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Costume e Società

Il ritorno in paese dei casalnovesi

Africo, un’altra storia


Edil Merici

Di Andrea Morabito

La decisione presa dal Prefetto, come lui stesso aveva previsto, creò dei malumori, non solo da parte di chi aveva avuto confermata la sospensione, ma anche da parte di chi si vide ridotta l’assistenza. Pochi giorni dopo la comunicazione alle parti interessate dal provvedimento, il 13 e il 17 dicembre molti padri di famiglia, di prima mattina, si recarono dal Capocentro Chiriaco per protestare contro il provvedimento preso nei loro confronti proprio in pieno inverno, quando qualsiasi attività lavorativa è quasi del tutto ferma, e non consentiva di fare fronte alle esigenze delle famiglie interessate dal provvedimento. Chiesero a viva voce la revoca del provvedimento con effetto immediato, contrariamente la protesta sarebbe continuata.
Il Centro raccolta in cui più di tutti si verificarono proteste fu ovviamente quello di Bova Marina, in cui era concentrata la maggior parte di popolazione casalnovese vittima del provvedimento di sospensione dell’assistenza. Centri, come per esempio Trabocchetto, non furono pervasi da nessun moto di protesta; semplicemente perché gli ospiti casalnovesi erano pochi. La prova di ciò è in un fonogramma del Questore Sciabica al Prefetto del dicembre 1954, nel quale conclude: “Comunico che presso il locale centro alluvionati di Trabocchetto la situazione si mantiene calma, non essendosi finora verificato alcun incidente dopo il provvedimento di sospensione dell’assistenza ad alcune famiglie ricoverate nel Centro suddetto.”
In realtà i casalnovesi ricoverati al Centro di Trabocchetto di Reggio Calabria attuarono una singolare protesta immediatamente dopo che ricevettero la notifica dal Capo Centro Vassallo Lorenzo, del provvedimento di sospensione nei loro confronti a partire dal 1º ottobre. Si rifiutarono di ritirare i viveri fino al giorno 30 settembre con lo scopo di ottenere così la continuazione della fornitura viveri oltre quella data. Si rifiutarono anche di presentare ricorso contro il provvedimento, cosa che poi fecero successivamente.
La conferma della sospensione dell’assistenza indusse alcuni alluvionati interessati a scrivere direttamente al Prefetto. Si trattò di Antonio Carteri di Giuseppe, Virgilio Pasquale Leggio di Antonino, Pietro Maviglia fu Gioacchino, Bruno Modaffari fu Rocco, Raimondo Modaffari, Santo Modaffari fu Leo, Bruno Mollica di Antonio, Domenico Antonio Mollica di Francesco, Lucio Mollica di Francesco, Saverio Mollica fu Gioacchino, Andrea Morabito fu Leo, Antonio Morabito di Rocco, Giuseppe Morabito fu Leo, Santo Morabito di Rocco, Giovanni Pangallo di Antonino, Francesco Talia fu Domenico, Mara Antonia Versace in Morabito. I nominativi sono quelli di tutti coloro che ricevettero per primi l’avviso di sospensione dell’assistenza e il relativo ordine di abbandonare il Centro in cui erano ospitati.
Tra coloro che subirono la sospensione dell’assistenza ci furono anche delle suore. Si conosce il nome di una sola delle tre oggetto di interesse della Post Bellica: suor Aurora Drandi. Queste suore assistevano i profughi che erano rimasti alloggiati a Bova Superiore. Erano considerati alluvionati di Casalnuovo d’Africo (evidentemente svolgevano lì la loro missione prima dell’alluvione) ed erano alloggiate in case private. Si attuò la sospensione sempre con la solita motivazione; per sopravvenuti miglioramenti delle condizioni economiche.
Quando si iniziarono a trasferire gli africesi al nuovo centro abitato di Africo, alcuni ospiti tutti del Centro di Bova Marina rifiutarono di trasferirsi e come conseguenza di questo rifiuto gli fu tolta l’assistenza. Il profugo Domenico Romeo fece un’istanza per spiegare che la situazione non era sostenibile e per stimolare la risoluzione della stessa, con l’avvio di almeno uno per famiglia e in caso di famiglia numerosa due componenti, perché questi padri di famiglia, senza l’assistenza, erano privi di qualsiasi sostentamento. Il Direttore della Post Bellica accolse il reclamo di Romeo e scrisse all’Ufficio Provinciale del Lavoro affinché provvedesse.
I capi famiglia ricevettero un avviso: 

Oggetto: Assistenza alluvionati

Al Sign…

Centro profughi di Bova Marina

In seguito al rifiuto della Signoria Vostra di raggiungere il nuovo centro abitato di questo Comune per occupare l’alloggio assegnatovi notifico che il rifiuto stesso ha determinato nei vostri confronti le seguenti conseguenze:

  1. perdita definitiva per rinunzia volontaria dell’alloggio fornito dallo Stato;
  2. perdita per rinuncia volontaria al trattamento eccezionale di prima sistemazione (sussidio di 5.000 ₤ al capo famiglia e di 1.000 ₤ per ogni componente a carico; trenta giorni; trenta giorni di viveri in natura; arredamento gratuito dell’alloggio definitivo;
  3. conferma della sospensione già disposta dell’assistenza vittuaria;

In via del tutto eccezionale, sarà consentita, per qualche tempo ancora, la permanenza nell’alloggio provvisorio di questo Centro profughi e il godimento dell’assistenza sanitaria e farmaceutica, ma anche tali benefici potranno essere revocati entro breve termine.

Il Commissario Prefettizio
Giuseppe Lo Iacono

Foto: wklcdn.com


GRF

Redazione

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