ADVST
Costume e SocietàLetteratura

“Ho percorso il Cammino di Santiago per trovare le risposte di cui avevo bisogno”

Il Cammino di Santiago è stato, e continua a essere, senza dubbio, uno degli itinerari più antichi, famosi e frequentati del vecchio Continente. Oggi abbiamo rivolto alcune domande a qualcuno che questo cammino lo ha fatto: Cesare Deserto.
Ti va di illustrarci una delle esperienze più importanti della tua vita?
Assolutamente sì. Ho mollato tutto per fare, anche io, come tanti altri, il Cammino di Santiago: 931 km a piedi, da solo e senza telefono, partendo dalla Francia e attraversando tutta la Spagna fino a immergermi nell’Oceano. Di questa esperienza ho scritto un libro che racchiude anche una guida, lo dico nel caso i lettori volessero fare la mia analoga esperienza o semplicemente saperne di più. Si intitola Mollo tutto e faccio il cammino di Santiago ed è reperibile in tutte le librerie italiane… e non solo!
Puoi spiegare a tutti, con parole semplici, che cos’è il cammino di Santiago?
Quello di Santiago di Compostela è un lungo percorso che i pellegrini intraprendono fin dal Medioevo, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere il santuario che custodisce la tomba e le reliquie di San Giacomo apostolo. La parola Santiago, infatti, in italiano si traduce San Giacomo. Un tempo il pellegrinaggio era legato allo scioglimento di voti o alla penitenza per peccati. Al giorno d’oggi, la valenza religiosa non è più determinante, o comunque non è esclusiva. Ho parlato con molti pellegrini per conoscere le motivazioni che li avevano spinti ad intraprendere il Cammino, e le risposte più frequenti mi hanno indicato, in realtà, il bisogno di trovarsi da soli con sé stessi, per poter riflettere, allontanandosi dallo stress quotidiano, misurandosi con un’impresa fisicamente e mentalmente impegnativa. Altre motivazioni hanno riguardato il fascino derivante dalla storia del Cammino, l’amore per i viaggi, persino la passione per il trekking. Per raggiungere la città di Santiago esistono vari percorsi con differenti chilometraggi e luoghi di partenza. io ho percorso quello più lungo, chiamato il cammino francese, che parte dal piccolo paesino francese di Saint Jean Pied de Port coprendo una distanza di oltre 800 chilometri.
Sei riuscito con coraggio e determinazione a percorrere tutta quella strada a piedi, in solitudine e per oltre 36 giorni. Il tuo motto qual è stato?
Sai, ho problemi ai piedi e alla schiena che mi costringono ogni mese a ricorrere alle cure di un fisioterapista, pertanto faccio poca attività fisica rispetto ai miei coetanei. Pensa che nella vita quotidiana, dopo che passeggio per più di trenta minuti, sono costretto a fermarmi per via dei dolori, invece lì sono riuscito a percorrere ogni giorno una media di 30 km, con uno zaino di oltre 10 kg, per più di 10 ore al giorno.
Come è stato possibile?
Non ho nessuna spiegazione razionale da darti. Sarà stato forse Dio, l’universo, o forse la grande forza di volontà di vivere e di realizzare un mio grande sogno.
Perché lo hai fatto?
La risposta è semplice. Questi anni di pandemia hanno amplificato tutte le sensazioni di malessere che mi portavo dietro vivendo una vita in continuo stress, connesso ai social h24, frequentando ambienti in cui l’unica importanza è data da ciò che possiedi e non da ciò che sei davvero, la materialità, la superficialità, il consumismo, l’ostentazione. La mia vita aveva bisogno di risposte che solo un viaggio in completa solitudine poteva realmente darmi.
Come mai hai sentito la necessità di effettuare proprio il Cammino di Santiago?
Quasi otto anni fa, per una assurda casualità, ebbi modo di vedere per la prima volta il film Il cammino per Santiago con Martin Sheen, e da allora un pensiero fisso mi frullava in testa costantemente. Ho letto libri, guide, visto reportage, e l’idea di camminare tanti giorni a piedi completamente immerso nella natura mi faceva vibrare il cuore.
Chi ti conosce sa che sei un bravo giornalista, un ottimo speaker radiofonico e che dirigi anche un giornale. Come sei riuscito a restare disconnesso per così tanti giorni?
Non mi è pesato, anzi. La nostra vita è, purtroppo, basata sul virtuale e, ahimè, invece di vivere i momenti preferiamo solo postarli e condividerli in rete per farli vedere a tutti. Ricordo che quando ero sull’aereo che mi portava in Francia, tutti i passeggeri erano con il capo chino su un telefono o su un tablet, mentre io ero l’unico a guardare il cielo e le nuvole. All’inizio del mio libro chiedo a tutti i lettori quante volte nell’ultima settimana, mese o anno hanno alzato lo sguardo al cielo di sera per ammirare la luna e le stelle, perché sono convinto che quasi nessuno lo faccia o lo abbia fatto. Una sera, di ritorno da una delle tantissime feste che frequentavo, rincasando, mi sono fermato e, alzando per pochi minuti lo sguardo, ho ammirato una delle cose più belle al mondo, ovvero il firmamento pieno di stelle, accompagnate da una luna lucente e meravigliosa.
E cosa hai pensato?
Mi sono interrogato su quello scenario che era a mia disposizione ogni sera, mentre io lo ignoravo del tutto. Trascorrevo le mie giornate fissando lo schermo del computer o della televisione, immergendomi nel mare virtuale di relazioni tecnologiche e spesso malsane. In tutto questo vi era assolutamente qualcosa che non andava bene. All’estero, non avendo nessun display a mia disposizione, i miei occhi e la mia mente hanno avuto la possibilità di spaziare a 360° e di poter vedere il mondo nella sua autenticità e immane bellezza, perché nel Cammino si è sempre immersi nella natura, e lungo quel magico percorso sono giunto all’idea che nella natura non esista caos o disagio, perché tutto è come deve essere e che, lontano dalle interferenze dell’uomo, ogni cosa è in perfetto equilibrio con la Madre Terra.
Puoi svelarci qual è stata la cosa più difficile da dover affrontare?
La difficoltà non è stata tanto dover camminare per oltre 20 km, ma farlo per così tanti giorni continuativi con uno zaino di 10 kg sulle spalle. La maggior parte delle persone, bisogna ammetterlo, non è più abituata a camminare, perché si usa la macchina anche per brevi spostamenti. Il cammino non prevedeva un percorso piano e regolare, ma numerosi dislivelli e, sinceramente, un conto è camminare su una superficie piana, ben diverso è doverlo fare in salita oppure in discesa. Ho dovuto affrontare i Pirenei per passare dalla Francia alla Spagna, raggiungendo gli oltre 1.270 metri di altitudine. Non ho avuto paura perché il paesaggio mi ha ripagato di tutte le fatiche!
Dormire con altre persone e condividere spazi e servizi igienici ti ha messo alla prova?
Sono andato via di casa a 18 anni e ho sempre vissuto da solo, quindi ti lascio immaginare. Prima di questa esperienza non ho mai soggiornato in un albergo inferiore alle 4 stelle. Sono sempre stato abituato all’assoluto silenzio e alla mia privacy. L’aver dovuto dormire, in alcuni casi, con gente che russava e con tante persone attorno, non è stato semplicissimo.
Tra le tue mani solo un unico strumento tecnologico: la tua videocamera. Come mai?
Lev Tolstoj disse: “La felicità è reale solo quando è condivisa”. Questo non è stato solo un viaggio interiore, ma anche una sorta di testamento e testimonianza di quanta felicità e purezza esista ancora in questo mondo. Ricordo che una volta, dopo aver pubblicato alcune foto di un viaggio in Svezia, un ragazzo mi scrisse ringraziandomi, perché grazie a me aveva potuto vedere luoghi meravigliosi che lui non avrebbe potuto visitare mai, essendo in un letto d’ospedale. Quel ragazzo, insieme a tanti altri, sono stati lì con me, e anche se ho dovuto portare sulle mie spalle quasi tre chili in più, (tra videocamera, macchina fotografica, batterie, caricabatterie e treppiedi), l’ho fatto per le persone che non avranno mai la fortuna o la possibilità di vivere il mio stesso sogno.
Sul mio canale YouTube, Cesare Deserto, vi è una sezione chiamata “Camino de Santiago”, dove oltre al montaggio che riassume tutti i 36 giorni, troverete per ogni giorno un video. Tutti i video sono disponibili con i sottotitoli delle maggiori lingue parlate nel mondo. Ho voluto poi filmare il tutto anche per i miei nipoti che, fra dieci anni, potranno vedere cos’ha fatto quel matto dello zio Cesare.
Differentemente da altri viaggiatori, hai optato per non dormire solo negli ostelli. Come mai?
Consapevole dell’esperienza unica e irripetibile che stavo vivendo, non mi sono voluto sottrarre a nulla. Oltre che nei vari ostelli, ho dormito in strada, in una stalla, in tenda, in un monastero abbandonato e ho vissuto due giorni in una comunità hippie. Lungo il cammino, nella regione di El Bierzo, vi è la comunità di Matavenero, una città che vive in armonia con la natura. La città era abbandonata da più di due decenni fino a quando, nel 1989, un gruppo di hippie è arrivato, trovando una terra perduta. Hanno costruito la loro casa, l’hanno riempita di vita, e praticato l’agricoltura biologica. Io ho avuto la fortuna di vivere due giorni lì con loro e ha rappresentato una delle esperienze più significative della mia vita.

Il tuo libro non è solo il racconto di un viaggio interiore, ma anche una preziosa guida…
Oltre che parlare della mia personale esperienza troverete pratici consigli, ad esempio  l’abbigliamento e le scarpe adatte, quale tipo di zaino comprare o cosa metterci dentro, come allenarsi prima di partire. Vi sono dei capitoli dedicati alla Storia del cammino (cenni storici, simboli e leggende); durata e distanza del cammino, quanti giorni occorrono per completarlo e da dove partire in base ai giorni a disposizione; quanto costa percorrerlo, dove mangiare e dormire; se percorrere il cammino da soli, se per una donna può essere pericoloso e se ci sono possibilità di perdersi; infine la risposta a tante domande e preoccupazioni (che poi erano anche le mie) poste da tantissimi aspiranti pellegrini e il mio indirizzo mail personale dove contattarmi per dissipare ogni dubbio/esitazione.
Perché le persone dovrebbero leggere il tuo libro?
Non è dedicato solo a coloro che sono interessati al cammino di Santiago, ma anche a tutti quelli che, almeno una volta nella vita, hanno desiderato rivoluzionare la loro esistenza, mollare tutto, e viaggiare. Questo non è soltanto un diario di viaggio o un vademecum su consigli, suggerimenti o nozioni storiche in quanto, oltre a parlarvi del viaggio fisico ho cercato di raccontarvi quello più introspettivo e intimo, condividendo i miei pensieri, monologhi interiori ed evoluzione. Alla fine di ogni tappa, invece di riposarmi, passavo ore ed ore a scrivere sul mio diario tutte le emozioni provate per non distorcere le sensazioni che, con il passare del tempo, sarebbero inevitabilmente cambiate. Il mio viaggio è diverso rispetto a quelli raccontati in tantissimi altri libri: non ho portato con me alcun strumento tecnologico, ho mollato il mio lavoro e la mia vita per ritrovare me stesso. Sono partito da solo e sono arrivato a destinazione da solo, a differenza della maggior parte delle persone che ha fatto la mia analoga esperienza. Ho percorso a piedi ogni singolo metro, non ho mai saltato una tappa con bus o taxi, non ho mai affidato il mio zaino alle navette. In ogni chilometro c’è tutto il mio sudore e la mia determinazione.
Cosa ti ha spinto a scrivere un libro?
Toni Morrison ha detto: “Se c’è un libro che vuoi leggere, ma non è stato ancora scritto, allora devi scriverlo”. Sono consapevole che questo rappresenti una enorme opportunità per trasmettere ciò a cui più tengo, ovvero essere la goccia che fa traboccare il vaso. Desidero, nel mio piccolo, farvi prendere coscienza della vostra vita affinché possiate aspirare a un  cambiamento. Ciò che conterà di più, alla fine, non sarà il numero di copie vendute, ma quante persone, dopo aver letto il mio libro, percorreranno il Cammino di Santiago o decideranno di cambiare la loro vita. Non esiste nulla di più prezioso e gratificante per me!


GRF

Ilaria Solazzo

La pugliese Ilaria Solazzo risponde in pieno alla definizione di “multitasking”. Giovane donna, ha alle spalle mille differenti attività: la redazione di libri, una buona esperienza nel campo della grafica, la pubblicazione di vari testi e non solo! È anche appassionata di lettura (specie la fantascienza), moda, costume e poesia. È giornalista pubblicista, blogger… e tanto altro. Dal decennio di nascita - gli anni ‘80 - ha ereditato la passione per la televisione che, per lei, si incarna nel binomio Carrà/Cuccarini. Dinamica, professionale, seria, ama la vita a colori.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Check Also
Close
Back to top button