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Costume e Società

Concluso alla Maresca il progetto “Un processo simulato per evitare un vero processo”


Edil Merici

Si è concluso nei giorni scorsi, con la simulazione realizzata dagli alunni delle terze classi della scuola media Maresca di Locri presso l’aula della Corte d’Assise del Tribunale Penale di Locri, il progetto Ciak… Un processo simulato per evitare un vero processo. L’Istituto comprensivo De Amicis-Maresca, diretto da Carla Galletta, nel solco di una tradizione consolidata di attività volte a promuovere la sensibilizzazione alla legalità, non ha esitato a cogliere per i propri alunni l’opportunità offerta dai creatori del progetto, un gruppo di giudici minorili, tra cui l’ex Presidente del Tribunale per i minorenni di Catanzaro Luciano Trovato. Il percorso da loro ideato si rivolge, infatti, alle scuole quali agenzie educative fondamentali con le quali interagire al fine di prevenire e analizzare le problematiche giovanili che le nuove generazioni vivono quotidianamente, con la consapevolezza della necessità di un ruolo attivo nella promozione della tutela della persona Minore, anche rispetto a condotte devianti.
In particolare, i 31 studenti dell’IC De Amicis-Maresca partecipanti al progetto, diretti dalle docenti Giovanna Triunveri e Giovanna Carpentieri (coadiuvate dagli avvocati Anna Cavallaro e Giuseppe Spadaro), si sono calati con straordinaria efficacia – considerata la giovanissima età – nei ruoli di giudici, Pubblici Ministeri, avvocati, imputati e testimoni, interpretando il copione Fuoriclasse, basato su una storia di violenza a sfondo razzista condivisa anche sui social media.
Alunni e docenti sono stati accompagnati in questo percorso anche dalle curatrici del programma Roberta Mallamaci e Sabina D’Alessandro, giudici onorari presso il Tribunale dei Minori di Catanzaro, che hanno svolto anche degli incontri di formazione con i ragazzi, offrendo spunti di riflessione riguardo alle relazioni interpersonali, al rispetto reciproco tra pari e, soprattutto, al significato della tolleranza nei confronti della diversità, ponendo in luce le gravi conseguenze, sul piano sanzionatorio, di comportamenti quali bullismo e cyberbullismo.
La simulazione, basata sul rito minorile, oltre a ricostruire i fatti accaduti, con momenti di viva emozione, ha posto l’accento sulla necessità di riattivare i percorsi educativi interrotti dai comportamenti devianti e delinquenziali agiti dagli imputati, anche grazie a strumenti quali la messa alla prova in un percorso di serio impegno in un’attività di reinserimento, sotto la supervisione dei servizi sociali, finalizzata al totale recupero del minore che delinque.
La realizzazione del progetto è stata possibile grazie alla preziosa collaborazione del Presidente del tribunale di Locri Fulvio Accurso, che ha messo a disposizione della scuola i locali per la simulazione. Presenti alla messa in scena del processo, oltre a D’Alessandro, Cristina Foti, Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Locri che, nel porgere i saluti propri e del presidente Accurso, ha invitato i ragazzi a riflettere sull’importanza di indirizzare sempre i propri comportamenti nel solco della legalità, invito rivolto anche dal Presidente della Camera penale 1989 di Locri Mario Mazza, che – in collaborazione con i propri colleghi – ha gentilmente messo a disposizione dei ragazzi le toghe. Gli alunni sono stati inoltre accolti da Daniela Spagnolo, funzionario del tribunale, che ha fornito un importante contributo allo svolgimento dell’attività, nonché dal PM Grazia Tursi.


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