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La migliore forma di Politica secondo Aristotele

La Repubblica dei Locresi di Epizephiri XIV - Concludiamo il discorso sulla forma migliore di politica secondo il filosofo di Stagira e capiamo finalmente come la sua argomentazione potesse essere applicata alla città di Locri, che assume i connotati di una “polis” sempre più… filosofica.

Di Giuseppe Pellegrino

Tutti sono d’accordo nel segnalare che presso i Greci la monarchia era inesistente al tempo del filosofo e che il diarca spartano era un re pro forma, perché era eleggibili con durata molto limitata nel tempo. Per cui, è più consono ai risultati storici seguire lo schema seguente, sempre dato da Mogens Herman Hansen. Non sembri questo un divagare rispetto all’argomento, dato che non pochi storici, anche di fama, propendono per Locri per una forma di democrazia aristocratica.

AristocraziaPoliteia
Oligarchia IDemocrazia I

In questa fase l’oligarchia di Tipo I si caratterizza per le nobili origini dei suoi abitanti, dalla ricchezza e dalla buona educazione.
Nella democrazia di Tipo I, invece, i diritti sono riservati ai nati da matrimoni legittimi, la comunità è fondamentalmente agricola; il compito dei polìtes è quello di scegliere i magistrati, ai quali, alla fine del mandato, si deve chiedere di rendere conto.
Su questo tipo di democrazia, Aristotele non nasconde la sua preferenza, tanto da sostenere che:

Essendo quattro le specie di democrazia, la migliore è la prima nell’ordine (…) e anche la più antica di tutte. E quando dico prima mi riferisco alla classificazione del popolo. La migliore è la popolazione agricola, presso la quale si può istituire anche una democrazia dove la massa vive di agricoltura e pastorizia. La modestia della loro sostanza li priva del loro tempo, impedendo che si rechino spesso all’Assemblea generale (…) preferiscono lavorare che darsi alla politica e giungere al potere, dove il potere non è fonte di guadagni.

Ne consegue che l’affermazione di Aristotele sulla democrazia è in contrapposizione netta con quanto sostiene Pericle quando afferma che un cittadino deve sempre occuparsi di politica. Mentre per Aristotele il dato migliore è dato dal fatto che un cittadino non ha né il tempo né la voglia di occuparsi di politica. Certamente un ragionamento né in sintonia col pensiero greco, né con quello moderno.

Oligarchia IIDemocrazia II
Oligarchia IIIDemocrazia III

Per queste tipologie di politeia, Aristotele non dedica grande attenzione. È una distinzione puramente intellettuale, alla quale non corrisponde alcuna concreta applicazione. Inutile accennarne. D’altronde è un suo convincimento, che allarga alla sfera di opinione generale, che: “… le costituzioni fondamentali sono riconducibili a due sole (…) e le forme fondamentali sono due, la democrazia e l’oligarchia.”Ovviamente, il filosofo conclude che, come Zefiro ed Euro altro non sono che la contaminazione dei venti, non dei veri e propri venti, così le altre forme di costituzione altro non sono che la contaminazione delle forme istituzionali democratiche od oligarchiche.
Tuttavia, nel prosieguo, Aristotele approfondisce il concetto di democrazia in modo del tutto utile al presente studio.

Non bisogna identificare (…) la democrazia con la sovranità della massa (…), né l’oligarchia con il governo assoluto della minoranza. Perché, se tutta la città fosse costituita da 1.300 cittadini e di questi 1.000 fossero ricchi e non facessero mai parte del potere ai 300, supposto che questi fossero poveri ma liberi e in tutto il resto affatto simili ai ricchi, nessuno direbbe che in questa città vige la democrazia. Analogamente, anche se i poveri fossero pochi, ma più forti dei ricchi ben più numerosi, se questi i primi non permettessero di partecipare agli onori politici, nessuno direbbe che in questo caso ci sia un’oligarchia. Pertanto, si può dire con maggiore ragione che si ha democrazia quando i liberi governano, oligarchia quando governano i ricchi; ma accade che gli uni siano molti e gli altri pochi, perché i liberi sono molti e i ricchi pochi (…). Ma poiché nella democrazia e nell’oligarchia entrano vari elementi, bisogna ancora pensare che il dominio di pochi liberi su molti liberi non costituisce democrazia (…), e neppure il dominio di ricchi fondato soltanto sul loro numero soverchiante costituisce oligarchia (…).

Invece, sono pertinenti i seguenti termini:

Oligarchia IVDemocrazia IV

Non diversamente da quanto sopra l’oligarchia di Tipo IV.
Mentre le caratteristiche della democrazia di Tipo IV hanno dei risvolti molto interessanti. Infatti, anche i figli illegittimi hanno il diritto di cittadinanza nella costituzione della polis; la popolazione è composta da artigiani (τεχνίτες/χερoτεχνίτης), bottegai (agoraion plethos), lavoratori alla giornata (chete). Tutte le decisioni sono prese dall’Assemblea, che si esprime per decreto, e ai Magistrati (scelti per sorteggio) spetta la sola competenza amministrativa. Per tale carica non occorrono requisiti di censo e la carica si svolge nella più completa alternanza e comunque della durata di non oltre un anno e, in genere, non ripetibile.Inutile, sintetizzare la preferenza di Aristotele, per il quale l’oligarchia è il governo dei ricchi (euporoi)e la democrazia il governo dei poveri (aporoi).Dall’insieme nasce un’accezione, secondo il filosofo, al termine democraziapresso i Greci che non è esaltante. Perché demossignifica popolo, in tale concezione, ma anche, diremmo noi oggi, popolino,ossia gente ordinaria.Nell’elaborazione della sua opera principale, Aristotele non ragionò in astratto. Quando deve tirare le conclusioni il filosofo, come Platone, distingue tre tipi fondamentali di costituzioni: la monarchia o governo di uno solo; l’aristocrazia o governo dei migliori; la democrazia o governo della moltitudine. Quest’ultima si chiama politica, cioè costituzione per antonomasia, quando la moltitudine governa per il vantaggio di tutti.
A questi tre tipi corrispondono altrettante degenerazioni: la tirannide è infatti una monarchia che ha per fine il vantaggio del monarca; l’oligarchia ha per fine il vantaggio degli abbienti; la democrazia il vantaggio dei nullatenenti.
È conclusione naturale che Aristotele finisca per considerare come migliore costituzione possibile quella in cui prevale la classe media, cioè dei cittadini forniti di censo e di beni, e le condizioni di garantire il mantenimento della polis.
Per capire le istituzioni locresi è fondamentale indicare i principi generali costitutivi di una polis, che si riportano in modo molto semplificato, ma con specifico riferimento alla democrazia diretta, in relazione all’attribuzione delle cariche,perché era importante: “assegnare a tutti i cittadini il diritto di deliberare intorno a tutti i casi; cosa democratica in quanto il popolo cerca questo tipo di uguaglianza”, ma “secondo turni.” Ancora: “le deliberazioni dovrebbero spettare solo ai cittadini radunati insieme, e queste riunioni dovrebbero avvenire solo per la elezione dei magistrati, per la promulgazione delle leggi, per la deliberazione della guerra e della pace e per il rendiconto dei magistrati (…).”Infine, il terzo sistema dovrebbe stabilire che“i cittadini debbono riunirsi per deliberare sulle magistrature e per il loro rendiconto, oltre che per decidere la guerra e stipulare alleanze, mentre tutte le altre questioni spetterebbero a magistrature elettive che è possibile istituire, e che devono essere ricoperte da uomini effettivamente esperti.”
Tutto questo imponeva delle cautele che possono così riassumersi:

  1. tutti i cittadini devono votare per le magistrature e a loro volta poter ricoprire la carica;
  2. la carica dovrebbe essere ricoperta a turno e per sorteggio, tranne quelle che necessitano di particolari esperienze;
  3. non dovrebbero, per le cariche, essere imposti limiti di censo;
  4. la carica deve essere ricoperta per una sola volta, con l’eccezione delle cariche militari;
  5. la durata della carica dovrebbe essere breve e non più di un anno;
  6. le decisioni spettano solo alla Assemblea Popolare;
  7. ai magistrati va riconosciuta una ricompensa una ricompensa in generale e, in ogni caso, il diritto alla mensa comune;
  8. nell’ipotesi di carica a vita, bisogna prevedere la limitazione dei poteri con controlli molto severi.

Foto: La morte di Socrate di Jacques-Louis David

Redazione

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