La comunità educante a supporto degli orfani dei crimini domestici
Dall’Ufficio Stampa
Ha preso il via il giorno 28 ottobre, a cura dell’Associazione Studi Intervento e Assistenza Psicosociale, il corso Comunità educante a supporto degli orfani di crimini domestici, un ciclo di formazione in 3 incontri su prevenzione e sostegno alle vittime della violenza e dei crimini domestici. La formazione si colloca nell’ambito di un progetto quadriennale avviato a ottobre del 2021 a seguito del bando A braccia aperte, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, destinato agli orfani di crimini domestici. Il progetto ha nome Rete di Sostegno per Percorsi di Inclusione e Resilienza con gli Orfani speciali), viene attuato in 6 regioni del Sud Italia e mette al centro i minori cosiddetti orfani speciali, vittime collaterali invisibili dei femminicidi (e non solo: sebbene in misura residuale, vi sono casi di papà uccisi). Il corso è rivolto agli operatori dei settori sociale, sanitario, scolastico, giudiziario, mediatico della Calabria e si prefigge di fornire una mappa concettuale e operativa per supportare minori e famiglie.
Questa prima giornata di lavori, dal titolo Esperienze sfavorevoli infantili e organizzazione dei servizi e coordinata dal presidente di SInAPsi Giuseppe Lombardo, è iniziata col saluto di Fedele Salvatore, rappresentante della Cooperativa Sociale Irene 95, ente capofila del progetto con sede in Campania, che ha illustrato finalità, azioni e accordi interregionale e fatto conoscere i dati relativi al numero degli orfani identificati, agganciati e presi in carico. A seguire, Daniela Diano, che attraverso un linguaggio accessibile ha spiegato quali trasformazioni neurologiche, fisiche e psicologiche subiscono i soggetti in età evolutiva sottoposti a traumi complessi com’è il caso delle bambine, dei bambini e degli adolescenti testimoni di violenza e orfani per crimini domestici. Si è poi soffermata sulla strutturazione del percorso di sostegno multiprofessionale e interistituzionale definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle situazioni traumatiche di questo tipo. Subito dopo, Michele Pellegrini, in collegamento da Bari, ha esposto, anche attraverso esempi concreti, il percorso Piccoli passi, per rispondere alla complessità dei bisogni dei minori e dei tutori in emergenza, cioè immediatamente dopo il delitto e nei successivi 6 mesi. Un percorso implementato fin dal 2016 nella regione Puglia, che si è dotata anche di apposita normativa e protocolli operativi, individuando gli strumenti e le procedure più opportune da adottare in questi casi.
Da ultimo, Romina Agostino, che per il progetto Re.S.P.I.R.O. si occupa della mappatura e del monitoraggio in Calabria, ha esposto in dettaglio criticità e punti di forza incontrati in questi due anni di lavoro faticoso ma entusiasmante, durante i quali sono stati identificati 51 orfani, tra cui 9 presi in carico dal gruppo.
La formazione proseguirà sabato 4 novembre col secondo incontro, che ha per titolo Percorsi e strumenti normativi.