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Giovedì a Bova uno spazio di riflessione sul futuro dell’ambiente


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Da Calabria Stampa

Tra la desertificazione che avanza e i disagi che ne susseguono, il pianeta lancia ogni giorno centinaia di segnali di fortissima sofferenza. Secondo molti, non basta solo discutere ma vi è l’urgenza di una svolta radicale e di più sensibilizzazione riguardo tematiche come la salvaguardia dell’ambiente e l’uso di fonti rinnovabili. Un contributo importante sarà portato dalla nuova iniziativa promossa dal Parco Nazionale dell’Aspromonte in collaborazione con Gruppo Dolomiti energia e fondazione UniVerde. Una volontà, forte che parte dalla presidenza e da tutto il consiglio dell’Ente Parco, che vuole iniziare un percorso di conoscenza e di confronto sui temi che dovranno per forza di cose determinare il futuro di questo ente e di molte altre strutture pubbliche e private. I lavori verranno svolti nella sala Culture del comune di Bova giovedì 19 gennaio, a partire dalle ore 9:30. Il pubblico verrà accolto dal sindaco Santo Casile, che avvierà i lavori verso la traccia di riferimento Crisi energetica, fonti rinnovabili e mutamenti climatici. A introdurre le tematiche sarà il presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte Leo Autelitano, che relazionerà sulle azioni introdotte dall’ente con l’obbiettivo di riportare al centro dell’attenzione le esigenze della natura, con la necessità di essere operativi ed evitare futili perdite di tempo. In seguito, verranno approfonditi i temi Le fonti di energia rinnovabile motore dello sviluppo sostenibile; Il ruolo delle comunità energetiche per uno sviluppo equilibrato delle fonti rinnovabili; Il ruolo dei territori del Parco e della Calabria nel processo di costrizione dell’officina elettrica diffusa; Il mix delle energie rinnovabili quale contributo nell’obiettivo di affrancazione della dipendenza estera e Le energie rinnovabili nelle attività di sviluppo locale del programma Leader. Di ciò ne parleranno rispettivamente il presidente della fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio, Giacomo Cantarella del gruppo Dolomiti energia; il dirigente dell’Ufficio tecnico di Bova Giovanni Malara, l’esperto di energie rinnovabili Renato Sergi, Pietro Alessandro Polimeni del Gruppo di Azione Locale Area Grecanica. Le conclusioni saranno del direttore generale del Dipartimento agricoltura della Regione Giacomo Giovinazzo.
Qualche riflessione di premessa legata al territorio perché, per esempio, nell’attuale territorio del Parco, un secolo addietro, agli inizi dello sviluppo industriale, le attività produttive di rilievo, o gruppi di unità produttive, si dotavano di impianti di produzione di energia. Come per la segheria De Leo, per i mulini ad acqua (Mammola, San Giorgio e così via) e di frantoi come Bagaladi, presso l’attuale porta del Parco, impianti che attraverso l’energia prodotta dall’acqua sostituiva quella prodotta dalle braccia degli uomini o dal giogo dei buoi per fare girare le macchine. Oggi, in pieno 21º secolo, con i livelli di tecnologia raggiunti e le disponibilità economiche corrispondenti, ben 700.000 di persone del mondo non conoscono l’uso dell’energia elettrica e ben 2.400.000.000 di persone, per cucinare, usano energia inquinante. Questo è solo uno dei temi che verrà affrontato il 19 gennaio.
Serve una nuova filosofia dello sviluppo che, sebbene in una fase di crisi economica acuta come l’attuale, non riesce a spendere di più a termini quantitativi, spendesse comunque meglio, cambiando totalmente impostazione e qualità degli interventi.
Questa è la sfida per tutti noi nel prossimo futuro.


Gedac

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