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Attualità

Guerra in Ucraina: le vere ragioni di un conflitto annunciato

Di Francesco Salerno

Iniziamo con una doverosa premessa. Questo pezzo non vuole giustificare alcuna guerra, ma cercherà soltanto di provare a spiegare l’origine delle tensioni tra ‘Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, Ucraina e Russia.
Contrariamente a ciò che molti media stanno dicendo, la Guerra in Ucraina non nasce per la folgorante follia imperialistica del presidente russo Vladimir Putin. Il nostro racconto ha inizio nel 1991, a Bonn, in Germania. Qui si riuniscono Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Germania, mettendo sul piatto la promessa che la NATO non si sarebbe mai espansa oltre il fiume Elba, lasciando le ex repubbliche sovietiche libere di vivere lontane da ogni influenza. La Guerra fredda era ormai finita e, con il blocco ex sovietico in disfacimento, la pace pareva essere pronta a prendersi la scena in Europa. Tuttavia, la NATO ci mise solo 8 anni a tradire gli accordi di Bonn. Con una Russia sull’orlo della crisi sociale, politica ed economica, i pacifisti occidentali decisero che era un ottimo momento per oltrepassare l’Elba e annettere al Patto Atlantico la Polonia, l’Ungheria e la Repubblica Ceca. Una violazione palese degli accordi presi, ma all’Occidente non bastò.
Nel 2004 arriva un’ennesima espansione (Slovenia, Slovacchia, Romania, Bulgaria e tutte e tre le repubbliche baltiche). Ancora una volta, la Russia è costretta a tacere, nonostante denunci più volte la violazione del patto siglato nel 1991. A questo punto, la NATO inizia a dichiarare che non è mai esistito nessun patto del genere. Lo ha ripetuto anche recentemente il segretario generale della Jens Stoltenberg.
Peccato che tale documento segreto sia uscito fuori e sia stato pubblicato in Germania. Il documento, reso pubblico, conferma tutto ciò che la Russia aveva denunciato. A questo punto vi aspetterete che la NATO abbia reagito come Emilio Fede nel suo memorabile fuori onda… Invece no. Hanno semplicemente fatto finta che tutto ciò non sia mai esistito, grazie anche ai semper fidelis giornalisti occidentali che non ne hanno fatto parola all’opinione pubblica.
A questo punto la Russia, che vede nella NATO una possibile minaccia alla propria sicurezza, ha deciso che non avrebbe tollerato nessun’altra espansione verso i propri confini.
È l’inizio della prima crisi russo-ucraina.
Nei primi mesi del 2014, in Ucraina scoppia quella che viene definita la Rivoluzione ucraina. Il Paese, in quel momento, è governato dal presidente Viktor Janukovyč, filorusso. Combattimenti, conflitti interni e sommosse portarono infine alla cacciata del presidente e a nuove elezioni. La Russia, in quel momento, rifiutò di riconoscere il nuovo governo, denunciando l’accaduto come un colpo di stato voluto dall’occidente.


Edil Merici

Parte della popolazione ucraina, tuttavia, si ribellò al nuovo governo, annunciando la secessione. È la famosa annessione della Crimea. Dopo un intervento armato e un referendum che vince con oltre il 90% delle preferenze, la penisola di Crimea si staccò dall’Ucraina per tornare in seno alla Madre Russia. Inutile dire che l’occidente condannò tale decisione, rifiutandosi di riconoscere il referendum come valido.
Le violenze, però, non si limitano alla sola Crimea. Si combatteva anche nel Donbass, nelle repubbliche popolari di Doneck e Lugansk. A quel punto venne siglato il trattato di Misk. Un accordo in 13 punti che prevedeva il cessate il fuoco tra le parti e il rilascio dei prigionieri.
Tale accordo, in realtà, non trovò mai una reale attuazione, giacché si continuò a combattere a intermittenza per i successivi 8 anni.
Giungiamo infine a noi.
L’attuale governo ucraino, con la propria richiesta di adesione alla NATO, è difatti il nodo della causa bellica. Mosca ha ribadito che non tollererà alcun allargamento NATO lungo i propri confini. La paura dei russi è di finire accerchiati da installazioni militari e missilistiche occidentali. Negli ultimi mesi, il Cremlino aveva chiesto più volte garanzie che la NATO non avrebbe più annesso paesi a est, ma queste garanzie non sono mai arrivate. I nostri politici hanno fatto gli indiani, affermando che se un Paese voleva entrare nell’alleanza militare, chi erano loro per negarlo?
Dopo mesi di trattative diplomatiche senza senso, si è infine giunti alla guerra. Per l’Ucraina e l’Occidente un conflitto di matrice imperialistica voluto dal dittatore Putin, per quest’ultimo un atto dovuto per garantire la sicurezza del proprio popolo.
Chi ha ragione? Tutti e nessuno. La ragione, come spesso accade, si trova forse nel mezzo.
Certamente, in questa faccenda, chi ha perso un’importante occasione è stata l’Unione Europea. Poteva essere quest’ultima a farsi garante della pace e della coesione tra Ucraina e Russia, invece che delegare il compito alla NATO, un’alleanza militare… Sarebbe stata l’occasione perfetta, per l’UE, di mostrare infine uno scopo reale. Ma siccome la storia non si fa con i sé, la guerra è giunta.
Personalmente, spero che tutto questo finisca prima ancora che questo pezzo venga pubblicato: troppe le vite innocenti che hanno già pagato il prezzo di questa follia.
Ma temo anche che, finché l’Occidente non si deciderà a prendersi le proprie responsabilità, spogliandosi del proprio vittimismo fallace, la pace non arriverà tanto presto.
Al popolo ucraino invio il mio cordoglio per le proprie perdite e il mio augurio che possa tornare alla vita normale il prima possibile.

Foto: quotidianodelsud.it

Redazione

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