Costume e SocietàLetteratura
Pensieri e riflessi
Di Massimo Pedullà
Guardavo il mio corpo
specchiarsi nell’acqua;
chissà da quanti anni
scorreva in questa larga fiumara,
ora calma, per poi farsi tempestosa,
più chiara, più scura.
Chissà sé è sempre la stessa,
nel suo ciclo infinito.
E il mio corpo?
Il mio corpo
in più parti mutato,
con quel trasformarsi deforme;
i capelli bianchi,
e bianche le sopracciglia
e ingrossate;
le mie mani,
che incominciano a fare con sforzo
ciò che la mente vorrebbe;
la mente stessa vacilla e confonde.
Ti rimane il rimpianto malinconico
di ciò che avresti potuto essere
e fare.
Foto di Stefano Strati