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Attualità

Inchiesta di Peugia e dossieraggio: la rabbia di Vincenzo Speziali

Edil Merici

Di Vincenzo Speziali

In Italia non esiste solo l’insolenza di chi rimane abbarbicato alla sua poltrona (al netto di conflitto di interessi e non osservanza del senso di opportunità che i Cinquestelle invocano sempre in capo agli altri ma non per loro), perché esistono, soprattutto altri diritti, certamente positivi, naturali e costituzionali. Innanzitutto, tra questi, vi è il diritto di tutti i cittadini a non essere perseguitati o spiati o indagati (senza reati, per di più con metodi da spionaggio ricattatorio o sovietizzante, quasi a far apparite Iosif Stalin per un notorio liberldemocratico) e comunque, non si può nemmeno sopportate di vedersi diffidati allorquando si chiedono legittimamente lumi circa l’operato passato e presente. Oppure financo nel mentre gens similis tenta di impedire lo svolgimento di ragionamenti e persino di rispondere a interviste di giornalisti, posto che al sottoscritto delle diffide che vengono dispensate quotidianamente non fanno effetto e me ne sbatto altissimamente, tanto quanti sono i centrimetri della mia longilineità, non modificata dal rinforzo calzaturiero dei tacchetti alle scarpe (altra forma, che se invece nei esistesse in calo a qualcuno, sarebbe, certamente, indice di malessere psicologico o di disturbo della personalità, tale da rendere l’ipotetico soggetto, non idoneo a un contesto sociale).
Parimenti, innanzi a siffatte ed effimere insolenze, siamo innanzi alla plasticità materiale dell’arroganza (di casta o ex casta, magistraturale o dei politicanti moralisti, nella migliore delle ipotesi), benché con orgoglio ribadisco come io porto quale medaglia al valore civile, l’essere stato indagato, senza reato e senza possibilità, ma con metodi discutibili (oggi sotto gli occhi di tutti),che fanno sì da definire tutto ciò non giustizia ma barbarie di aspiranti dittatorucoli formato bonsai (ovviamente in senso non fisico, pur se ognuno può interpretarla come vuole).
Certamente, quanto al sottoscritto cagionato, fu proprio da parte di alcuni uffici, mentre ricordo benissimo la conferenza stampa dell’8 Maggio 2014 in cui ci si pavoneggiava a favore di flash e telecamere.
Ho persino subito la tortura morale, e relativa privazione dei miei Diritti fondamentali e costituzionali, con annesso ingiusto esilio, ma adesso, per fortuna c’è un procedimento penale in Libano, basato sugli atti che erano stati indirizzati avverso il sottoscritto e firmati dagli stessi collaboratori dell’ex procuratore de quo, evidentemente compiuti sotto la sua supervisione. Altrimenti non è possibile che sempre al solito e (non?) povero magistrato sfuggano le cose, come tenta (penosamente?) di dare a intendere nei giorni attuali, proprio in merito a quanto concerne le defaillance in seno alla Direzione Nazionale Antimafia, che ha diretto dopo aver lasciato la Procura di Reggio Calabria. Pure per tali motivi ho chiesto di essere ascoltato in Commissione Antimafia e comunque ricomunico che la prossima settimana a Beirut, probabilmente, dovrò sottopormi a ulteriore produzione deposizionale, nel procedimento che mi vede testimone e parte lesa, scaturito dalla surreale inchiesta Breakfast e di cui darò notizia dettagliata, assieme al mio legale di Beirut, in un comunicato ufficiale, ovviamente asseverato secondo le formule giuridiche libanesi.
Ordunque quindi, a chiunque volesse minimamente replicarmi, con stucchevoli luoghi comuni, si sappia che il sottoscritto non vede l’ora, in quanto prima del tempo produrrò evidenze di fatti, luoghi, eventi, avvenimenti e circostanze, così come precedentemente a me hanno fatto, in maniera identica e speculare, i padri della nostra patria (a cominciare dai democristiani) alfine di combattere, per vincere la dittatura nazifascista, ricostruendo il Paese e ridando all’Italia libertà, assieme alla dignità.
Si, la dignità, quella che non ho mai perso e che ho conservato, lottando persino a favore della libertà di ogni cittadino.
Questo mi è stato insegnato, dalla mia famiglia, dalla mia gente di Bovalino e dalla Democrazia Cristiana.

Redazione

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