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Attualità

In viaggio tra storie e rivendicazioni: l’8 Marzo e il 25 Novembre

Quel che nessuno vi ha detto

Edil Merici

Eccomi qui di nuovo, pronto a immergermi nelle profondità del mistero insieme a voi. Siete riusciti a dipanare l’alone di segretezza che mi circonda? Mi chiedo spesso se dietro le vostre ipotesi ci sia un briciolo di verità o se, invece, il velo di mistero relativo alla mia identità rimarrà irrimediabilmente intatto. Ma lasciamo da parte i sogni di detective e passiamo all’argomento del giorno.
Domani è l’8 marzo, la Giornata Internazionale della Donna. Una data carica di significato, di storia, di lotta e di conquiste. È una giornata che non possiamo lasciar passare inosservata, una giornata che richiama alla mente le lotte delle donne di tutto il mondo per i propri diritti, per la parità di genere, per una società più giusta ed equa.
La storia dell’8 marzo ha radici profonde, che affondano nel tessuto sociale e politico del XIX e del XX secolo. È il risultato delle rivendicazioni delle donne lavoratrici, che hanno protestato per le condizioni disumane in cui venivano costrette a lavorare, per la discriminazione e per il diritto al voto.
Questa giornata, nata come simbolo di lotta delle donne operaie, si è trasformata nel corso degli anni in una celebrazione di tutte le donne, ovunque nel mondo. È un momento per riflettere sui progressi compiuti, ma anche sulle sfide ancora da affrontare.
Ancora oggi, nonostante i passi avanti fatti, le donne si trovano ad affrontare discriminazioni, disparità di salario, violenze di genere e limitazioni nei loro diritti. È per questo che è così importante celebrare l’8 marzo: per ricordare che la lotta per i diritti delle donne è una lotta continua, che coinvolge tutti noi.
Sotto questo punto di vista è impossibile non fare il parallelo con un’altra ricorrenza che pone al centro dell’attenzione l’universo femminile: mi riferisco a quella del 25 novembre che, sebbene abbia origini e scopi differenti, condivide con la Giornata internazionale della Donna un importante obiettivo: quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su temi cruciali legati alla dignità e ai diritti delle persone.
Se l’8 marzo, infatti, è una celebrazione mondiale della lotta per i diritti delle donne e offre l’opportunità di riflettere sulle sfide ancora presenti e il lavoro che resta da fare per raggiungere una società più equa e inclusiva indipendentemente dal genere, il 25 novembre, la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno della violenza di genere e a promuovere azioni concrete per contrastarla e prevenirla. È un momento per ricordare le vittime di violenza e per rinnovare l’impegno nella lotta contro questo grave problema sociale.
Entrambe queste ricorrenze sono importanti perché mettono in luce tematiche fondamentali legate alla dignità umana, al rispetto reciproco e alla parità di diritti. Celebrarle ci offre l’opportunità di promuovere la consapevolezza e il cambiamento, di dare voce alle persone che spesso sono emarginate e di impegnarci attivamente per costruire una società più giusta e solidale.
Inoltre, entrambe le ricorrenze ci ricordano che la lotta per i diritti umani non è mai conclusa e che è necessario mantenere viva l’attenzione e l’impegno nel tempo. Solo attraverso una continua sensibilizzazione e azione possiamo sperare di eliminare le disuguaglianze e le violenze che ancora affliggono la nostra società.
Pertanto, celebrare l’8 marzo e il 25 novembre non è solo un dovere, ma anche un’opportunità per costruire un futuro migliore, più equo e più umano per tutti.
Quindi, domani, mentre festeggiamo le donne straordinarie che ci circondano, non dimentichiamoci di continuare a combattere per una società più inclusiva, più equa e più giusta. È un impegno che ci riguarda tutti, indipendentemente dal genere.
E per avere altre dritte di questo… genere, continuate a seguirci su Quel che Nessuno vi ha detto, dove cercheremo sempre di esplorare argomenti che meritano di essere portati alla luce. E se, per caso, qualcuno ha scoperto chi si cela dietro queste parole, fatecelo sapere! Per ora, il mistero continua…
Alla prossima settimana!

Oὐδείς

Oὐδείς (pronuncia üdéis) è il sostantivo con il quale Ulisse si presenta a Polifemo nell’Odissea di Omero, e significa “nessuno”. Grazie a questo semplice stratagemma, quando il re di Itaca acceca Polifemo per fuggire dalla sua grotta, il ciclope chiama in soccorso i suoi fratelli urlando che «Nessuno lo ha accecato!», non rendendosi tuttavia conto di aver appena agevolato la fuga dei suoi aggressori. Tornata alla ribalta grazie a uno splendido graphic novel di Carmine di Giandomenico, la denominazione Oὐδείς è stata “rubata” dal più misterioso dei nostri collaboratori, che si impegnerà a esporre a voi lettori punti di vista inediti o approfondimenti che nessuno, per l’appunto, ha fino a oggi avuto il coraggio di affrontare.

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