ADVST
Costume e SocietàLetteratura

Notizie fresche da un’indagine segreta

Il Cartomante di Torre Normanna XVI


Edil Merici

Di Bruno Siciliano

⚠️ ATTENZIONE!
Scorri in fondo all’articolo per ascoltare questo capitolo del romanzo letto dalla viva voce di Bruno Siciliano!

«Vedrà, come l’anno scorso assieme faremo un buon lavoro! Anzi ho già dato ordine alla scientifica di esaminare quello che resta del cellulare della dottoressa e credo che presto mi diranno qualcosa.»
«Grazie, ancora, dottore, c’erano anche altre carte della dottoressa sul caso e non so se…»
«Tutto a puttane – disse sconfortato il dottor Longo, – tutto bruciato. Cercheremo anche in quel che resta del computer ma spero che lei, maresciallo, abbia almeno una copia per quello che le competeva.»
«Si, dottore, so anche di una rogatoria che aveva chiesto la dottoressa sul conto del Mastrangelo da espletare nel Michigan.»
«Cercherò anche su questo in Procura. Comunque sentiamoci. Buona giornata, Stracuzza!»
«Buona giornata dottore e… ancora grazie.»
La vecchia squadra si stava riformando.
Questo pensò Stracuzza mentre rimetteva a posto la cornetta, anche se ancora non s’era accesa nessuna lucetta nel suo cervello e, nel tunnel, c’era ancora il buio più pesto e impenetrabile.
Fuori dall’Ufficio di Stracuzza c’era l’estate e la gente che sciamava per il borgo gli faceva quasi rabbia. Possibile che solo lui fosse sommerso dai pensieri?
Per cui entrò nel bar di Peppe, senza sapere neanche il perché.
«Buongiorno, maresciallo» disse Peppe col suo solito sorriso d’ordinanza stampato sulla faccia.
«Una granita? Guardi: more di gelso. Appena fatta.»
«No, troppi semi. Al limone, per favore, e me la porti fuori al tavolo se ce n’è ancora uno libero. E mettici la panna!»
«Sul limone? Ma che dice maresciallo?! Non gliela metterei neanche se mi dovesse portare in galera!»
«Ho sempre preso la granita al caffè con la panna!»
«Lei mi ha chiesto limone, maresciallo!»
«Si? Si vede che sono proprio fuori dalla grazia di Dio. Vabbè sono, a quel tavolo!»
«Ma… limone o caffè?»
«Gelso, more di gelso, mi hai detto tu che l’hai appena fatta!»
Peppe abbozzò un altro sorriso dei suoi e Stracuzza si andò a sedere a un tavolo un po’ appartato. Era lo stesso tavolo di quella sera, quando il maligno gli si era appressato e gli aveva detto: «Vai a casa di Giulia, il marito non c’è e lei è sola.»
Per cui, senza aspettare la sua ordinazione, si alzò dal tavolo e corse via e divorò,  come fosse una granita, la distanza tra Piazza del Tocco e Via Buonarroti, in un attimo, anche se era tutta in salita. Aprì il portone e si riposò appoggiandosi al muro, prima di affrontare l’ampio scalone. Ripreso fiato si avvicinò alla porta di casa, infilò la chiave nella toppa, la girò, l’aprì senza fare rumore ed entrò in casa.
Lei era là, con i capelli che le cadevano sulle spalle, intenta ai fornelli.
Lui si avvicinò e l’abbracciò come quella sera e le stampò un bacio sul collo che profumava di bagnoschiuma.
«Sei tornato?» chiese lei in un soffio.
Sì, Luciano era veramente tornato, e dove sarebbe potuto andare?
Lei rispose ai suoi abbracci e ai suoi baci colpo su colpo mentre Lucilla, l’enorme gatta bianca acciambellata sulla poltrona, svegliatasi dal suo torpore estivo, mise la testa un po’ di lato per gustarsi la scena d’amore.
Là in cucina i vestiti dei due caddero a terra uno dopo l’altro.
C’era pace tutt’intorno e serenità e amore.
Al mattino, come ormai da giorni non succedeva, Luciano arrivò tardi in caserma e Cristina, l’amabile appuntato, lo riprese:
«Con tutto quello che c’è da fare e le notizie che sono arrivate?»
Luciano non rispose, ma sfoderò un sorriso che sapeva di notti esotiche, irreali alcove e misteriosi profumi orientali e disse soltanto: «Il mio caffè?»
Cristina sorrise sorniona, dicendo «Arriva subito, maresciallo» consapevole che per un po’ di tempo l’atmosfera in ufficio, nonostante i problemi, le ansie e i dubbi, sarebbe stata quanto meno accettabile.
Il tempo che la macchinetta erogasse il caffè e l’appuntato del Buono rientrò con la tazzina fumante mentre pensava: “Ti sto cronometrando la durata di quel sorriso con le notizie che ho da darti!”
Stracuzza sorbì il suo espresso come fosse la cosa più buona al mondo, poi chiese: «Allora?»
«Il dottor Longo ha telefonato per chiedere il perché ancora non fosse stata aperta la cassaforte della casa del Mastrangelo e ha inviato gli uomini della scientifica per aprirla. Saranno qui nel pomeriggio. Le consiglio di accendere uno dei suoi sigari e ascoltarmi. Il computer della dottoressa non aveva dato risultati accettabili, ma il cellulare pare che fosse ancora in funzione poco prima della sua morte. Ho l’elenco completo delle persone che alloggiavano nei B&B e negli alberghi del borgo nei giorni dell’omicidio del Cartomante.»
Seguendo il consiglio di Cristina, il maresciallo accese un sigaro, aspirò un paio di volte poi chiese ancora: «Allora?»
Cristina si mise comoda sulla poltroncina accanto alla scrivania del maresciallo, accavallò le gambe inguainate nella divisa d’ordinanza, aprì un taccuino, poi cominciò:
« Poi, ho notizie fresche da un’indagine che mi sono permessa di fare per conto mio nel bergamasco: il Mastrangelo, intorno agli anni ’70, era in una banda di poco di buono che faceva il bello e il cattivo tempo nel nord Italia. Forse ne era a capo, per lo meno ne era il tesoriere. La banda si rese responsabile di varie rapine ai danni di Uffici postali e banche e aveva all’attivo anche un’organizzazione che gestiva alcune case d’appuntamento per clienti altolocati. Pare ci fosse pure un giro di minorenni. È certo pure che nei vari locali si faceva ampio uso di cocaina che veniva fornita come ulteriore optional negli appuntamenti con le ragazze.»
«Ma come mai il Mastrangelo non è mai stato arrestato o quantomeno scoperto?»
«Perché aveva assunto l’identità di tale Antonio Strano, emigrato dagli Stati Uniti qualche qualche anno prima di questi fatti e successivamente deceduto in circostanze che non sono mai state chiarite.»
«Ma come diavolo ha fatto a sapere tutto questo? Mi ha scavalcato impunemente!»
«La colpa è mia, maresciallo» disse un giovanottone entrato all’improvviso nell’ufficio di Stracuzza.
«E lei chi è?»
«Permette? – disse il ragazzo tendendo la mano al maresciallo – Giovanni La Bella,  Maresciallo dei Carabinieri presso la compagnia di Castiglione.»
«Che cazzo ci fai qui?» Gli sibilò Cristina sperando di non essere sentita da Stracuzza, che gli lanciò un’occhiata che avrebbe incenerito un grattacielo di cento piani.
Cristina sostenne per un po’ lo sguardo del maresciallo Stracuzza, dunque si alzò di scatto e uscì dalla stanza.»
«Cosa ti porta qua, collega?»
«Ho una caterva di ferie arretrate e ho pensato di passare un po0 di giorni in questo posto tra il mare e la montagna.»
«Hai fatto bene, questo è un ottimo posto per passarci le ferie. Vedo che già conosci la nostra Cristina.»
«Sì, siamo stati assieme nelle caserme del nord per un po di tempo e…»
«Basta, non mi devi alcuna spiegazione» lo interruppe Stracuzza che, da vecchio volpone, aveva capito al volo la situazione.
I due commilitoni si intrattennero almeno un’altra mezz’ora assieme nell’ufficio di Luciano per parlare di Brescia, di Castiglione, dei dintorni e del Mastrangelo mentre Cristina, uscita come una furia dall’ufficio del maresciallo, diede un calcio bene assestato a un portaombrelli della saletta d’attesa e uscì dalla caserma, accolta dal caldo estivo e dai turisti ciarlieri che affollavano la piazza e le vie della cittadina.
Si sedette al bar di Peppe, e si mise a giocherellare col portacenere posto sul suo tavolino, mentre svogliatamente sorseggiava un frappé al cioccolato stracolmo di cubetti di ghiaccio che sminuzzava con rabbia tra i denti, quando lo vide sorridente e dinoccolato che avanzava verso di lei.

Foto: indaginidifensive.net


Varacalli

Redazione

Redazione è il nome sotto il quale voi lettori avrete la possibilità di trovare quotidianamente aggiornamenti provenienti dagli Uffici Stampa delle Forze dell’Ordine, degli Enti Amministrativi locali e sovraordinati, delle associazioni operanti sul territorio e persino dei professionisti che sceglieranno le pagine del nostro quotidiano online per aiutarvi ad avere maggiore familiarità con gli aspetti più complessi della nostra realtà sociale. Un’interfaccia che vi aiuterà a rimanere costantemente aggiornati su ciò che vi circonda e vi darà gli strumenti per interpretare al meglio il nostro tempo così complesso.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button