La ragazza con l’orecchino di perla: storia e fascino della “Gioconda Olandese”
![](https://i0.wp.com/www.metisnews.it/wp-content/uploads/2023/09/La-Ragazza-con-lorecchino-di-perla.jpeg?resize=780%2C470&ssl=1)
Di Valentina Mazzaferro
“Lo aveva amato più di una volta in silenzio e da lontano come le cose belle e irraggiungibili, contemplava i suoi occhi verdi immensi, lucenti da sembrare smeraldi, talismani da portare sempre con sé nelle intemperie della vita. Osservava di nascosto le sue mani custodi di grazia artistica e le sue dita dal colore oro che si susseguivano in modo rapido e spedito sulla tela”
La ragazza con l’orecchino di perla (nota anche come la ragazza con il turbante) è un dipinto di modeste dimensioni appartenente alla categoria dei tronie realizzato dal pittore fiammingo Jan Veermer nel 1665 e conservato alla Mauritshuis dell’Aia (Olanda), opera diventata così famosa da essere ribattezzata: La Gioconda olandese.
L’ignota identità della ragazza rappresentata, le scarse notizie riguardo le modalità di commissione e di realizzazione conferiscono al dipinto un’aurea di mistero unica e rara.
Un dipinto di una bellezza immensa, infinita e di un fascino senza tempo. La ragazza rappresentata in costumi tipici olandesi e dal turbante dalle molteplici tonalità del giallo e del blu oltremare ottenuto dai lapislazzuli instaura con lo spettatore un interscambio visivo intenso e fulminante, che sfiora le corde dell’anima a cui si associano le sue labbra dal colore rosso vermiglio leggermente socchiuse, che sembrano sussurrare una frase dal gusto intimo e privato dotate di una carica erotica pazzesca. Infine, l’orecchino di perla, elegante e semplice realizzato dal pittore tramite due singole pennellate rapide e veloci dal colore bianco riflette la luce della stanza e conferisce alla figura femminile un candore e uno splendore particolare e raffinato.
Un’istantanea artistica del ‘600 olandese dal fascino unico e sensazionale, da apprezzare e godere con il sottofondo musicale Debussy: Arabesque No.1 di Emmanuel Pahud e Marino Anraku.
Foto: elilovestravelling.com