Bovalino: interessanti novità dai lavori di riqualificazione di Piazza Ruffo
Di Davide Codespoti
A Bovalino procede alacremente la riqualificazione dell’importante Piazza Ruffo, posta tra la ferrovia e il Corso Umberto I, i cui lavori sono stati affidati alla Società a Responsabilità Limitata agrigentina Arkeo Restauri, specializzata nel restauro di reperti archeologici.
Fortemente voluto dall’amministrazione comunale guidata da Vincenzo Maesano, il progetto, finanziato con un contributo del Ministero dell’Interno e redatto dall’architetto Antonio Borgia, è eseguito sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti della Città Metropolitana di Reggio Calabria e della provincia di Vibo Valentia (diretta da Fabrizio Sudano), nella persona del responsabile di zona Alfredo Ruga, mentre gli scavi sono condotti da Marilisa Morrone.
Obiettivo principale dei lavori di riqualificazione è riportare alla luce e restituire alla comunità le fondamenta della Torre Scinosa, una torre d’avvistamento costiera eretta tra il XVI e il XVII secolo (l’ultima pietra fu posata nel 1607) dal governo vicereale del Regno di Napoli per proteggere il territorio bovalinese dalle scorrerie dei Turchi Ottomani (l’ultima delle quali, nel 1594, aveva provocato la quasi totale distruzione della motta in cui risiedeva la popolazione), in particolare le Regie Stalle, l’allevamento di cavalli di razza locale che venivano impiegati anche presso la corte napoletana.
Della struttura, che stando alle ricostruzioni era di forma troncopiramidale, con tre feritoie per i cannoni e spesse mura a curvatura obliqua (un unicum per le fortificazioni della zona, spesso a forma circolare o con solo la base troncopiramidale, mentre il resto della struttura era anch’esso circolare), esistono alcune rare fotografie scattate prima del 1912, anno in cui l’amministrazione comunale dell’epoca, guidata da Giuseppe Calfapetra, acquisì nel proprio patrimonio la Torre dal Demanio statale per poi demolirla e far posto alla piazza dedicata al patriota bovalinese Gaetano Ruffo.
I resti consistono nelle fondazioni e in alcune parti degli ambienti funzionali della torre; dallo scavo, che ha definito le modalità di demolizione della torre nonché della sistemazione della piazza avvenuta nei primi decenni del XX secolo, sono emersi alcuni materiali interessanti, tra cui un proiettile in pietra. La demolizione della torre ha inoltre messo a nudo il nucleo interno delle murature, consentendo di leggere attentamente i materiali e le tecniche costruttive. I ruderi, perciò, costituiscono un vero caso di studio e di approfondimento dell’architettura militare del periodo vicereale.
Grande soddisfazione è stata espressa dall’assessore comunale alla Cultura Pasquale Blefari, che ha dichiarato che gli scavi sono andati oltre le aspettative avute dalle indagini preliminari, con l’aggiunta anche di alcuni reperti molto interessanti.