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La storia del “Castello” di San Fili


Edil Merici

Di Silvia Turello

Arrivati nei pressi del Castello di San Fili, il silenzio è assoluto e interrotto dal sibilare del vento, e la vista lascia senza fiato: verde e colline da una parte, terreno argilloso e vegetazione che in parte si è ramificata tra le murature lasciate all’incuria e il mare dall’altra. La zona è molto suggestiva e anche piuttosto famosa perché, come già detto, utilizzata per set fotografici in diverse occasioni come i matrimoni e videoclip.
Non ci sono notizie certe sulla data della costruzione del castello né i motivi legati a esso, né sulle maestranze impiegate nella realizzazione, se locali o forestiere. Tuttavia uno studio effettuato dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria nel 1999, sul progetto di restauro dello stesso ha permesso di risalire, tramite una difficile e approfondita ricerca storica, alla presunta datazione del XVIII secolo e le fonti parlano, come accennavamo, di un casino, piuttosto che di un’opera difensiva fortificata. Attraverso la lunga ricerca storico/catastale e, gli atti notarili, si è potuti risalire alla famiglia Lamberti di Stilo, antichi proprietari del pianoro di San Fili fino al XIX secolo.
I primi riferimenti storici della costruzione del solo castello sono visibili nel Catasto Onciario del comune di Stignano, conservato nell’Archivio di Stato di Napoli. Questi atti venivano compilati sotto forma di rivele. Una rivela, per definizione, era la dichiarazione di proprietà posseduta dagli intestatari o dagli interessati, alla base del meccanismo di accertamento e di valutazione dei beni, che determinava il reddito di ogni singolo cittadino a cura della Regia Camera della Sommaria, cioè, in sostanza, l’elenco dei cittadini e dei loro beni. Una sorta di archivio riconducibile alle visure catastali moderne per il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, diremmo oggi.
Attraverso, quindi, questo profondo lavoro di ricerca storica, si è potuto, alla fine, arrivare alla Famiglia Lamberti, una delle più influenti famiglie di Stilo e Stignano, economicamente ben saldata, acquisitori in seguito delle Regie Ferriere di Stilo. Giuseppe Lamberti, capitano e patrizio stilese, era considerato un “forestiero abitante” che “vive nel suo”, e che possedeva, oltre al castello, “una tenuta di terra aratoria di capacità di tomolate duecento” donata da suo fratello Vincenzo Lamberti e descritto nel catasto onciario come “territorio detto di San Fili, suffeudo d’essa città di stato di moggia quattrocento confinante li beni della mensa vescovile di Squillace.
Col tempo, pare che la famiglia si sia appropriata di altre porzioni di terra, di consistenza prettamente argillosa ma comunque idonea per i loro scopi.
Oggi l’intera proprietà è del comune di Stignano, ma dopo i Lamberti venne acquisita dalla famiglia Alvaro/Salerno di Riace, erede di Ponziano Alvaro che acquistò l’intero fondo alla fine del XIX secolo dagli ultimi eredi della famiglia Lamberti, che lo vendettero dopo averlo posseduto per almeno due secoli.
Sito al centro di un vasto pianoro, appunto, in cima a una collina, il Castello svetta dominando tutto il paesaggio. Fa parte di un complesso di manufatti storici precedentemente elencati: una chiesetta a pianta rettangolare privo di abside emergente, dedicata a Santa Maria del Carmine; quel che resta di una masseria, e una torre di avvistamento costiero recante uno stemma.
Il castello presenta una pianta triangolare rafforzata agi angoli da due torri a base rettangolare sul prospetto principale e una terza a forma di freccia sul vertice opposto, e si presenta a due piani fuori terra i cui livelli sono collegati da una monumentale e suggestiva scala esterna, con frontalino in mattoni, al cui interno, e accessibile al piano terra, ospitava quello che probabilmente era un piccolo deposito o una piccola cantina.
Visto da fuori sembra a tutti gli effetti una struttura difensiva, con scale interne e feritoie per le frecce. Ma le ricerche dimostrano che non era stato pensato per quello.


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