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Attualità

Il nuovo ordine mondiale e la distruzione dell’Italia.


Edil Merici

Di Vincenzo Carrozza

In questi anni, lavorando in giro per il mondo, mi sono fatto una mia idea su quello che da qualche tempo si muove, strategicamente, sullo scacchiere mondiale in termini di potere e di influenza dei Paesi militarmente e finanziariamente più equipaggiati: le due cose, finanza e armi, vanno di pari passo.
L’aggressione della Libia, il parziale disfacimento della Siria, le guerre in Africa dopo la polverizzazione dell’Iraq e dell’Afghanistan, stanno a dimostrare che il mondo ha trovato (scientificamente) un altro equilibrio e anche un’importante vittima da sacrificare.
Le aree di influenza diventano sempre più importanti per controllare le risorse energetiche rimanenti, ma non solo. Eliminare i concorrenti è un fattore essenziale: meno pretendenti in campo, più grossa la fetta da spartire.
Tra i Paesi più industrializzati gli europei sono quelli che non rispondono linearmente al requisito finanza e armi. L’Europa, se si escluse la Francia, non ha atomiche proprie da far pesare per entrare a pieno titolo nella spartizione delle ultime risorse energetiche e, conseguentemente, non può partecipare come vorrebbe al nuovo equilibrio mondiale. Le altre atomiche presenti in Europa sono sotto il controllo degli Stati Uniti.
L’uscita dell’Inghilterra, in pratica una dependance degli Stati Uniti, dall’UE è un segnale, in tale senso. La vittima grassa da sacrificare è l’Europa e la poche atomiche della Francia non sono considerate da Stati Uniti, Cina, Russia, India, strategicamente un ostacolo. Sono, e rimangono, solo un simbolo. Simbolo di grandiosità, simbolo di autonomia (falsa).
Cane, mangia cane.
I flussi migratori che i Paesi Europei non sanno gestire (altrimenti sarebbero una risorsa) la guerra Russia-Ucraina, con l’innalzamento alle stelle dei costi dell’energia e l’impoverimento di larghe fette della popolazione, hanno solo l’obiettivo di indebolire e fagocitare l’intera Europa, partendo proprio dall’Italia, la vittima ideale (non per l’alto debito pubblico, ma per l’inettitudine dei suoi maggiorenti).
L’Europa, che non è mai stata Inghilterra, ma Francia, Germania, Italia, Spagna, Austria, Svizzera, Portogallo, Croazia, forse Polonia, con gli altri Stati più piccoli (Vaticano compreso).
Non esiste piena coscienza di tutto questo nei partiti politici italiani che competono nelle elezioni del prossimo 25 settembre.
Ascolto solo chiacchiere oramai non più da salotto, e nemmeno da bar dello sport, ma da etilisti che si accapigliano per l’ultimo bottiglione di vino.

Foto: ilpost.it


GRF

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