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Attualità

Annuncio di lavoro shock sui social: “Si applichino regole anche su questi post”


Edil Merici

Di Giuseppe Valentino Segretario – Regionale FILCAMS CGIL

Ci troviamo di fronte all’ennesimo annuncio via social che di lavoro non si può proprio chiamare ma che è rivolto a una ragazza che, per occuparsi di cassa e scaffali in un negozio di detersivi al centro del capoluogo di regione avrebbe guadagnato addirittura 3,50 euro all’ora.
30 € al giorno per 8 ore e mezza di fatica, nel posto più cool della Regione Calabria, visto che stiamo parlando del centro città di Catanzaro. Immaginiamo che in periferia o nei piccoli paesi ci siano prezzi molti più concorrenziali e prossimi allo schiavismo.
Grazie al Signor distruggere, che ha rilanciato con ironia l’annuncio, si è scatenata l’indignazione del popolo del web e questo è già di per sé un fatto positivo, ma conoscendo il livello al quale è arrivato il mondo del lavoro, scommettiamo che, passata l’ondata e calato il sipario sulla vicenda qualcuna, per necessità e per costrizione, si presenterà al negozio chiedendo il piacere di essere sfruttata.
Questo il quadro, purtroppo diventato ordinario e aggravato ancora di più da decenni di crisi e dalla pandemia, nel quale siamo costretti a vivere e con il quale facciamo i conti in continuazione senza tanti strumenti di contrasto e senza alleanze sociali di sostegno.
Mancano i controlli dell’ispettorato del lavoro, degli istituti di previdenza, delle forze dell’ordine, tutti depotenziati e ridotti al lumicino dalla politica liberista che ha governato questo Paese e ha raccontato che le imprese non crescevano per via dei troppi controlli, che vivevano con ansie da prestazione e attacchi di panico dovuti allo Stato che anziché fidarsi di loro era diffidente. I danni prodotti in termini di sfruttamento sono sotto gli occhi di tutti. Queste le politiche che hanno determinato un nuovo esodo dei giovani dal Sud, dove di lavoro non si vive più o almeno non dignitosamente.
Inoltre, la politica italiana non parla più di lavoro, della condizione di chi fatica onestamente, piuttosto alimenta il racconto di imprese e commercianti sempre più disperati e in crisi, che non riescono a trovare lavoratori e lavoratrici perché nessuno è più disponibile a fare sacrifici.
La nostra esperienza dice altro, ci troviamo di fronte a imprenditori e commercianti che hanno notevolmente aumentato i propri profitti e che non hanno nessuna intenzione di ridistribuirli a chi lavora, nonostante la crisi dei salari e la fame crescente.
È evidente che occorre ritrovare un cambio di paradigma che sposti l’attenzione della politica e delle Istruzioni partendo dal punto di vista di chi lavora e ha bisogno di farlo per portare avanti la propria vita con dignità.
È chiaro che tocca anche al sindacato attrezzarsi in maniera più adeguata al contrasto di tali fenomeni, che per il livello di diffusione raggiunto rendono, specie in Calabria, quasi inefficaci i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro che in passato rappresentavano un elemento certo e di garanzia dell’unità nazionale e di equità di trattamento al Nord come al Sud.
Un’attenzione e un rilancio dell’attività di rivendicazione e di denuncia che va estesa anche alla rete internet e ai social, bisognerà sempre di più porre il tema di come le piattaforme digitali possano influenzare e favorire la violazione di leggi e contratti.
Occorre che chi gestisce tali piattaforme, così come avviene per i casi di abuso e di violenza sulle persone, applichi regole certe per evitare che annunci che non rispettano i contratti nazionali e che inducono allo sfruttamento delle persone vengano diffusi e pubblicati.

Foto: lavorofacile.info

Redazione

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