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Costume e SocietàLetteratura

Addio Jeff!

Roswell Legacy


Edil Merici

Di Francesco Salerno

L’alieno raggiunse i due fuggitivi con tre enormi balzi, gli artigli e le fauci pronti a dilaniarli. Qualunque umanità residua era ormai sparita e se dentro quel copro mostruoso vi era ancora qualcosa di Jeff, allora non aveva più il controllo di nulla.
Hunt si rese conto che fuggire era inutile, perciò si fermò di colpo, spinse di lato Dolmer e fece fuoco contro la creatura. Tre proiettili la colsero a mezz’aria in pieno petto, ma fu come sparare al nulla. L’alieno ricadde al suolo, ma pareva non aver subito danni seri e, anzi, adesso era ancora più furioso di prima.
«Gesù Cristo…» disse Hunt con gli occhi sbarrati.
Dolmer lo imitò quasi subito, scaricando altri tre colpi sulla creatura, ma nemmeno stavolta vi fu alcun effetto.
«Perfetto. E ora che si fa?» chiese con un misto di ironia e paura.
Hunt fu sul punto di farsi prendere dal panico quando si ricordò dei miti indiani che aveva ascoltato alla riserva. Era il fuoco il nemico del cacciatore di uomini, solo con esso potevano fermarlo. Fece quindi per aprir bocca, ma una luce abbagliante li investì tutti. Era un elicottero nero dell’esercito. La mitragliatrice sul velivolo prese quasi subito a sputare proiettili verso di loro e Hunt e Dolmer si gettarono dentro una delle case Pueblo per proteggersi. L’alieno venne colpito diverse volte, ma ogni proiettile pareva solo farlo innervosire di più. In un attimo saltò prima su un tetto vicino poi, con un balzo mostruoso, raggiunse lo stesso elicottero. Vi entrò dentro e in un attimo i membri dell’equipaggio vennero fatti a pezzi. L’elicottero prese a volteggiare come una falena impazzita, prima di schiantarsi al suolo tra due edifici di pietra.
Hunt e Dolmer uscirono allora allo scoperto, sperando che almeno lo schianto avesse ferito l’alieno. Ma un attimo dopo quest’ultimo emerse dai rottami, tra le fauci un braccio umano mozzato.
«Testardo, il ragazzo» commentò Dolmer con la sua classica ironia inopportuna.
Dalla strada a sinistra dei due uomini presero a giungere altri colpi di fucile, sintomo che altri militari erano giunti sul posto per la creatura. Quest’ultima si dimenticò dei due uomini che aveva dinnanzi e caricò i militari, iniziando lo stesso spettacolo di morte che aveva messo in atto nella stanza. Hunt si accorse in quel momento di qualcosa che sporgeva dai rottami dell’elicottero.
«Vieni, presto!» urlò a Dolmer per poi correre verso il velivolo. Tra le lamiere piegate e copri fatti a pezzi, Hunt vide una scatola contenente alcune bombe a mano.
«Granate al fosforo!» annunciò vittorioso porgendone una a Dolmer e tenendone una per sé.
«Arrostiamo quel bastardo!» disse Dolmer per poi prepararsi al ritorno della creatura. Il suono dei proiettili era già terminato, sintomo che anche quella battaglia era finita e difatti la creatura riapparve ricoperta di sangue umano, ma non ancora paga di morte. Senza attendere un solo istante, Dolmer le tirò addosso la propria granata ma l’alieno balzò via giusto in tempo per evitare lo scoppio.
«Merda…» disse Dolmer tra i denti.
L’alieno balzò allora di tetto in tetto con una velocità sovrannaturale per poi apparire proprio in mezzo ai due uomini che vennero presi totalmente alla sprovvista. Dolmer venne colpito con un manrovescio e finì per volare via, mentre Hunt tentava inutilmente di togliere la sicura alla bomba. La creatura però non glielo permise. Con una singola artigliata lo mandò a terra con una ferita profonda sul petto e sulla spalla sinistra.
Hunt urlò di dolore e rabbia, ma ormai non poteva fare più nulla. La granata era caduta dietro la creatura e nulla poteva innescarla adesso. Attese così la morte certa e chiuse gli occhi, ma questa non giunse.
«Ehi, mostro!» disse all’improvviso una voce familiare per poi essere seguita da un colpo di pistola. Il proiettile colpì in pieno la granata al fosforo che esplose investendo appieno la creatura. Questa venne avvolta da fiamme bianche mentre urlava di dolore contorcendosi. In pochi istanti cadde al suolo, mentre una parte del suo corpo, ormai ustionata, tornava umana.
Hunt vide allora riapparire Jeff, gli occhi sanguinanti e la pelle bruciata. Non vi era nulla che potesse fare per il ragazzo. Il povero diavolo cercò di mimare qualcosa con le labbra, forse un “addio” ma nessun suono gli uscì dalla bocca. Un attimo dopo, era a terra immobile. Hunt provò a rimettersi in piedi ma aveva perso troppo sangue e il mondo attorno a lui divenne improvvisamente nero. Svenne prima ancora di rendersene conto mentre dinnanzi a lui l’alieno continuava a bruciare.

Continua…

Foto: lastampa.it


Gedac

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