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CronacaReggio Calabria

Omicidio Cordì: tre condanne in primo grado

È stata pronunciata oggi, presso la Corte d’Assise del Tribunale di Locri, dal giudice Amelia Monteleone con a latere Mariagrazia Galati, la sentenza nei confronti degli imputati al processo per l’omicidio di Vincenzo Cordì, l’uomo rinvenuto senza vita, all’interno di un’automobile bruciata, presso la località Scialata di San Giovanni di Gerace, il 13 novembre 2019, due giorni dopo la sua scomparsa.
La Corte d’Assise di Locri ha condannato alla pena dell’ergastolo Susanna Brescia, compagna della vittima, uguale condanna alla massima pena anche per Giuseppe Menniti, mentre Francesco Sfara è stato condannato a 23 anni di reclusione ed è stato assolto Giuseppe Sfara, questi ultimi due figli dell’imputata. Lacrime di gioia per i famigliari della vittima, che erano presenti in aula, in favore dei quali la Corte ha disposto un risarcimento dei danni, da parte dei tre imputati condannati, nella misura che sarà quantificata successivamente, in separata sede, nonché al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva a Teresa Restagno nella misura di 40.000 euro e a Rosa Maria Cordì di 20.000 euro, madre e sorella di Vincenzo Cordì, parte civile nel processo. Il giudice ha inoltre applicato a Susanna Brescia, Giuseppe Menniti e Francesco Sfara la pena accessoria dell’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e ha dichiarato Susanna Brescia e Giuseppe Menniti in stato di interdizione legale e decaduti dalla responsabilità genitoriale, nonché Francesco Sfara in stato di interdizione legale durante la pena. Gli imputati condannati sono stati difesi dagli avvocati Menotti Ferrari, Antonio Ricupero e Girolamo Curti, invece Francesco Macrì ha difeso Giuseppe Sfara. I famigliari di Vincenzo Cordì sono stati rappresentanti dal legale Rocco Guttà che nella parte tecnica è stato brillantemente coadiuvato dal consulente Antonio Miriello. Le indagini sono state svolte dai Carabinieri di Roccella Jonica e coordinate dalla Procura di Locri rappresentata dal Pubblico Ministero Marzia Currao.


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Raffaella Centaro

Nata a Bianco, paese del “Bello del mare” e cresciuta tra il profumo inebriante dei gelsomini e del bergamotto. Attenta osservatrice, introspettiva e particolarmente curiosa per tutto ciò che la circonda. Appassionata di storia, arte, libri e viaggi. A tre anni leggeva il quotidiano sul divano, a casa dei nonni. Ama la cultura antica, in particolar modo la letteratura greca e latina e le lingue straniere, interesse nato al Liceo Classico e proseguito con gli studi letterari, filologici e linguistici. È Incline allo sport e ha una particolare passione per la danza. Ama la penna perché “Scrivere rende liberi”.

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