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Caccia: l’approvazione del calendario venatorio scatena le polemiche

Dall’Ufficio Stampa Giunta Regionale

Fissate le date della prossima stagione caccia. La Giunta regionale della Calabria, presieduta da Nino Spirlì, su proposta dell’assessore ad Agricoltura, Caccia e Pesca, Gianluca Gallo, ha approvato il calendario venatorio 2021/2022.
Con il provvedimento, nello specifico, si definiscono le specie cacciabili, i limiti di carniere, le modalità di caccia, i periodi di addestramento e allenamento cani. Si stabiliscono, inoltre, le date di apertura e chiusura al prelievo venatorio con periodi prestabiliti per ciascuna specie, tutti racchiusi in un arco temporale che va dal primo settembre 2021 al 10 febbraio 2022, nel rispetto delle indicazioni racchiuse nel parere fornito dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e nella valutazione di incidenza ambientale resa dal dipartimento Ambiente e Territorio.
In particolare, poi, anche alla luce dell’emergenza incendi che sta flagellando l’intero Paese senza risparmiare la Calabria, si ribadisce il divieto di caccia nelle zone boscate percorse dal fuoco.

“Scelte coerenti”

“Le scelte formalizzate – sottolineano il presidente Spirlì e l’assessore Gallo – si caratterizzano per la loro coerenza con gli indirizzi del piano faunistico venatorio regionale vigente e le stringenti norme dettate dal ministero dell’Ambiente per l’esercizio venatorio nei Siti di Interesse Comunitario e nelle Zone di Protezione Speciale, poste a base di un atto che punta a garantire regole certe ed equilibrio”.
Nei prossimi giorni, la delibera che dispone l’approvazione del calendario venatorio, comprensiva di tutti gli allegati, acquisirà efficacia e sarà consultabile attraverso la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria, oltre che sul portale istituzionale della Regione.

L’indignazione di Stefano Graziano: «Una marchetta elettorale»

Le scelte operate dalla Regione Calabria hanno tuttavia causato lo sdegno del commissario regionale del Partito Democratico, Stefano Graziano, che ha rivolto accuse pesanti al presidente facente funzioni, all’Assessore Regionale all’Agricoltura e persino al candidato a Presidente per il centrodestra Roberto Occhiuto.
«Mentre tutto brucia e i calabresi perdono la vita tra le fiamme il loro unico interesse è stato quello di anticipare la stagione della caccia! – ha affermato Graziano. – La responsabilità di ciò che sta accadendo porta i loro nomi, indelebilmente scritti sugli atti ufficiali.
«Quando noi chiedevamo lo stato d’emergenza – ha sottolineato il Commissario del PD calabrese -, in una situazione di criticità mai vista, loro pensavano a garantire qualche marchetta elettorale», un atteggiamento, chiosa l’esponente dem, che rappresenterebbe «la sintesi politico-amministrativa degli anni a guida centrodestra.
«I calabresi sono ancora sfollati in seguito agli incendi, le aziende agricole in ginocchio, gli animali sono in parte arsi vivi e in parte dispersi, senza pascolo – rileva in conclusione Graziano. – Ma, negli stessi momenti, loro pensavano a come aggredire le specie animali rimaste vive, indifferenti al sacrificio umano e ambientale».

La replica di Gianluca Gallo: «Non ci sarà alcuna mattanza»

Parole alle quali non si è fatta attendere la risposta altrettanto dura di Gallo.
«Graziano, non fosse altro che per le vicissitudini ingiustamente patite – ha affermato in merito l’assessore all’agricoltura –, dovrebbe aver imparato che la politica deve rifuggire la demagogia. Invece, dimentico di quella lezione, addita capri espiatori davanti a un’opinione pubblica scossa dagli incendi che stanno devastando la Calabria come altre regioni.
«Ci si accusa, in maniera infondata, di aver consumato marchette invece di pensare all’emergenza: lo sostiene un commissario che, per sua ammissione, a incendi in corso girava la Calabria per fare campagna elettorale. Si afferma che la Giunta avrebbe trascurato il dramma delle imprese agricole distrutte dal fuoco, quando invece più d’una è stata già visitata da tecnici e dirigenti del dipartimento. Si lamenta l’inefficienza delle misure messe in atto dalla Regione, omettendo di dire che tutti i sindaci dei Comuni toccati dalle fiamme si sono profusi in ringraziamenti al personale di Calabria verde e del Servizio antincendio boschivo, emanazione della Regione. Si chiede di soprassedere all’apertura della caccia, trascurando che ciò porterebbe anche al blocco del lavoro dei selettori impegnati nell’emergenza ungulati. Insomma, una sequela di contestazioni che trovano facile smentita nei fatti.
«Il calendario venatorio – conclude Gallo – non aprirà alcuna mattanza: nei territori attraversati dagli incendi, per come già stabilito in delibera, non si potrà cacciare. Inoltre, rispetto al passato, sono state introdotte norme più rigide, ispirate sia alle prescrizioni dell’ISPRA sia a quelle del dipartimento Ambiente, per la prima volta attraverso la valutazione di incidenza ambientale. Resta l’impressione che, pur di dare respiro alla campagna elettorale, il commissario PD abbia eletto ad avversario il mondo dei cacciatori.»

Redazione

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