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Costume e SocietàLetteratura

Il governo a Locri Epizephiri: la “Bolà”

La Repubblica dei Locresi di Epizephiri LXX

Di Giuseppe Pellegrino

A Locri Epizefiri esisteva una sorta di Governo della polis. Il termine di questo organo istituzionale era bolà (altrove βουλή – boulé). In entrambi i casi, l’etimologia deriva dal verbo βουλεύω–bouléuo che significa delibero–progetto–decido. Oscura l’origine storica, anche se un collegamento alle legislazione micenea è indiscutibile, perché il termine bolà compare nell’alto arcaismo, intorno al 1200 a.C., epoca corrispondente con la fine della civiltà micenea.
Di aiuto, come sempre, ci è Omero, che nell’Iliade e nell’Odissea ne fa cenno. Il poeta ci è maggiormente di aiuto in relazione al fatto che dell’istituto accenna come codificato secondo la prassi nel suo periodo che va dal IX all’VIII secolo a.C.Nell’Iliade, ma anche nell’Odissea, Omero chiama boulè il consiglio che assiste il re acheo Agamennone durante la guerra di Troia e li chiama anche boulephoroi (Consiglieri/portatori di consiglio).
Il basileus non esercita un potere assoluto, ma è un primus inter pares. Ciò a differenza di Micene dove, in epoca anteriore, aveva un potere assoluto (wanax). Agamennone deve confrontarsi con i rappresentanti del gènos che si riuniscono in consiglio. I boulephoroi hanno facoltà di trattare qualsiasi argomento di comune interesse e la loro rappresentatività è tale che prendono il nome dal luogo in cui si riuniscono (l’agorà).Non vi è l’uso, ancora, di riunire il popolo in assemblea, che poi a Sparta verrà chiamata apella e ad Atene ecclésia. Mentre a Locri, fin dalla sua origine, il termine è dàmos,riunione di popolo.La boulé,a Sparta, si chiamavaΓερωχία (gherochía o gherusía), in ossequio alla età dei componenti che erano vecchi (γέροντες – ghérontes, ovvero anziani, ma anche maggiorenti).
Della boulé di Atene, invece, nulla si sa, se non per la riforma di Clistene, in seguito alla quale (508/7 a.C.) sarà composta da cinquecento membri (cinquanta per tribù) distribuiti tra i demi in proporzione alla popolazione residente. I membri venivano sorteggiati, in questo modo tutti avevano una pari possibilità di diventare consiglieri senza l’influenza delle differenze di censo o di prestigio che avrebbero invece avuto gioco in un procedimento di tipo elettorale.
A Locri la carica la ricoprivano i kléroi,che avevano un’età di 35 anni e quindi pagavano le tasse e erano utili a combattere in caso di guerra. La ragione per cui la carica non era esercitata dai gherontes stava nel fatto che l’origine servile dei locresi aveva come presupposto la giovane età dei soggetti che erano scappati da Locri Opuntia. Quanto all’età massima non vi erano limiti.
Nella sua composizione si doveva tenere conto delle tre tribù, per cui vi era una rappresentanza proporzionale. Non vi sono neppure indizi sul numero, ma doveva valere quello che vigeva per il magistrato eponimo: una Bolà di trentatrè kléroi, undici per ciascuna tribù, e un membro per ogni Demo. È una deduzione, ma più che verosimile è vera, secondo i criteri consacrati nelle tabelle di Zeus.
I bouleuti, anche a Locri, erano soggetti alla dokimasia, ossia al controllo dei requisiti per la carica; come pure al rendiconto (euthyna). Tra i poteri della bolà vi era anche la dokimasia, ossia il controllo dei magistrati a inizio carica, che veniva operato dai buleuti in carica in quel momento, con una sorta di prorogatio delle funzioni rispetto alla scadenza nel mese di pànamos,che curavano anche il giuramento. Sicuramente, tra i requisiti, vi era il saper leggere e scrivere, ma anche non aver ricoperto precedentemente la carica. Per il resto si rinvia al Proemio di Zaleuco e a quanto detto per la magistratura ordinaria.
La bolà si occupava oltre che della dokimasia e del eutenia (rendiconto)dei magistrati ma, a posizione invertite, i nuovi eletti controllavano l’operato degli uscenti.La bolà si occupava anche del bilancio pubblico e delle entrate, ma in concorso con la Dàmos. In ogni caso, la bolà esercitava i suoi poteri:

  • presentando alla Dàmos i probuleumata che servivano di base ai decreti del popolo;
  • promulgando decreti per far eseguire le decisioni prese dall’Assemblea;
  • collaborando direttamente, oltre che con la dàmos,con i proboloi.

In foto: Sede della boulè dell’antica Priene


Edil Merici

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