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Attualità

Un Natale… pagano

Pensieri, parole, opere… e opinioni

Edil Merici

Lasciataci alle spalle la prima domenica di avvento, è iniziato ufficialmente il periodo che, secondo la tradizione cristiana, dovrebbe essere di raccoglimento in attesa della venuta del Natale di Gesù.
Di cose da raccontare, in questo primo scampolo di dicembre, ce ne sarebbero sicuramente molte, ma mai come quest’anno una concatenazione di eventi personali e professionali mi ha fatto un po’ perdere di vista l’orizzonte delle cose, imponendomi quel momento di raccoglimento che, immagino, sarà utile anche a tracciare un bilancio dell’anno che ci stiamo lasciando alle spalle.
Eppure una riflessione, in quest’ultima frangia d’anno in cui già si respira aria di festa, mi corre l’obbligo farla. Ritornando con la mente al periodo immediatamente precedente al 31 ottobre, quest’anno ho sentito particolarmente accesa la discussione relativa all’opportunità o meno di celebrare la ricorrenza di Halloween e l’argomentazione maggiormente sfruttata da parte dei detrattori della ricorrenza anglosassone è stata che si tratta di una festività pagana e che sarebbe una celebrazione del male. Indipendentemente dal fatto che tale interpretazione della festività è quanto di più riduttivo possa essere espresso (e basta dare una scorsa alla pagina che Wikipedia dedica ad Halloween per comprendere a cosa faccio riferimento e che, guarda un po’, la festività è in realtà di origine… cristiana!) e accettando che qualcuno possa sostenere di non sentire parte della propria cultura una ricorrenza così controversa, preferendo ricordare i propri defunti con un momento di preghiera e raccoglimento (io stesso non ho mai celebrato Halloween né mai partecipato a feste a tema nel periodo in questione e l’unica zucca che ho intagliato in vita mia è stato per un compito alle scuole elementari), per mera coerenza morale mi sarei aspettato che il Natale 2023 avrebbe segnato un ritorno ai veri valori cristiani e che al criterio dell’opulenza commerciale si sarebbe ritornati a quello della preghiera. Invece, come sempre accade, anche quest’anno, e spesso a partire dal cristianissimo 1º novembre, sono fioccate luminarie sempre più abbaglianti, abeti confettati e babbi natale appesi un po’ ovunque.
Pur accettando che le luminarie abbiano preso il posto delle tradizionali candele che simboleggiano la luce che Cristo è in grado di portare nel mondo, sarebbe opportuno ricordare sempre che il cristiano Babbo Natale è in realtà la commistione di differenti tradizioni popolari e religiose, sulle quali hanno avuto maggiore influenza la scandinava (e quindi pagana) tradizione di Odino che, una volta l’anno, vestito da viandante, elargiva doni ai bisognosi e la cristiana (quella sì) di San Nicola protettore dei bambini e che il tanto amato albero di Natale è di tradizione druidica (quindi pagana) e piegata alla tradizione nostrana sol perché il sempreverde era un simbolo di vita che resiste alle avversità. Una miscellanea che abbiamo saputo fare nostra unendola al ben più tradizionale momento di raccoglimento accanto al presepe e la preghiera contrita di un’umanità che chiede perdono per essersi voltata dall’altra parte quando il proprio salvatore è stato costretto a nascere in una stalla.
Sia chiaro, non intendo smontare il blocco di tradizioni che hanno fatto e fanno del Natale l’unico momento spensierato della società civile occidentale contemporanea, ma piuttosto invitare tutti a collegare sempre il cervello alla bocca prima di darle fiato, perché fare una crociata contro qualcosa o qualcuno barricandosi dietro i principi della religione è una condotta che storicamente, abbiamo sempre tenuto e che dovremmo sapere che deriva pericolosa potrebbe prendere.
Altro elemento sul quale sarebbe il caso di riflettere è il fatto che, se dobbiamo difendere a spada tratta la nostra tradizione culturale (sia essa religiosa o sociale) allora non dovremmo farlo a convenienza, perché se vogliamo rimandare al mittente i festeggiamenti di Halloween, allora sarebbe il caso di guardare con lo stesso orrore ai Black Friday che da diversi anni a questa parte ci permettono di riempire le nostre case di regali natalizi (anche qui, qualcuno mi spieghi perché dovremmo scambiarci doni tra noi per festeggiare la nascita di quel Cristo che stiamo continuando a lasciare nella stalla…) senza alleggerire troppo il portafogli.

Foto: greenretail.it

GRF

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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