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Costume e Società

I tronconi di strada e le leggi che ne determinarono le sorti

Edil Merici

Di Andrea Morabito

La legge prevedeva che la richiesta e, di conseguenza, anche il contributo dello Stato, venisse fatta dalla Provincia con sua delibera, che la inserisse tra le sue strade provinciali; cosa che la Provincia fece con delibera del 1878, e quindi inserita nel Disegno di Legge che, approvato, divenne la Legge di cui sopra. L’articolo 150 relativo alla strada Africo–Bianconovo fu discusso e approvato dalla Camera nella tornata dell’11 maggio 1881. La Bianconovo è divisa in tre lotti; Africo–Sant’Agata, di Km 25,4, (costo 1.250.000); Sant’Agata–Vena (zona Pardesca) di Km 5,692 (costo 61.377,57); Vena–Bianconuovo di Km 3,518, (costo 46.559,22). La Sant’Agata–Vena e la Vena–Bianconuovo sono al momento dell’approvazione della Legge del 1881, già costruite e necessitano solo di essere terminate con lavori di sistemazione. Questi due tronchi formavano la comunale consortile Bianconovo–Casignana–Caraffa–Sant’Agata, che non includono però le traverse di Crocefisso e di Casignana. La spesa totale per l’intera tratta è di 1.357.986,79, con la legge viene impegnato solo la somma di 99.936,76, così divisa: 53.377,57 per il tronco Sant’Agata–Vena e 46.599,22 per il tronco Vena–Bianconuovo, per il tronco Africo–Sant’Agata nulla, non c’era ancora somma impegnata. Come detto il solo tronco che deve essere costruito e quello Africo–Sant’Agata, che è il più lungo e il più difficile da realizzare, perché deve attraversare Monti e fiumare; infatti è previsto un ponte con una luce di 15 metri sulla fiumara La Verde. Scopriamo, però, che in realtà i veri parametri sono un preventivo di spesa tra i 2.500.000 e i 4.500.000 per km, rimasta solo come progetto di massima, perché non fu mai finanziata. La Provinciale nº 219 aveva lo scopo, che è poi rimasto tale, di congiungere la Provinciale ordinaria Melito–Bagaladi–San Lorenzo-Africo con la Provinciale nº 95 (divenuta quasi 50 anni dopo, la tristemente nota Strada Statale 106). Partendo da Africo passava presso Samo, cui si collegava con una traversa di circa 900 metri, tagliava l’abitato di Sant’Agata e Caraffa e lambiva Casignana e scendeva verso Crocefisso da qui Pardesca (Vena) e Bianconovo, e terminava incrociando la sopradetta Provinciale nº 95 poco prima dell’abitato di Bianco, dove oggi inizia il rettilineo che immette in paese.
Un accenno lo merita anche la Provinciale nº 95 (SS 106) già esistente; parte da Reggio e arriva, costeggiando la riviera ionica fino a incontrare la Provinciale Chiaravalle–Guardavalle. Si svolge interamente lungo la spiaggia del mare, salvo il tratto del secondo tronco; Brancaleone Marina–Vallata della Verde. Da questo punto, Brancaleone, lasciata la spiaggia, si interna nella Contrada Foresta, dove raggiunge quota 125, per scendere fino alla marina; passando prima di raggiungere Bianco, nella vallata che negli anni ‘50 del XX secolo vedrà nascere il nuovo Africo, dove la nº 95 interseca la nº 219. Nel suo tragitto, da Reggio a Monasterace, attraversa 58 ponti.
Nel corso della discussione dell’art. 150 del disegno di Legge, quello che prevedeva la costruzione della Provinciale nº 219, denominata Africo–Bianconovo, il Deputato reggino Luigi De Blasio presenta, su questo articolo, un emendamento. Egli desidera che il nº 150 dell’elenco III, annesso alla tabella B, si modifichi così: “a Strada dal ponte di Ghorio sulla Melito-Bagaladi per San Lorenzo, Roccaforte, Roghudi e Africo alla stazione di Bianconovo”. Il relatore della Legge aveva già informato l’assemblea che la Commissione, d’accordo col Ministro, tiene ferma la dizione contenuta nel disegno di legge, conforme alle richieste della Provincia. Con queste premesse il Deputato De Blasio non ha molte speranze che il suo emendamento passi, e lui stesso ne è consapevole. Nella discussione interviene a spiegare le sue ragioni circa l’opportunità di quell’emendamento. Gli si oppone, secondo De Blasio, il solo fatto contro il suo emendamento che è difforme dalla richiesta della Provincia di Reggio Calabria. Ribatte, che egli l’abbia fatta quella proposta proprio perché la provincia non ha creduto o non ha pensato di proporre la costruzione della strada nel senso che la vorrebbe il suo emendamento. Che l’obbiettivo che deve raggiungere la costruzione di questa strada è quello che debba servire a mettere in comunicazione nell’estremo punto d’Italia i due mari, il mar Jonio col mar Tirreno; il che si otterrebbe non nel modo indicato dall’istanza della provincia, ma nel modo che è indicato nel suo emendamento.

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