Di Francesco Salerno
Ed eccoci giunti all’epilogo di questa guida tutta italiana per elettori distratti.
Dopo aver visionato le varie offerte politiche che il nostro Bel Paese ci offre, non potevamo mancare di fare un resoconto della situazione, rispondendo anche alla fatidica domanda: ma dobbiamo andare a votare o no?
Su questo mi vorrei soffermare un attimo su un recente articolo del mio direttore Jacopo Giuca che, giustamente, ha ravvisato la totale mancanza di contenuti politici in questa campagna elettorale. Le idee sono state effettivamente sostituite dai personalismi e i partiti hanno smesso di essere luoghi di ideologia per divenire templi in cui si idolatra un singolo personaggio, la guida politica. Basta prestare attenzione alle parole per rendersene conto. Non vi è più il partito che vince, il partito che andrà al governo, bensì il nome del “capo”. Sarà Giorgia Meloni, a governare o Giuseppe Conte? Enrico Letta o Mario Draghi?
Ma, soprattutto, ha senso ancora votare?
Ecco, su questo dovremmo ragionare un po’. Tutti noi, sin da bambini, siamo stati educati a credere che il voto sia un diritto e persino un dovere civico. Votare è importante, è vitale, è giusto. Confesso che, un tempo, lo credevo fermamente anche io, ma ora non ne sono più così sicuro. Il voto dovrebbe essere l’espressione della volontà di una persona a far governare un gruppo politico in cui crede o nel quale si rispecchia. Ma se, al momento, non vi sono gruppi che rispecchiano gli ideali o le visioni degli italiani, si dovrebbe votare comunque? Francamente non ne vedo il motivo. Visto che, al di là della facciata più esterna, tutti i partiti sono identici nei contenuti più profondi, perché scegliere il meno peggio?
Non votare è una scelta politica ben precisa, non è, come spesso si dice, una mancanza di voglia di prendere delle responsabilità, tutt’altro. Non votare è il sintomo che un cittadino non si rispecchia in nulla, che non trova affinità con la politica che vede, che non riscontra le sue idee in nessun partito e che quindi, legittimamente, non vota.
Personalmente, per quello che è oggi la politica italiana, penso che il non voto sia la più alta forma di protesta e di presa di posizione di un cittadino libero. Certo, vi diranno che non votando farete vincere questo o quel gruppo politico, ma è ovviamente una stupidaggine. Si vota o non si vota per legittimare qualcuno o qualcosa e non per non far vincere l’avversario, sempre ammesso che votare abbia effettivamente ancora un senso, cosa di cui inizio fortemente a dubitare.
Le elezioni sono, per me, nient’altro che un enorme masturbazione mentale collettiva in cui ci si illude, attraverso il voto, di poter realmente indirizzare le vicissitudini del proprio paese. Qualcuno ha detto che «Se votare contasse realmente qualcosa non ce lo lascerebbero fare» e forse non aveva tutti i torti. Ovviamente, non vi dirò di non votare, giacché credo nella libertà dell’uomo ma, se lo farete, vi pregherei di non andare poi in giro a cercare i colpevoli che hanno mandato allo sbaraglio questo Paese, visto che, quei colpevoli, li potrete trovare semplicemente guardandovi allo specchio.
Foto: ivg.it