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Stefano Priolo: «Con SP Music riempirò il web del bello della Calabria»

Per Stefano Priolo il passaggio da cantante a produttore discografico è stato sorprendentemente breve. Il cantautore di Africo, apprezzatissimo sul panorama musicale neomelodico, mi spiega però che il compimento di questo passo apparentemente semplice, ha richiesto una preparazione che parte da lontano e mette radici in una passione che ha fin dall’infanzia.
«Quando ero bambino – mi racconta Stefano, – realizzavo delle compilation su musicassetta e, una volta finita la registrazione, le impacchettavo e ci mettevo sopra il logo SP Music. Nella mia stanzetta, dove avevo i microfoni e la mia piccola sala prove, già sognavo non solo di cantare assieme ai miei cantanti preferiti, ma anche di avere un’etichetta discografica per produrne i successi, pur ritenendo all’epoca che ciò significasse semplicemente avere uno studio dove registrare e stampare le copertine degli album. Oggi posso dire di aver realizzato quel sogno e che SP Music, all’epoca solo nell’immaginario di un bambino, sia diventata un’etichetta in grado di produrre e distribuire musica in tutto il mondo.»
SP Music nasce ufficialmente a febbraio e ha richiesto un cambiamento di approccio nella produzione di musica che, oggi, Stefano ritiene di aver rinviato troppo a lungo.
«Fino all’inizio dell’anno mi ero limitato ad autoprodurre la mia musica appoggiandomi a etichette anche importanti – mi spiega Stefano. – Lavorando in questo mondo e confrontandomi con esperti del settore, tuttavia, ho acquisito le esperienze e ottenuto gli strumenti necessari a diventare produttore a tutti gli effetti, tanto che, a partire dall’anno scorso, seguo dei ragazzi che curo dalle prime note all’uscita discografica. Lavorando con loro ho cominciato a rendermi conto che donare i frutti del mio lavoro ad altri non fosse molto produttivo e per questo, quasi per gioco, ho aperto il canale YouTube SP Music. Dopo averci caricato un mio brano cover del 2020 ho cominciato a pubblicare anche i singoli dei ragazzi che producevo. Da quel momento le visualizzazioni sono cresciute in maniera esponenziale, tanto che sono stato contattato da YouTube Italia e dalla Believe, piattaforma di distribuzione digitale di praticamente ogni lavoro discografico che sia stato prodotto negli ultimi anni in Europa e in America.»
E proprio della Believe, a pochi mesi dalla sua nascita, SP Music è diventata un’affiliata.
«Grazie a questo salto di qualità – prosegue Stefano, – oggi offro servizi volti alla produzione, alla promozione e alla distribuzione del prodotto musicale, supportando gli artisti nella realizzazione di brani, videoclip, grafica, web design, materiale promozionale e distribuzione digitale e tradizionale, curando persino i servizi di booking di chi decide di affidarsi completamente a me. SP Music ha i suoi studi di registrazione, può contare su molti professionisti della produzione musicale (arrangiatori, fonici, tecnici del suono, musicisti polistrumentisti…) e riesce a prendere un brano da zero ed elaborarlo fino a renderlo finito. Dare a dei talenti della musica ancora sconosciuti la possibilità di essere distribuiti ovunque stimola quotidianamente il mio impegno, tanto più che nel nostro territorio, a parte un’etichetta in attività da 40 anni e con la quale ho collaborato con ottimi risultati, non mi pare esistano altre realtà musicali di questo genere e, soprattutto, non ne esiste un’altra pronta a sfruttare le potenzialità del web come facciamo noi, che siamo già presenti anche su Facebook e Instagram
Ciò che più di ogni altra cosa rende orgoglioso Stefano è la possibilità lavorare con giovani professionisti del territorio, dando uno sbocco lavorativo anche a chi ha deciso di cimentarsi in un settore che, alle nostre latitudini, resterebbe altrimenti asfittico. Per venire incontro alle esigenze degli artisti che segue, inoltre, Stefano non lasciare chiusa nessuna porta e mantiene i contatti con un’ampia rosa di grafici, fotografi e videomaker che possano massimizzare il successo di ogni sua produzione.
Ma prima ancora di pensare all’indotto, Stefano deve stare attento alle esigenze di un mondo della musica in costante evoluzione che, anche a causa del web che SP Music intende sfruttare, fa i conti di giorno in giorno con mutamenti anche radicali nei metodi di distribuzione e, soprattutto, nel campo dei gusti degli utenti. Questa liquidità del mondo della musica, tuttavia, non scoraggia Stefano, che segue una filosofia molto precisa per affrontarla con serenità.
«Io sono stato sempre etichettato come cantante neomelodico – mi spiega. – Una classificazione che non mi sta stretta, perché ritengo che questo genere sia un’espressione popolare e, in quanto tale, in grado di raggiungere impressionanti vette di successo. Il termine popolare, infatti, non deve continuare a essere inteso solo come una sorta di sinonimo di tradizionale, ma ha una sfumatura differente, che soprattutto in Italia si declina in tutta una serie di stili di vita e di pensiero. Io ritengo, per questa ragione, che popolare sia più sinonimo di commerciale (inteso come ciò che ha successo perché incontra i gusti, appunto, popolari, dunque di molte persone) ed è per questo che, con SP Music, intendo occuparmi proprio di musica commerciale. Ecco perché non intendo porre limiti alle caratteristiche degli artisti che intendono farsi produrre da me e certo non dirò mai di no a un talento emergente che vuole cantare in abruzzese, proprio come resto aperto alla possibilità di produrre un artista Trap, genere certamente commerciale e che ritengo, per questo, espressione popolare. Era naturale, vista la mia storia professionale, che cominciassi con il neomelodico, com’è avvenuto producendo Luca Ramogida e dubito che produrrò mai tenori (anche perché non ritengo di avere le competenze per farlo) ma mi sento pronto ad affrontare le sfide di un mondo in costante mutamento, come dimostra del resto il percorso che ho intrapreso assieme a Caterina Zito che, dopo aver cominciato come cantante neomelodica, ha di recente prodotto delle canzoni in dialetto calabrese.»
Resta da sciogliere il nodo di quali difficoltà comporti fare e produrre musica in un territorio periferico come la Locride, alla quale Stefano non perde occasione di fare spassionate dichiarazioni d’amore, sottolineando che se canta in napoletano è solo per la sua fanciullesca passione per Nino D’Angelo.
«La Locride ha potenzialità straordinarie e non soltanto in ambito musicale. Geograficamente parlando siamo nel territorio più bello d’Italia e qui si possono fare festival, perché abbiamo paesi e paesaggi meravigliosi, piazze che potrebbero riempirsi di artisti e di migliaia di ragazzi che hanno una grande propensione alla musica. Alla bellezza paesaggistica della Locride e della Calabria in generale, infatti, si aggiunge una ricchezza artistica impressionante e riempire il web del bello che abbiamo in questa terra sarebbe una rivincita non solo per me, ma per tutti i calabresi sparsi per il mondo.»

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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