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Costume e SocietàLetteratura

Marisa

I racconti della buonanotte IV

Di Bruno Siciliano

⚠️ ATTENZIONE!
Il racconto che segue è destinato a un pubblico adulto.

La sua zona era quella in Via Mercalli, proprio lì, all’angolo con Via Palladio.
Era una notte calda d’estate e c’era l’afa.
Da noi, in Calabria, l’afa è causata dallo scirocco che non è, come si dice, solo un vento caldo dall’Africa, è una condizione, un’atmosfera, un modo d’essere. Ti senti nervoso senza sapere il perché e non respiri perché il fiato stenta a venirne fuori e ti prende la rabbia che ti entra nel cervello e ti fa scoppiare il cuore, tutti i pensieri più cattivi ti vengono in mente assieme alle tue paure che non riesci in nessun modo a cacciare via.
Anche quella notte c’era lo scirocco ed erano ormai le due.
Marisa aveva avuto già tre clienti, ne avrebbe atteso un altro, poi sarebbe tornata a casa.
Era bella, Marisa. Con la sua parrucca bionda e passeggiava per ingannare il tempo in attesa dei clienti, ma anche per farsi vedere in tutta la sua bellezza. Aveva delle forme aggraziate e nessuno le avrebbe dato quarantacinque anni ma almeno dieci anni di meno.
Faceva la vita da quando aveva venticinque anni, da quando il marito l’aveva lasciata per un’altra mentre lei aspettava la sua bambina che, adesso, aveva esattamente vent’anni e dormiva a casa nella sua stanzetta tutta rosa.
Era stata bastarda, la vita, ma lei aveva preso il coraggio a due mani e le aveva sputato in faccia, così, una sera, aveva affidato a una vicina la sua Rossella, s’era truccata, lei che non si truccava mai troppo, s’era messa la minigonna di raso rosso e un paio di zeppe alte e s’era andata a mettere lì, nell’angolo che sarebbe diventata la sua zona. Da quella sera avrebbe guadagnato almeno duecento euro a notte, lei che aveva dovuto chiedere i soldi al marito anche per comprare una bottiglia di detersivo.
I soldi li aveva tutti messi da parte e alcuni li aveva anche investiti.
Ancora qualche anno, uno o due, non di più, e Marisa avrebbe smesso con quel lavoro e si sarebbe goduta i soldi che era riuscita a mettere da parte.
I migliori clienti arrivano sempre dopo la mezzanotte e lei aspettava fiduciosa. Infatti una macchina nera si era fermata, una di quelle macchine grandi che sembrano un aeroplano, roba da gente ricca. Lei si era avvicinata al finestrino, dentro c’era un signore distinto sulla cinquantina che le chiese:
«Ti va di venire a casa mia?»
«Ti costerà un po’ di più, amore.»
«Non bado a spese, resteremo tutta la notte.»
«D’accordo, andiamo.»
La macchina proseguì, poi prese una via secondaria e s’inoltrò nel buio della campagna. Laggiù in fondo, la sagoma di una grande casa, una villetta bifamiliare completamente al buio.
Il signore prense un telecomando dal vano portaoggetti e aprì la porta del garage: era molto ampio e ospitava altre tre macchine, tutte di gran marca, c’era pure una piccola biposto, decappottabile rossa.
L’uomo spense l’auto, uscì dal suo posto di guida e andò verso lo sportello di Marisa, che aprì con galanteria.
L’accompagnò verso le stanze superiori, ne aprì una, quasi a caso.
Le luci si accesero da sole quando entrarono, rivelando una stanza da letto modernissima di quelle che lei aveva sempre sognato.
Lui aprì la finestra, ma entrò solo lo scirocco che avvolge le menti, i cuori e scatena i cattivi pensieri.
Lei chiese del bagno, vi restò un poco e ne uscì nuda, bellissima; lui era ancora nel suo abito elegante e profumatissimo.
«Non ti sei ancora spogliato?»
«Facciamo tutto con calma, che fretta c’è? Abbiamo tutta la notte.»
«Ma io…»
«Tu sei splendida così, sdraiati sul letto, ti prego.»
Lui andò all’interruttore e abbassò le luci e poi, sempre guardandola, si tolse la giacca, si sciolse la cravatta e mise entrambe sopra una poltroncina in stile Decò.
Lei fece per per aiutarlo a finire di spogliarsi ma, lui la ricacciò giù, con grazia, sul letto.
Il signore, intanto, si tolse la camicia e le sfiorò il viso, poi continuò verso il seno, che accarezzò con sapienza, lei cominciò a lasciarsi andare, pur restando sulle sue, come la professione le aveva insegnato.
Lo scirocco, sempre lui, la prese adesso alla gola e la fece sudare mentre il respiro diventava sempre più difficoltoso; tentò per un attimo di tirarsi su ma lui, con eleganza, le ricacciò la testa sul cuscino di seta nera.
Le unghie della mano destra dell’uomo erano insospettabilmente lunghe, ma curate, con esse le stuzzicò i capezzoli, che diventano duri come il marmo, lei si stava lasciando andare, perché non era abituata a tante carezze e a tante attenzioni su di sé e sentì che stava per andare su di giri man mano che l’eccitazione saliva. Si fece baciare a lungo sul collo, sulle guance poi più in su, accanto alle orecchie e poi sulla bocca, rispondendo con passione a quei baci sapienti.
Lui ora era sopra di lei, con amore le accarezzò il seno e lo baciò con passione, mordicchiò e stuzzicò e lo accarezzò ancora, con le dita, con le unghie, mentre le due bocche erano ancora una sull’altra, giocavano, mordicchiavano e stuzzicavano.
Poi fu un attimo, un colpo secco e le unghie della mano di lui penetrarono nella carne fino a trovare il cuore con forza, con rabbia con decisione, squassarono, frugarono e ghermirono quel muscolo palpitante strappandolo dalla sua sede mentre devastavano vene e arterie. Marisa non ebbe il tempo di fare neanche un urlo e restò là, sul letto, con gli occhi sbarrati negli ultimi spasimi della morte. C’era sangue dappertutto, sul cuscino e sulle lenzuola di raso nero mentre il suo cuore palpitava ancora tra le mani dell’uomo, che lo teneva delicatamente con una mano mentre con l’altra estraeva dal comodino un’urna dove deporre quel cuore ancora caldo e palpitante.
Andò in bagno, si lavò le mani, prese il cellulare e fece un numero.
«Pronto. Ho tutto. Preparate per il rito, fra mezz’ora sarò là. Intanto mandate la squadra per pulire tutto questo schifo.»
Il giorno dopo, in un trafiletto del giornale del mattino si leggeva:

Sparita prostituta, si sospetta fuga d’amore.

Poi, sulla stessa pagina, un po’ più in basso:

Continuano le indagini delle forze dell’ordine sulla setta satanica. Si sospettano sacrifici umani, la polizia brancola nel buio.

Adesso all’angolo tra Via Mercalli e Via Palladio c’è un’altra ragazza.
È molto bella con la sua parrucca bionda.
È lì da ieri sera e per le due, dopo l’ultimo cliente, tornerà a casa.
Forse.

Foto: nextstopreggio.it

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Redazione

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