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Costume e SocietàLetteratura

Come cambia il sistema delle leggi nel metaverso

Le riflessioni del centro studi

Edil Merici

Di Giuseppe Oppedisano – Avvocato del Foro di Locri

La libertà dell’individuo, in via esemplificativa, può essere violata dall’attuazione del cosiddetto pedinamento digitale, attuato dai gestori delle piattaforme o da intrusi ivi presenti clandestinamente e capaci di catturare il comportamento verbale e non verbale degli utenti, carpire la personalità, i gusti, i pensieri, le emozioni; sono infinite le tecniche e le potenzialità di analisi, persuasione e condizionamento del libero pensiero e di formazione della coscienza e conoscenza. Ancora, è in discussione la protezione dei minori, il monitoraggio delle loro attività e sicurezza, il rischio di discriminazione delle minoranze, il pericolo di un ambiente escludente e intollerante, censurante le libere opinioni; va affrontata la prevenzione e punizione degli illeciti, lo sfruttamento delle emozioni a scopo commerciale. Nel prossimo futuro invece, una questione cruciale sarà la gestione delle piattaforme digitali, ossia si dovrà determinare se esse dovranno rimanere private o si renderà necessario, e in quale misura, un intervento pubblico, in quanto le soluzioni, prodotte dagli algoritmi, modulatori dell’ambiente, rischiano di creare una egemonia culturale, contraria ai principi costituzionali.
Il compito del giurista sarà forse quello di impegnarsi a tenere il passo con le nuove tecnologie e individuare i limiti e le regole, valide e accettate in sede nazionale e internazionale? In tal caso, la Convenzione nº 108 del Consiglio d’Europa, del 28 gennaio 1981, sulla protezione delle persone in relazione al trattamento automatizzato dei dati di carattere personale, rappresenta già il precursore di tale nuova era giuridica, rappresentando essa il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante adottato in materia di protezione dei dati, che ha anche dato il via alle legislazioni nazionali e agli accordi internazionali. In Italia è stata adottata la legge nº 675/1996 sulla privacy, istituito il Garante per la protezione dei dati personali, quale autorità amministrativa indipendente, emanato il codice in materia di protezione dei dati personali, Decreto Legislativo 196/2003. A livello internazionale, e sempre a protezione dei dati sensibili, vi sono anche la Direttiva (dell’Unione Europea) 2019/771 attuata con il D.Lgs nº 170 del 4 novembre 2021, e la Direttiva (UE) 2019/770, trasposta nel Codice del Consumo dal D.Lgs nº 173 del 4 novembre 2021, che hanno reso più gravoso il regime di responsabilità e rafforzato le garanzie di conformità dei beni e dei servizi e contenuti digitali in favore dei consumatori. L’articolo 135-octies, comma 4, del Codice del Consumo, ovviamente di matrice internazionale, riconosce la possibilità di utilizzare i dati personali come corrispettivo per l’acquisto di contenuti e servizi digitali, con la prescrizione che “i dati personali forniti dal consumatore siano trattati esclusivamente dal professionista ai fini della fornitura del contenuto digitale o del servizio digitale a norma del presente capo o per consentire l’assolvimento degli obblighi di legge cui è soggetto il professionista e quest’ultimo non tratti tali dati per scopi diversi da quelli previsti.”
I singoli Stati, dal canto loro, saranno chiamati a meglio regolamentare il nuovo sinallagma contrattuale, ossia lo scambio fra i dati personali dell’utente e i servizi offerti dalle piattaforme, ad attuare in concreto il principio già esistente della minimizzazione dei dati, trasporre i diritti del mondo analogico al metaverso, garantire l’uguaglianza, tutelare la libertà individuale e i beni, applicare i principi del giusto processo, evitare lacune giuridiche o antinomie con le legislazioni degli altri Stati. Alcuni studiosi, a tal proposito, auspicano la necessità di un nuovo contratto sociale, come ideato all’origine della rivoluzione industriale da John Locke e rielaborato da Jean-Jacques Rousseau, calato nell’oggi, per la formazione di una nuova coscienza sociale, una nuova intesa e comunanza di valori, fra tutti i soggetti coinvolti, per affrontare le nuove sfide della tecnologia. Avanza anche l’idea della fabbrica virtuale, quale luogo di fusione di intelligenza artificiale, realtà virtuale e aumentata, computazione da remoto, sviluppo a blocchi, piattaforme di pagamento, simulazione grafica e altro, strumenti necessari per contribuire a ridurre i nostri consumi di energia e materie prime. In conclusione, se questa del metaverso sarà veramente la realtà del domani e non una moda effimera, frutto di visioni distorte o peggio di interessi commerciali, al di là delle probabili nuove sfide giuridiche che attenderanno i giuristi, forte sarà il rischio della perdita della dimensione umana, per come già testimonia la Gaming Disorder, ovvero un disturbo comportamentale importante, dovuto all’abuso dei videogiochi, che è stato già inserito dall’Organizzazione mondiale della sanità tra le malattie riconosciute. Da ultimo l’UE, con la votazione del Parlamento del 14/6/2023, ha approvato il pionieristico progetto di normativa sull’intelligenza artificiale (AI act) che vietal’utilizzo di sistemi di identificazione biometrica remota in tempo reale e a posteriori in aree pubbliche, sistemi di categorizzazione biometrica basati su genere, razza, etnia, cittadinanza, religione, credo politico, sistemi di polizia predittiva, sistemi di riconoscimento delle emozioni, estrazione non mirata di dati biometrici da internet o da video di telecamere a circuito chiuso. L’idea è tutelare i diritti e le libertà dei cittadini e scongiurare un futuro Grande Fratello.

Estratto da L’Eco Giuridico del Centro Studi Zaleuco Locri del 30/06/2023

Foto: panorama.it

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