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Costume e Società

Il recupero della lira e la rivoluzione culturale che guarda al passato


Edil Merici

In un mondo sempre più schiavo della rete, c’è chi ancora riesce a intravedere la luce. È la luce della riappropriazione: mera conseguenza dell’inevitabile, direi, che (come nel caso che stiamo per affrontare) si contende l’identità. Una realtà, o meglio, una quasi necessità della società moderna. Francesco Cirillo, esperto suonatore di lira, Francesco Fontana e Giuseppe Capogreco al tamburello, Giuseppe Cozzupoli all’organetto, Valentino Capogreco al microfono, ad esempio, ce ne forniscono la prova. Sono sempre di più i giovani che si affacciano al vecchio mondo e, di conseguenza, al folklore. Strumenti ormai defunti, recuperarti dalle generazioni attuali, quasi a voler rinfacciare (alle antecedenti generazioni) di avere lasciato che la nostra identità culturale cadesse nel dimenticatoio. E hanno ragione. Lire, tamburelli, organetti e ciaramelle (tutti attrezzi che un tempo hanno colorato di festa e di allegria quel mondo che – ahimè! – si è lasciato assorbire dall’era virtuale) ora stanno a poco a poco riemergendo. Non c’è più scampo, dunque, per la tremenda morsa dell’apatia, perché siamo di fronte alla nemesi dell’individuo moderno. Un individuo (di gran lunga più intelligente e, nel senso più liberale del termine, futuro custode delle tradizioni). Insomma, volenti o nolenti, siamo di fronte a una rivoluzione culturale: quella che punta, soprattutto, al recupero dei nostri metodi, della nostra storia. Un aspetto esistenzialmente provvidenziale, verrebbe quindi da dire che, sin dai tempi della Magna Grecia e fino a pochi anni fa, ci ha reso un popolo laborioso. E allora sarebbe opportuno cedere il passo a questo esercito (sempre più numeroso) di giovani volenterosi e bisognosi di recuperare quella eredità che gli è sempre appartenuta.

Foto: fabbrichemusicalicalabresi.it


Gedac

Francesco Marrapodi

Francesco Marrapodi approda a Métis dopo aver ricoperto importanti ruoli in altre testate giornalistiche. 
È stato Redattore Capo per la provincia di Reggio Calabria de “L’Attualità”, collaborato con “Calabria Letteraria” e con “Alganews”, nonché con la testata giornalistica “In Aspromonte”. 
Ha studiato tecniche e metodi di scrittura del “Gotham Writers' Workshop”, è stato inserito nell’antologia “Ho conosciuto Gerico” in onore di Alda Merini con la poesia “La Nova” e fa parte dell’“Unione Poeti dialettali di Calabria”.
L’8 agosto del 2014 ha realizzato sulla spiaggia di Bianco una statua di sabbia raffigurante Papa Francesco, evento recensito da “Famiglia Cristiana” per il quale ha ricevuto il ringraziamento e la benedizione del Papa in persona. 
Si è reso inoltre promotore di una campagna contro l’inquinamento marino con “La morte di Poseidone”, statua di sabbia che ha suscitato grande interesse in tutto il mondo. 
Francesco è oggi un punto di riferimento redazionale su Bianco e dintorni, con un ruolo di primo piano nella Redazione Cultura.

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