Le lacrime di Freya: eleganza innata e fine, sensualità a tratti erotica

Di Valentina Mazzaferro
Ogni volta che una donna piange versa lacrime d’oro, donna e coraggio volti di una moneta umana portatrice di tormenti e di gioie.
Chioma dorata a cascata e liscia sul lato sinistro del volto dalle linee capricciose e incontenibili dall’altra che ricopre metà del profilo femminile, labbra rosso vermiglio.
Occhio sinistro socchiuso dal quale sgorgano lacrime d’oro realizzate dalla pittrice in modo delicato da sembrare lamine d’oro.
La donna rappresentata nel dipinto è la dea Freya, moglie di Odur, dio che percorre la volta celeste alla guida del carro del Sole. Una divinità che quotidianamente si separa dalla moglie per svolgere le proprie mansioni divine e una donna che alla partenza del coniuge non riesce a trattenere le sue lacrime d’oro da cui prende colore l’alba del giorno e il tramonto sera, momento di partenza e di ritorno di Odur dalla sua sposa per l’occasione versa lacrime di emozioni che conferiscono al tramonto delle splendide sfumature gialle oro.
L’uso sconsiderato e ribelle del colore oro e il fascino onirico e sensuale della figura femminile, la composizione e il taglio di prospettiva ci rimandano ai dipinti di Gustav Klimt, ma in realtà l’opera appartiene a Anne Marie Ziberman, pittrice contemporanea francese che ha approfondito lo studio delle arti grafiche a Parigi rivestendo dei ruoli importanti come pubblicitaria e stilista in alcune illustri case di moda, tra cui Kenzo.
Eleganza innata e fine, sensualità a tratti erotica.
Colonna sonora consigliata per ammirare tale capolavoro femminile: Donna, Mia Martini.