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Attualità

Una Festa dalla Liberazione… dagli stereotipi

Pensieri, parole, opere… e opinioni


Edil Merici

La scorsa settimana ho assistito alla presentazione di un’Associazione di Promozione Sociale che vuole far conoscere le qualità del nostro territorio al mondo. Un’iniziativa lodevole, nella quale si sono imbarcati, con alterne fortune, diversi operatori sociali e turistici del nostro territorio e per la quale auguro sinceramente agli ideatori che possano trovare vento favorevole affinché possano trasformarla in tempi brevi in un’idea di successo.
Ciò che mi ha lasciato perplesso, tuttavia, è stata la scelta di parole con cui il progetto è stato presentato. Secondo l’ideatrice, infatti, l’APS nasce con l’intento di fornire una “narrazione diversa” della Locride e della Calabria, lo stesso tipo di “narrazione diversa” che nelle stesse ore, a un migliaio di chilometri di distanza, lo stand Calabria Straordinaria alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano stava offrendo attraverso il volto pulito di Elisabetta Gregoraci. Ma in cosa consiste questa “narrazione diversa” della Calabria? Per l’APS, ma ancor più per i rappresentanti istituzionali della Regione, nel mostrare che il nostro territorio offre una miriade di possibilità al turista che si avventura alle nostre latitudini: temperature miti tutto l’anno, mare cristallino, montagne verdi, specialità enogastronomiche straordinarie e via discorrendo. Insomma tutti quei fattori sui quali, con le dovute differenze, ogni Regione d’Italia punta per effettuare una narrazione (non diversa!) del proprio territorio a chi ancora non lo conosce.
Perché, allora, in Calabria parlare di questi elementi significa effettuare una “narrazione diversa”? Perché non riusciamo ancora a superare il retaggio di una storia che ci trattiene con un guinzaglio cortissimo e che, per evitare di passare per i calabresi omertosi che vogliono fare finta di aver dimenticato quale piaga la ‘ndrangheta sia stata (e spesso, ahimè, sia ancora) per il nostro territorio, ci fa mettere le mani ogni volta che ci presentiamo al mondo.
È un po’ come se gli operatori turistici capitolini, prima di elencarvi l’infinito numero di meraviglie che potete osservare a Roma, facessero un lungo preambolo in cui vi ricordano il clima di terrore ingenerato dalla Banda della Magliana a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 e vi ricordassero che Roma, in fondo, è pericolosa, perché è qui che Emanuela Orlandi è sparita nel nulla o che è stato ammazzato Aldo Moro. E che dire, poi, degli scandali di cui la città è stata teatro, come Mafia Capitale, solo per citarne uno?

Oppure come se il corrispettivo milanese dello smaliziato operatore turistico romano facesse questa presentazione della sua città: «Milano è stata teatro di eventi terribili: non possiamo dimenticare, infatti, la Strage di Piazza Fontana o che su queste strade ha compiuto i suoi crimini Renato Vallanzasca. Inoltre, oggi, c’è la piaga delle baby gang e dello spaccio della droga. Ma, per fare una “narrazione diversa” di Milano, oggi, vi dirò che, se avrete il pelo sullo stomaco di venirci a trovare, potrete osservare la magnificenza del Duomo o i tesori custoditi nella Pinacoteca di Brera…»
Lapalissiano affermare che al romano e (probabilmente ancora meno) al milanese non verrebbe mai in mente di effettuare un’operazione di questo tipo. Eppure, il calabrese non solo sente l’obbligo di farlo ma, pur volendo affermare che questo tipo di preambolo potesse anche essere necessario, diciamo, fino a 6/7 anni fa, reitera il peccato finendo con l’autobollarsi onde evitare che lo facciano gli altri. La “narrazione diversa”, così, finisce con il generare mostri come la frase «sul nostro territorio è stato fondato un Caffè Letterario, una realtà comune in altri luoghi, ma anomala per la Locride» che, finché detta tra le quattro mura del nostro comprensorio può anche essere compresa ma, se enunciata a livello internazionale non farà passare tanto il messaggio che ci è voluta tanta abnegazione per realizzare un circolo culturale in un piccolo paesino della costa ionica reggina, quanto quello che, alle nostre latitudini, la gente sappia a malapena come sia fatto un libro… ma, considerato il preambolo, magari sa usare la pistola a occhi chiusi! E non nascondiamoci dietro il dito che le parole ‘ndrangheta o criminalità, durante questa “narrazione diversa”, non vengano mai utilizzate, perché le implicazioni saranno cristalline per chiunque.
E allora, il mio augurio per il 25 aprile è che la data di oggi sia sì una Festa della Liberazione, ma dagli stereotipi in cui noi stessi ci siamo ingabbiati, e che, anche oggi che finalmente ci affacciamo sul mercato internazionale, ci obbligano ancora dire che intendiamo presentare una “narrazione diversa” della terra che amiamo.
Rompiamo questo schema, cominciamo a narrare la Calabria, a ricordarci tutto l’anno di ciò che abbiamo a disposizione e che possiamo offrire e a non indignarci più per i colpi di sole che fanno sragionare chi sa quale sia il nostro potenziale ma ci pungola per mantenerci nello stato di minorità.
Allora sì che avremo narrato una Calabria diversa senza nemmeno la necessità di sottolinearlo…

Foto: stimulus-consulting.it


Toscano

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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One Comment

  1. Caro Jacopo ho avuto modo e piacere di poterti leggere. L’articolo ovviamente parla abbastanza chiaro e descrivi le presenti situazioni in bellezza. E’ vero che anche al Nord Italia hanno avuto i loro gravi problemi e non solo noi nella nostra martoriata Calabria. Secondo me a parte la tua profondita’ nello spiegare la situazione e lo fai in modo mirabile…….pero’ nello stesso tempo lanci anche delle sfide in modo costruttivo e benevole……..invitando chiunque ad un ripensamento e possibilmente venire fuori con delle nuove idee. Aggiungo una nota personale e cioè’ che secondo me il Sud avrebbe ancora moltissimo da offrire. Basti solo volerlo ed avere la volontà’ di pianificare.
    Spero proprio di poterci incontrare questa estate prossima e magari farci un caffe ed una piccola chiacchierata.
    Dimenticavo di dirti che sul turismo avrei tante belle idee da condividere con chiunque fosse interessato ad ascoltarmi.
    Mi pregio tanto e vado fiero di poterti contare come amico. Un abbraccio Jacopo e tanta buona fortuna.
    Un saluto alla nostra bella Calabria ! Pino Correale Toronto-Canada 416 888 7245 (sono su Whattsapp)

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