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Costume e Società

La Bioregione Urbana del Crati oltre la città unica


Edil Merici

Di Rossana Vulcano – Coordinamento Area Nord Primavera della Calabria

Non è ancora arrivata l’estate e il clima del dibattito sull’area urbana di Cosenza/Rende e Castrolibero si fa rovente per i numerosi appuntamenti sulla proposta di fusione minacciata dalla giunta regionale Occhiuto.
Tra i favorevoli e i detrattori, il Laboratorio politico Primavera della Calabria promuove, da tempo, un modello alternativo, quello della Bioregione Urbana del Crati.
Nel pomeriggio del 7 giugno, a partire dalle ore 15:00, si è svolto, nel cuore di Cosenza, il quarto appuntamento del progetto che il gruppo cosentino sta portando avanti coinvolgendo docenti universitari di portata nazionale, professionalità del territorio (specializzati sui temi dell’urbanistica, dell’ambiente e dell’agricoltura), associazioni del territorio e amministratori locali.
Alla base del percorso di Primavera della Calabria vi è la proposta di un nuovo approccio (confronta Alberto Magnaghi, professore Emerito dell’Università di Firenze, in «La bioregione urbana nell’approccio territorialista») di pianificazione, progettazione e programmazione del territorio che parte dal basso.
Nell’introduzione alla prima sessione, Pietro Tarasi ha sottolineato, citando i concetti di gentrificazione e di città da imballo, come circoscrivere la discussione soltanto al tema della fusione (strictu sensu) sia quanto di più limitante, soprattutto, se non vengono prese in considerazione le diverse relazioni fra comunità e luoghi che vanno a comporre e ad alimentare la complessità degli spazi e delle relazioni.
A ciò, si sono aggiunte le riflessioni emerse nel corso delle letture, quali l’importanza che la città di Cosenza non viva del proprio riflesso e, quindi, attivi un dialogo proficuo con i Comuni circostanti e la necessità di delimitare il fenomeno di conurbazione che ha aggredito l’area del Crati, perdendo di vista il fondamentale rapporto tra città, campagna e corsi d’acqua.
All’incontro ha partecipato l’appena istituito Garante del verde del Comune di Cosenza, nei componenti di Roberto Castiglione (agronomo e formatore) e di Nadia Gambilongo (sociologa e attivista ambientale), sostenendo che la necessità di interventi di bonifica (mediante fitodepurazione e fitorimediazione) dell’area del fiume Crati richiede, comunque, la partecipazione e il confronto con chi vi abita.
L’intervento del consigliere Francesco Alimena si è concentrato sulle contraddizioni determinate da azioni e interventi sommari in quanto, di frequente, ignorano le esigenze dei cittadini e, pertanto, risultano privi di analisi del contesto in cui vengono calati.
A chiusura della prima sessione, Tatiana Novello (assessore all’urbanistica) ha riportato l’esperienza della fusione «a freddo» di Corigliano/Rossano, evidenziando le difficoltà iniziali, dovute alla incompleta unificazione della città dal punto di vista degli uffici e dei servizi, per cui tale processo deve tener in conto il territorio e le persone che lo abitano.
La sessione della Tavola Rotonda, animata dal Vicesindaco di Cosenza Maria Pia Funaro, ponendo come centrale il tema ambientale nella governance del territorio (attraverso processi interattivi e cooperativi fra le diverse Amministrazioni), ha visto il confronto fra Gianluca Ferraro (neo assessore all’ambiente di Casali del Manco), Paolo Settembrino (assessore all’ambiente di Zumpano) e Nicoletta Perrotti (neo assessore ai lavori pubblici di Castrolibero).
Tra gli interventi del numeroso pubblico, vi è stato quello dell’Ente di Terzo Settore Parco fluviale fiume Cardone, che ha manifestato la piena disponibilità a costituire un processo partecipativo che tenga in conto della multidimensionalità dell’area vasta del Crati.
Il pomeriggio di studio e di proposte si è concluso con Rossana Vulcano (giurista agroambientale e coordinatrice dell’Area Nord del PdC), che ha rimarcato la necessità di attivazione di un processo democratico in grado di individuare nelle problematiche caratterizzanti l’area urbana del Crati delle linee guida (quali la limitazione della dicotomia centro/periferia, la relazione tra aree urbane, periurbane e rurali e la formulazione in scala di politiche di rigenerazione urbana) per realizzare il progetto di «fusione» secondo il modello della Bioregione urbana, e con Walter Nocito (docente di diritto pubblico Università della Calabria) che ha denunciato, rimarcando l’importanza del momento referendario, il carattere autoritario e poco rispettoso della Costituzione della proposta di legge (in fieri) sulla fusione da parte della Giunta Occhiuto pur di ricostituire l’ormai obsoleto progetto (di periodo fascista) della Grande Cosenza di Michele Bianchi.
I lavori del tavolo proseguiranno nella scuola estiva che sarà organizzata nel convento di San Francesco da Paola, a Casali del Manco, alla fine di Agosto.

Foto di Fernando Santopaolo


GRF

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