a gonfiare il costo finale del prodotto destinato alla vendita.
Ad esempio, si pensi a come all’incremento di spesa legato al consumo di kWh di energia elettrica per tutte le aziende di una filiera produttiva o quanto possano variare costi di trasporto e distribuzione con il rincaro dei carburanti.
Grazie alla rilevazione prezzi fornita da dall’Istituto Internazionale delle Ricerche, Altroconsumo ha condotto uno studio incentrato sugli aumenti che hanno interessato il settore alimentare negli ultimi mesi, analizzando anche l’incidenza della guerra sui rincari.
Infatti, lo studio mostra come 7 dei 10 prodotti alimentari monitorati siano diventati sempre più cari nell’ultimo anno.
Latte, banane e passata di pomodoro, gli unici prodotti con prezzo stabile nel tempo.
I prodotti alimentari monitorati che hanno registrato aumenti sono:

  1. farina 00 e pasta di semola, che sono aumentati del 17% nell’ultimo anno;
  2. le zucchine, che hanno subito un rincaro del 16%;
  3. l’olio extra vergine d’oliva, rincarato dell’11% rispetto al costo dell’anno scorso (già tra febbraio 2021 e febbraio 2022 il prezzo era aumentato di circa il 9%);
  4. il caffè, aumentato del 4% tra marzo e aprile 2022 (una novità, in quanto non si registrano variazioni nei mesi antecedenti);
  5. lo zucchero di barbabietola, aumentato del 7,4% rispetto al 12 mesi fa;
  6. l’olio di semi di girasole, il cui costo è salito addirittura del 43%, se si considera il prezzo del 2021.

In merito all’ultimo prodotto è bene sottolineare che i semi di girasole e i loro derivati, esportati dai Paesi coinvolti nel conflitto, registrano un aumento del 15% solo tra febbraio e marzo 2022, ma l’olio di semi girasole registra anche un rincaro del 28% tra dicembre 2020 e dicembre 2021, e quindi ben prima dell’inizio della guerra, scoppiata il 24 febbraio.
Considerando che i prezzi fossero già in aumento prima del conflitto, l’ipotesi di speculazione dei prezzi non è da evitare.
Queste le motivazioni che hanno spinto Altroconsumo a rivolgersi all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Ora resta da attendere l’esito dell’indagine.

Fonte: prontobolletta.it
Foto:
thesocialpost.it


“Birra”

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