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“A Reggio Calabria è saltata la norma della scuola inclusiva”


Edil Merici

Di Antonino Giacomo Marino – Presidente UnMondoDiMondi

Quarantacinque anni fa, con la Legge 517 del 4 agosto 1977, l’Italia ha eliminato la vergogna delle classi differenziali costituendo la Scuola aperta a tutte e a tutti. Eppure a Reggio Calabria, da tempo, l’Istituto Comprensivo Radice-Alighieri di Catona ha costituito una classe differenziale con soli alunni rom. È un fatto molto grave che un Istituto scolastico pubblico violi la legge costitutiva della Scuola aperta emarginando un gruppo di minori. Alla gravità della vicenda in sé si deve aggiungere anche quella del contesto in cui questa è avvenuta e continua ad avvenire. Difatti la vicenda è emersa ufficialmente nell’ incontro del Tavolo locale del Progetto Rom Sinti e Camminanti tenutosi il 15 giugno scorso a Reggio Calabria, registrato con un apposito verbale. Il Progetto RSC è un piano nazionale finalizzato all’inclusione degli alunni Rom, Sinti e Camminanti, finanziato dal Programma Operativo Nazionale Inclusione e promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, il Ministero della salute e l’Istituto degli Innocenti. È stato avviato nel 2013 e oggi viene realizzato in 13 Città Metropolitane, tra le quali è presente anche la città di Reggio Calabria, che ha come scuola di riferimento per la realizzazione delle attività proprio l’Istituto Comprensivo Radice-Alighieri. Durante l’incontro del 15 giugno scorso un’Assistente sociale del Comune di Reggio Calabria ha sostenuto che «sia necessario evitare le classi con tanti bambini rom tutti insieme, per favorirne l’inclusione ed evitare anche che gli insegnanti possano trovarsi in difficoltà, anche perché la concentrazione nelle classi di soli bambini rom può comportare classi vuote e non si garantisce l’integrazione». La Dirigente dell’Istituto Comprensivo Radice-Alighieri ha risposto «che le famiglie non rom non iscrivono i loro figli dove frequentano i rom, sostenendo che sia inutile nascondersi dietro un dito». L’Assistente sociale ha replicato sostenendo «che a prescindere, queste situazioni sono da evitare». Dopo questi interventi l’incontro del Tavolo locale è proseguito senza che la questione venisse neppure minimamente sfiorata da nessuno di 20 soggetti presenti, tra i quali vi erano rappresentanti dell’Assessorato alle politiche sociali del Comune di Reggio Calabria (Assessore e Dirigente settore Minori), rappresentanti di altri enti pubblici e privati e responsabili dell’attuazione del Progetto RSC. Da considerare che gli alunni rom che vengono concentrati in una classe nell’Istituto Comprensivo provengono dal ghetto urbano di Arghillà nord dove con le loro famiglie subiscono, da anni, la ghettizzazione abitativa insieme allo stigma di causa del ghetto. La Scuola che dovrebbe offrire loro la prima significativa inclusione sociale, invece, continua a emarginarli. Pertanto, l’indifferenza degli enti presenti al Tavolo locale del Progetto RSC, finanziato per favorire l’inclusione scolastica degli alunni rom, è molto grave. A nostro parere, è grazie anche a questo atteggiamento degli enti che la Dirigente dell’Istituto Comprensivo ha potuto, in un incontro pubblico registrato, giustificare senza alcuna remora questa scelta rivendicandone, perfino, la necessità. Da considerare, inoltre, che il concentramento di alunni rom in questo Istituto scolastico va avanti da anni grazie allo stesso meccanismo. Questa Associazione, come membro del Tavolo locale, essendo stata assente all’ incontro del 15 giugno, ha appreso il fatto dal verbale dell’incontro ricevuto il 7 luglio scorso. Il 18 luglio l’Associazione ha inviato una lettera a tutti i componenti del Tavolo locale invitando la Dirigente dell’Istituto Comprensivo a emettere, entro 15 giorni, un provvedimento per eliminare la classe differenziale e pregando gli altri enti ad assumere una posizione sulla questione. Nei giorni successivi l’Associazione ha scritto all’Assessore della Pubblica Istruzione del Comune di Reggio Calabria e ha tentato di parlare con l’Assessore alle politiche sociali e con la Dirigente dell’IC senza riuscirvi. Solo l’Ufficio dei Servizi Sociali per i Minorenni del Ministero della Giustizia ha risposto all’invito condividendo con l’Associazione la preoccupazione per il concentramento degli alunni rom. L’Istituto Comprensivo Radice-Alighieri non ha risposto e, da quanto ci risulta, non ha assunto alcun provvedimento per eliminare la classe differenziale. L’Assessore alle politiche sociali del Comune di Reggio Calabria e quattro enti privati hanno risposto all’Associazione non pronunciandosi sul fatto specifico posto alla loro attenzione ma solo per dichiarare che l’IC opera bene.
Di fronte al prevalere di questa precisa volontà di ignorare il fatto l’Associazione è stata costretta a segnalare la vicenda agli enti che hanno il compito di tutelare il diritto degli alunni a una Scuola inclusiva. L’Associazione ha chiesto a queste istituzioni di intervenire per eliminare la classe differenziale, riaffermando il principio della Scuola aperta e inclusiva conquistato 45 anni fa.

Foto: magazine.unibo.it


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