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Guernica: la paura sempre attuale di uno scenario instabile

Edil Merici

Di Valentina Mazzaferro

Guernica è dipinto estremamente attuale, che ci proietta in una dimensione presente di paura e timore che si apre a uno scenario internazionale sempre più instabile.
Guernica di Pablo Picasso è un dipinto ispirato al bombardamento di Guernica, situazione militare drammatica che rimase impressa nella mente del pittore, che realizzò il dipinto in soli due mesi riuscendo a conquistare anche un posto d’onore nel padiglione spagnolo dell’esposizione universale di Parigi.
L’opera iniziò così ad essere conosciuta a livello mondiale riconoscendo le dinamiche della guerra fratricida in corso nella penisola iberica.
Il soggetto storico del dipinto merita un approfondimento di clamore: il 26 aprile 1937 gli aerei italiani e tedeschi al comando del generale Francisco Franco rasero al suolo tramite un bombardamento terroristico la cittadina basca di Guernica, attacco all’avanguardia che coinvolse anche l’armata tedesca Luftwaffe, l’aviazione legionaria, la legione del condor e l’unità volontaria della regia aeronautica italiana, che si tramutò in un terribile dimostrazione di forza militare irrefrenabile e violenta di morte e distruzione. Sì, perché la guerra è morte di innocenti, di bambini e di madri dai volti straziati, che non riescono più a trovare un senso di vita.
Dipinto simbolico: figura materna con neonato senza vita, cavallo simbolo di brutalità, toro, animale simbolo del sacrificio della corrida spagnola; composizione di ordine ternario che ricorda il presepe rasa al suolo dal bombardamento di natura terroristica.
Di notevole importanza anche la colomba al lato sinistro che richiama la pace, ma allude anche al dolore provocato dalla guerra come descrive il suo movimento verso terra.
Infine, Guernica è concepito come un manifesto universale contro la forza cieca delle guerre e le sue enormi dimensioni sono in grado di aggredire e far sentire in colpa lo spettatore come se questo fosse l’artefice o una delle vittime. La scelta del colore monocromo bianco-nero si inserisce nella tematica del lutto; tramite un’osservazione peculiare della tela sarà possibile osservare anche della filigrana e dei tratti di color nero appena accennati che ricordano i segni dell’antica arte topografica.
Colonna sonora che impone a considerare la guerra un tripudio di dolore inutile: Ermal Meta, Fabrizio Moro, Non mi avete fatto niente.

Foto: artribune.com

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