Dall’Ufficio Stampa CGIL Calabria
Partire dal ricordo e dalla memoria di Salvatore Cucè, operaio 34enne morto lo scorso febbraio mentre era impiegato in un cantiere della linea ferroviaria del Terzo Valico a Voltaggio, per lavorare sulla costruzione e la diffusione della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro a partire dalle nuove generazioni. È questo lo scopo delle borse di studio che la sezione regionale della Federazione Italiana dei Lavoratori del Legno, dell’Edilizia, delle industrie Affini ha deciso di intitolare alla memoria di Cucè e la cui presentazione è avvenuta a Roccabernarda, città natale di Cucè, in un’iniziativa promossa da FILLEA, Confederazione Generale Italiana del Lavoro Area Vasta Catanzaro, Crotone e Vibo, l’associazione Amici di Salvatore e il Comune di Roccabernarda.
All’evento hanno preso parte i famigliari del giovane operaio, il Segretario della FILLEA Antonio Di Franco, il Segretario regionale della FILLEA Simone Celebre, il Segretario dell’Area Vasta CZ-KR-VV Enzo Scalese, il Segretario regionale Federazione Lavoratori della Conoscenza Domenico Denaro, la coordinatrice regionale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro – Funzione Pubblica della CGIL Graziella Segreti, la dirigente dell’istituto omnicomprensivo Diodato Borrelli Santa Severina – Rocca Bernarda Antonietta Ferrazzo, l’associazione Minatori Pagliarelle rappresentata da Sandro Garofalo, il Sindaco di Roccabernarda Luigi Foresta, la presidente dell’associazione Amici di Salvatore Stefania Venditti.
«Se laformazione sulla sicurezza sul lavoro degli adulti è cosa ardua – ha affermato il Segretario regionale FILLEA Simone Celebre – lo si deve al fatto che le persone di una certa età hanno difficoltà a modificare abitudine acquisite, magari sottovalutando il rischio lavorativo. Per questo motivo è importante ripartire dalle nuove generazioni per impostare un consolidamento della cultura della sicurezza che potrà essere favorito dall’inserimento nei programmi scolastici di questa materia.»
«Le nostre proposte alla politica purtroppo non vengono ascoltate. Non si può essere sicuri sui luoghi di lavoro se c’è precarietà, sfruttamento o si ricorre a strumenti come il subappalto a cascata che riduce i diritti e le tutele, usando strumentalmente la clava delle semplificazioni con l’obiettivo di spendere, indipendentemente dalla qualità delle opere e dalla sicurezza di chi lavora. Serve – ha aggiunto – urgentemente una riforma della giustizia penale che eviti lo spettro della prescrizione, che introduca il reato di omicidio colposo sui luoghi di lavoro e una patente punti per quelle imprese che rispettano le regole, estromettendo dalle gare dei lavori pubblici quelle che non lo fanno, evitando di creare concorrenza sleale tra le imprese serie che rispettano norme e contratti. Serve un maggiore numero di ispettori mettendoli nelle condizioni di poter lavorare con la giusta qualità e serenità.»
