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Dalila Nesci: “Vi spiego come l’Italia ripartirà dal Sud”

Nella giornata di ieri il Governo Draghi ha aggiunto un altro importante tassello alla conformazione del proprio esecutivo. Ci riferiamo alla nomina dei Sottosegretari, che avranno il compito di coadiuvare i vari Ministri nell’esercizio dei propri compiti e di assumere le deleghe che gli saranno da questi affidate.
È stata una gradita sorpresa, ovviamente, che l’incarico di Sottosegretario al Ministero per il Sud e la Coesione territoriale sia stato affidato a una calabrese. Si tratta di Dalila Nesci, parlamentare del Movimento 5 Stelle nata a Tropea, alla quale abbiamo rivolto quattro domande relative al suo nuovo incarico e al futuro prossimo del Meridione.
Quali sono le azioni più urgenti che dovrebbe intraprendere il Ministero per il Sud?
Bisogna partire dalla definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, che vengono tutelati dalla nostra Costituzione, con specifici progetti da declinare nel Mezzogiorno e da includere nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che attuerà in Italia il Next Generation EU.
La pandemia da Covid-19 rappresenta allo stesso tempo un rischio e un’opportunità per il Mezzogiorno, ma quali interventi a medio termine potrebbero riuscire a evitare che lo scarto con il settentrione aumenti?
Il PNRR si declina in sei macro-missioni. Per brevità: digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture, istruzione, inclusione e salute. Ma ognuna di queste macro-missioni viene parallelamente associata a tre priorità trasversali: donne, giovani e Sud. Inserire il Sud tra queste tre priorità, che incideranno profondamente sulle scelte operative, credo sia uno straordinario risultato che non possiamo non ascrivere al secondo Governo Conte e a chi lo ha sostenuto. La sfida del Governo Draghi, grazie all’apporto fondamentale del Parlamento, sarà quella di scendere ora al livello operativo per rilanciare finalmente il Mezzogiorno: asset strategici, turismo, cultura, formazione, salute, tutela di un territorio sempre più fragile. Credo sia chiaro a tutti coloro che hanno dato fiducia a questo esecutivo che la sua ripartenza è strategica per l’intera economia nazionale.
Scendiamo nel dettaglio della sua terra d’origine, la Calabria: il Covid-19 ha dimostrato all’intero Paese quali siano le condizioni della sanità regionale. Secondo lei siamo dinanzi alla dimostrazione del fallimento del sistema commissariale, e quale futuro si prospetta per il comparto?
Il commissariamento è un atto dovuto quando si ha il dissesto finanziario a livello locale, ma sappiamo bene che è uno strumento che va riformato. Dipende poi dalle persone che lo incarnano sfruttare al meglio i poteri straordinari che vengono conferiti per ritornare a una condizione di normalità. Questo deve essere il faro che illumina la via di ogni commissario. Ho avuto modo di incontrare recentemente il neocommissario ad acta alla Sanità Guido Longo e sono certa che darà il massimo per questo in un frangente, quale quello attuale, che sarebbe ostico per chiunque. Il primo obiettivo è velocizzare il processo di distribuzione e somministrazione dei vaccini anti-Covid. Solo così potremo sperare di salvare più vite possibili e dare fiato alla nostra economia.
Uno degli obiettivi del Ministero per il Sud sarà quello di attrarre investimenti per il Meridione. In Calabria come si può adottare questa soluzione e come si può rendere pienamente operativa la Zona Economica Speciale del Porto di Gioia Tauro?
Come dicevo prima, ritengo prioritario il ripristino degli asset strategici, tra cui, ovviamente, i nostri porti. Quello della ZES di Gioia Tauro è un Hub fondamentale, che dovrà essere adeguatamente valorizzato nel PNRR, ma affinché si riesca a portarlo a regime è necessario l’intervento di imprenditori che credano nel progetto. È necessario aprire un tavolo permanente, anche con gli altri Ministeri interessati, per includere nel processo di riqualificazione ogni portatore di interesse legittimo.

Foto: strettoweb.com

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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