Su “Cronaca Vera” la storia della villa di Rocco Schirripa che sarà aperta alla Cittadinanza
La villa appartenuta a Rocco Schirripa, all’ergastolo per l’omicidio del Procuratore di Torino Bruno Caccia, torna nelle mani dello Stato.
La notizia, densa di particolari, si può leggere sull’edizione di questa settimana di Cronaca Vera, con un articolo a firma di Antonello Lupis, responsabile per la Calabria del settimanale nazionale di cronaca, attualità e costume, diretto dal giornalista Giuseppe Biselli.
L’abitazione, una villa di due piani di oltre 300 m², che si trova a Torrazza Piemonte, piccolo centro in provincia di Torino, ha subìto la confisca definitiva oltre 20 anni fa, perché Rocco Schirripa, prima delle indagini degli anni 2000, aveva collezionato una serie di condanne che per la magistratura dimostravano “l’esistenza di una pluralità di indizi riguardo l’appartenenza dello Schirripa a una associazione di tipo mafioso”.
Dopo un percorso complesso, fatto di ricorsi da parte della proprietà nelle varie sedi giudiziarie, il bene è entrato a far parte delle disponibilità dello Stato.
Nei giorni scorsi la villa è stata sgombrata. Maria Josè Fava, referente di Libera Piemonte ha dichiarato: «Oggi, lo Stato ha vinto e le mafie hanno perso. Da questo momento è necessario mettere in campo tutte le forze necessarie per arrivare, al più presto, alla destinazione sociale di questa struttura. Sono passati anni dalla confisca definitiva, non possiamo perdere altro tempo.
«Ogni patrimonio mafioso è importante, ma non dobbiamo dimenticare che il proprietario di questa villa è stato riconosciuto colpevole per l’omicidio di Bruno Caccia, magistrato assassinato nel 1983 a Torino dalla ‘ndrangheta. Dobbiamo aprire le porte di questo luogo alla cittadinanza. Lo dobbiamo alla memoria di Caccia.»
Foto di copertina: ciavula.it