ADVST
Costume e SocietàLetteratura

La Magistratura in Grecia: gli Efebi

La Repubblica dei Locresi di Epizephiri


Edil Merici

Di Giuseppe Pellegrino

Prima di affrontare il tema delicatissimo della Magistratura e dello svolgimento del processo, è bene affrontare quello, altrettanto delicato, del controllo del territorio da parte della Polis. Maggiormente questo alla luce del fatto che non vi sono notizie o letteratura in materia. Va da sé che il controllo del territorio era un elemento indispensabile e per la vita quotidiana della comunità e, ancor di più, per assicurare sia la funzione di governo sia quella del funzionamento della Giustizia. Ma anche come prevenzione per la difesa della città da incursioni esterne.
Non esistendo letteratura, è giocoforza fare riferimento alle situazioni di natura generale in tutta la Grecia, ma anche all’origine stessa della legislazione locrese. In virtù di questi principi, può non essere accettato il termine di Efebia,ma anche usando un termine equipollente, il significato e la portata sostanziale dell’istituto non cambia. Nelle tabelle di Zeus vi è un riferimento certo ai prodikoi,la cui funzione sembra incerta. Tuttavia tanti sono gli elementi che li assimilano agli efebi.L’affermazione fatta in premessa va integrata con un’osservazione di carattere generale, ma con contenuto anche specifico, in ordine a tutti i soggetti ai quali era demandata una sorta di attività di polizia.
L’età per fare il soldato in guerra era di 30/35 anni, ma la preparazione alle armi in tutta la Grecia era di 18 anni. Una sorta di leva ante litteram. Non si aveva, tranne in casi eccezionali come per la Sagra a Locri, gente sprovveduta, ma gente adusa al certame. Che era molto semplice, essendo, in linea generale, il modo di combattere incentrato sull’hotisma, ossia sulla spinta, che richiedeva freddezza ma soprattutto forza, che una ragazzo non aveva. Ma, per almeno due anni, i ragazzi non potevano essere impegnati in guerra. Era una forma di Liturgia,ossia di una attività in favore del popolo. In concreto, era per così dire una sorta di leva per garantire la preparazione dei futuri soldati, ma anche la possibilità, in casi straordinari, di un loro impegno militare immediato. Si pensi alla battaglia della Sagra, dove sicuramente sono stati impegnati tutti i locresi adulti ma anche i giovani.
Dell’istituzione dell’Efebia non vi sono tracce storiche, a Locri. Ma sicuramente esisteva un simile sistema e il termine stava solo a indicare che il ragazzo aveva raggiunto la pubertà, e l’origine micenea dello stesso istituto depone per un uso generalizzato dello stesso in tutta la Grecia, anche se vi sono tracce di uso del termine èpistates, che stava a indicare chi sovrintendeva al decoro della polis. Come a Thasos, dove la figura è tracciabile, appunto, negli èpistates.Ad Atene, l’efebìa risulta essere in vigore fin dal IV secolo avanti Cristo. In concreto si svolgeva in questo modo: alla età di 18 anni un giovane ateniese libero veniva dal padre presentato alla Assemblea del Popolo (dèmos). I demoti, dopo un esame, deliberavano l’iscrizione nelle liste della leva, non diversamente che dai magistrati. L’esame non era solo fisico, ma i demoti si spingevano alla verifica della sussistenza dei necessari requisiti di libertà e di nascita da nozze legittime e, in via presuntiva, di quello dell’età legale. La lista veniva poi rivisitata dalla (Bulè) con il compito di verificare l’età del giovane che, se inferiore, portava a infliggere ai demoti una multa. Poi, distribuiti per tribù, gli efebi venivano addestrati alle armi, ma ricevevano anche un’educazione letteraria e musicale. Dopo un anno di addestramento sotto le cure di magistrati elettivi, detti dapprima sofronistès (colui che rende saggio, insegna, punisce, compito, questo, appunto di un istruttore militare) e poi, dopo il 303 a.C., komistès (colui che accompagna, ossia l’antesignano del camerata) e, infine, dall’epimeletès ton efebon (colui che si prende cura degli efebi), ricevevano una lancia e uno scudo e prestavano giuramento, venivano utilizzati nella difesa delle frontiere e, perciò, detti perìpoloi. Col tempo, il compito degli efebi fu solo di natura ginnica. Il termine efebo è greco e è composto dalla parola èpì (sopra)ed èbe (giovinezza, rectius: pubertà),ossia: sopra la giovinezza/pubertà. Oggi il termine è usato solo nell’accezione di giovane da poco entrato nella pubertà e, anche, effeminato.

Foto: museobarracco.it


GRF

Redazione

Redazione è il nome sotto il quale voi lettori avrete la possibilità di trovare quotidianamente aggiornamenti provenienti dagli Uffici Stampa delle Forze dell’Ordine, degli Enti Amministrativi locali e sovraordinati, delle associazioni operanti sul territorio e persino dei professionisti che sceglieranno le pagine del nostro quotidiano online per aiutarvi ad avere maggiore familiarità con gli aspetti più complessi della nostra realtà sociale. Un’interfaccia che vi aiuterà a rimanere costantemente aggiornati su ciò che vi circonda e vi darà gli strumenti per interpretare al meglio il nostro tempo così complesso.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button