ADVST
Attualità

Strade interrotte, spettri e vacanze a dorso di mulo

Pensieri, parole, opere… e opinioni


Edil Merici

Questa settimana sento la necessità di ritornare sul tema della chiusura della Strada di Grande Comunicazione Ionio-Tirreno e sullo spettro dell’isolamento che aleggia sulla Locride, ma per approfondire l’argomento da un altro punto di vista.
In questi giorni in cui il calendario degli eventi che si svolgono sul territorio, come ormai da tradizione, diventa tanto fitto da rendere pressoché impossibile l’impresa di starci appresso, tantissimi operatori economici hanno giustamente segnalato un fisiologico calo delle presenze sul nostro territorio (imputato all’allarmismo generato dal susseguirsi di notizie relative a un’anticipata chiusura della SGC 682) e lanciato l’allarme di un biennio di lacrime sangue a partire dal momento in cui l’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade aprirà il cantiere sotto la volta della galleria di Valico. Nella Locride in cui alle promesse delle istituzioni quasi mai sono seguiti i fatti resta sacrosanta e tutt’altro che ingiustificata tale paura, tuttavia il confronto con un caro amico imprenditore (e che di località turistiche, in vita sua, ne ha visitate parecchie), mi ha fatto riflettere sulla possibilità che tutto questo allarmismo possa essere in (seppur minima) parte ingiustificato. Mi spiego meglio: la persona in questione, portandomi degli esempi concreti che non sto qui a indicare onde evitare di fare pubblicità “alla concorrenza”, mi faceva notare come località spesso inaccessibili quanto (se non più) della Locride facciano registrare annualmente (e spesso anche fuori stagione) introiti turistici da capogiro e vengano considerate a livello internazionale delle mete che è praticamente obbligatorio toccare, indipendentemente dalle vicissitudini necessarie ad arrivarci. I percorsi tortuosi e talvolta persino pericolosi necessari a raggiungerle vengono considerati dai pellegrini della vacanza di tendenza come il giusto prezzo da pagare per godersi il relax offerto da luoghi oggettivamente straordinari, una sorta di piccola e gradita appendice delle fatiche lavorative prima di giungere al sito di vacanza vero e proprio.
Per arrivare in questi luoghi accettiamo tacitamente la massima contenuta nella nota pubblicità di una bevanda alcolica secondo la quale l’attesa del piacere sarebbe essa stessa il piacere e, senza andare troppo lontano, mi rendo conto oggi di come, durante la mia adolescenza, la mia stessa famiglia abbia in prima persona accettato di imbarcarsi in veri e propri viaggi della speranza pur di godersi un paio di settimane di mare in occasione delle tanto agognate ferie di mio padre. Anche noi, stipata la macchina di bagagli, accettavamo con gioia di affrontare mulattiere (che in più di un’occasione ci hanno riservato amare sorprese) pur di raggiungere una meta balneare presso la quale trovavamo puntualmente più vacanzieri che residenti e che viveva molto più dell’eco delle produzioni televisive e di un fortunoso riconoscimento di patrimonio dell’umanità che non delle manifestazioni culturali o delle attività ricreative offerte dall’afosa estate mediterranea.
Tutto questo preambolo per chiedermi provocatoriamente: non è che forse stiamo mettendo le mani avanti perché riteniamo di non avere la forza di reagire alle difficoltà e di rispondere alla chiusura della SGC con qualche azione concreta
Si dice spessissimo che la Locride subisca innanzitutto la pessima reputazione che i media hanno intessuto della Calabria nel corso dei decenni. Ma perché, allora, soprattutto sulla costa tirrenica c’è qualche scampolo di questa bistrattata regione che riesce a intercettare le rotte turistiche internazionali come le più blasonate Rimini e Riccione? Perché la risposta a questa mia domanda non possa essere “perché le mete in questioni sono meglio raggiungibili” l’ho già spiegato e, allo stesso modo, non si può rispondere affermando che gli eventi culturali e d’intrattenimento a quelle latitudini siano in maggior numero o migliori rispetto ai nostri, perché ogni singolo comune del comprensorio, da almeno cinque anni a questa parte, sta facendo un lavoro davvero straordinario in merito.
Secondo l’amico imprenditore che citavo in apertura a sbagliare qualcosa sono proprio i commercianti ma se lui, che è del settore, non riesce a comprendere cosa, tanto che sta pensando di chiamare i propri colleghi in adunata per un confronto aperto che permetta di avanzare qualche proposta in merito, io che leggo questa situazione dall’esterno dico (sempre provocatoriamente) che l’errore è proprio nel ritenere di essere sconfitti in partenza e di non poter fare nulla per contrastare un destino beffardo. Sia chiaro, il fatto che reputi questo atteggiamento un errore non significa in automatico che quella dei commercianti sia una colpa. Per chi ha avuto il coraggio di restare su questo territorio e, negli anni, si è visto costretto a perdere centinaia di opportunità a causa di una politica poco lungimirante e di un governo sempre disinteressato a questo scampolo di brullo territorio, temere che il prossimo colpo possa rivelarsi letale è più che sacrosanto.
Prendere la notizia della chiusura della Ionio-Tirreno con il piglio di chi sta salendo sul patibolo, tuttavia, non risolverà le cose. C’è bisogno della reazione di tutti, di inventarsi qualcosa che faccia dire alla gente che non potrà fare a meno di venire a trascorrere le vacanze estive 2024 nella Locride anche a costo di venire a dorso di mulo. Siamo più che in tempo per progettare qualcosa tutti insieme.
Riusciremo a superare le differenze e a scacciare lo spettro dell’isolamento?


GRF

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button