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Costume e SocietàLetteratura

Le Sapienti di Akron e l’ombra della profezia

Le Cronache di Atlantidea XXX


Edil Merici

Di Luisa Totino

Elis, entrata nel Metaverso, volava sul dorso della sua Grifenice Falisia, per raggiungere Vera e il resto dell’Esercito del Metaverso, per avvisare degli avvenimenti avversi riguardo la profezia. Doveva raggiungerli prima che si scontrassero con Gòrgos sulle rive del mare. L’unico appiglio per cambiare le cose rimaneva la pergamena di Lena Meticena, che suo padre Argonat le aveva lasciato in custodia. In cielo si stavano addensando nubi minacciose, quella notte avrebbe stravolto le sorti di tutti. Elis sorvolò la Cittadella, sulla Rupe del Rapace, che era stranamente deserta, con ancora i segni dell’ultima battaglia. La sua attenzione, però, fu rapita da un gruppo di donne sulla piazza principale: vestivano delle tuniche rosse, un velo nero ricopriva il loro capo e camminavano in fila verso la Grande Chiesa.
Atterrò con la Grifenice vicino a esse, che si spaventarono alla vista della creatura, avvicinandosi una all’altra per farsi coraggio, e disse loro: «Non abbiate paura, non voglio farvi del male! Sono Elis, figlia di Argonat, signore dei Veggenti dell’Ovest, sto cercando di raggiungere Vera Kalendra, Talòs e tutti gli altri. Ho da riferire loro delle questioni importanti, indispensabili per l’esito della battaglia contro Gòrgos. Qui, però, non vedo nessuno a custodia della Cittadella. Ci siete solo voi?»
La più anziana del gruppo si fece avanti, aveva il volto grave e segnato dal tempo e le parlò: «Elis di Atlantidea, la veggente della profezia su Vera Kalendra! Ti attendevamo, non sei qui per caso. Vieni con noi, entriamo nella Grande Chiesa, lì ti spiegheremo ogni cosa. Non c’è più tempo, l’attacco di Gòrgos è imminente!»
Elis, stupita da quelle parole, seguì le donne dentro la Chiesa. Giunte all’altare maggiore si inchinarono ed Elis fece lo stesso. Poi girarono dietro l’altare. Sotto a esso c’era una botola con delle scale che portavano in una cripta illuminata da torce alle pareti. Al centro un’ara in pietra ricoperta di strani simboli. Elis si ricordò di averli visti sulla pergamena di Lena Meticena. Le donne si misero tutte intorno all’ara ed Elis rimase di fronte a loro.
Fu sempre la stessa donna anziana di prima a prendere la parola: «Elis di Atlantidea, noi siamo le Sapienti di Akron, viviamo, praticamente, da sempre, c’eravamo da prima che fosse fondata Atlantidea. Noi siamo le fautrici del tempo, di ciò che è stato, di ciò che è, di ciò che sarà. Leggiamo i pensieri più reconditi degli uomini e degli dei, niente può sfuggire alla nostra conoscenza. Pochi sanno della nostra esistenza, tuo padre era uno di loro, abbiamo appreso della sua caduta in battaglia e ne siamo addolorate. Conosceva la lingua proibita, così come la Regina Altea. Quando venne alla luce, i suoi genitori l’affidarono a noi, le insegnammo tutto quello che avrebbe dovuto sapere, per regnare su Atlantidea, una volta raggiunta la maggiore età. Fu così che imparò la lingua proibita.»
Elis interruppe la narrazione: «La Regina Altea è cresciuta nel Metaverso?»
La Sapiente continuò: «Il Metaverso fu creato in seguito, come avamposto di Atlantidea, così almeno fece passare il Gran Consiglio di Altinium, ma il vero scopo fu quello di avere uno scrigno dove depositare, in modo sicuro, segreti scomodi. Infatti, per difendere il Metaverso da coloro che potevano abusarne e carpirne i segreti, accelerammo il suo tempo.»
Ed Elis: «Quali sono questi segreti? Hanno a che fare con la pergamena di Lena Meticena e il ruolo di Vera Kalendra, non è così?»
L’anziana, con viso fermo e imperscrutabile, rispose: «Sì, Elis, per questo sei qui. Prendi la pergamena, aprila, e avrai le risposte, noi ti aiuteremo a comprenderla. Tuo padre la lesse sul Pinnacolo degli Strali, ma ti ha celato qualcosa che non ha avuto il coraggio di rivelare a Vera Kalendra e a te! Ora è necessario che ciò venga conosciuto, per l’esito di questa guerra!»
Elis, corrucciata, disse: «Com’è possibile che mio padre mi abbia nascosto qualcosa di importante?»
E la Sapiente: «Importante e terribile!»
«Anche io ho qualcosa di terribile da dire a voi» disse, decisa, Elis, ma l’anziana sapiente anticipò le sue parole:
«Lo Stregone Feridal ha mutato il corso della profezia sul Libro dei Remoti e ora temi le conseguenze dell’accaduto, per Vera e per la guerra in corso.»
Elis rimase stupita di come le venissero letti i pensieri, e tirò fuori la pergamena, l’aprì e la consegnò alle donne.
Insieme guardarono la scritta, poi, sempre la più anziana la girò verso Elis e, sollevando la pergamena disse a gran voce: «Elis, figlia ed erede di Argonat, signore dei Veggenti dell’Ovest, poni il tuo sguardo sulla pergamena e lascia andare il tuo cuore e lo scorrere del tempo fino a colei che l’ha scritta e comprenderai il suo significato.»
Elis, allora, fece, come aveva detto la Sapiente: fissò il suo sguardo sulla pergamena e la sua mente iniziò a ripercorrere il tempo fino a quando vide la Regina Altea mentre la scriveva con una penna di Kaifu, un volatile, maestoso e variopinto, della Terra dei Celesti, le cui piume potevano trascrivere la lingua proibita. Era nella sua stanza, a casa di Vera, nel Metaverso e aveva l’effigie del bracciale sul tavolo accanto alla pergamena. Il suo volto era preoccupato e molto agitato.
A un certo punto si voltò verso Elis ed esclamò: «Sei qui! Finalmente sei giunta da me! Ti aspettavo, siedi con me, devo spiegarti delle cose.»
Elis, spaventata e incuriosita, disse: «Regina Altea, ma voi riuscite a vedermi?»
E Altea: «Certo che ti vedo, Elis, se sei qui è perché le Sapienti di Akron ti hanno trovata e mandata da me, nel momento in cui scrivo la pergamena. Tuo padre è caduto in battaglia da uomo valoroso e tu sei la sua degna erede. Sei l’unica a cui mi posso appellare ora, con la guerra alle porte. Sei una grande veggente, Elis, ma anche una buona amica di Vera. La tua presenza l’aiuterà a mettere in pratica quello per cui è nata, ma devi ascoltarmi. La lingua proibita non è altro che una lingua scritta con lettere incomplete. Sono state le Sapienti a insegnarmela. È un modo per tenere nascoste certe verità, in questi tempi in cui la rabbia di Gòrgos è esplosa contro me e Talòs, e molti dei suoi seguaci cercano la nostra morte per rubare il Bracciale del Tempo. Quel giorno, sul Pinnacolo, quando mi rivelai nella pergamena, Argonat riferì una parte della verità, voleva proteggere te, Vera e Atlantidea, per questo ti celò la cosa più importante racchiusa in essa. Poi, le cose sono precipitate a causa dello Stregone Feridal, che è riuscito a mutare la profezia, tornando al momento in cui la pronunziasti per Vera. Feridal è uno stregone molto potente, fratello del Luogotenente di Gòrgos, Lòkrot. Il primo è stato sempre un mio fedele servitore, fino a quando non decise di tradirmi per non so che cosa, eppure ho avuto sempre rispetto nei suoi confronti. Il secondo, invece, subì la manipolazione di Gòrgos in cambio di una misera promessa di potere eterno su Atlantidea al prezzo della sua anima e del suo tempo.»
Elis, a quella prima parte del racconto, rimase turbata, e si sedette accanto ad Altea: «Per essere una Veggente, non so molte cose, mia signora.»
E Altea: «Non devi dire così, Elis, tu hai il grande dono di predire il futuro di qualcuno, in questo caso di Vera Kalendra. Lei è destinata a succedermi sul trono di Atlantidea, ma il cammino per questo sarà ancora lungo. Non sarà la guerra di stanotte a porre fine al potere sconsiderato di Gòrgos, ci vorrà tempo, pazienza e preparazione, ma tu queste cose le sai già. Quello che ti preme sapere è come puoi cambiare il sortilegio di Feridal sulla profezia. Avvicinati alla pergamena, non c’è bisogno della luce di Diaspro, basta che tu tocchi il mio Bracciale del Tempo.»
Elis lo fece e subito le parole della pergamena si completarono, finalmente poteva leggere il contenuto:

Talòs, amore mio, quando leggerai questa pergamena io non ci sarò più. Vera la porterà ad Atlantidea, da te, la convincerò io stessa prima di morire. Non c’è stata cosa più bella in tutta la mia vita che quella di aver conosciuto te. Non piangere della mia morte, perché io sarò nel tuo cuore e vedrò, respirerò e vivrò insieme a te, per sempre. Gòrgos sta preparando la sua vendetta e non si darà pace fin quando non l’avrà attuata. Sai che mira a controllare il tempo e a uccidere i sogni di tutti, e purtroppo l’ho agevolato in questo, perché ha in mano una parte del mio Bracciale del Tempo. Ma l’effigie no, quella rimarrà nelle mie mani e di conseguenza in quelle di Vera. Prenditi cura di lei, Talòs, sarai uno splendido nonno, perché è colei che dovrà succedermi sul trono di Atlantidea. Vera è la chiave per sconfiggere l’Oscuro, in lei scorre l’eroismo dei valorosi umani, ma anche il potere degli dei. Però, è anche il punto di congiunzione dei quattro elementi che regolano i due mondi: Acqua, Aria, Terra e Fuoco, su cui ha potere illimitato, e siccome gli elementi dipendono dallo scorrere del Tempo, dominandoli, Vera dominerà il Tempo dei due mondi. Per fare questo deve avere l’intero Bracciale del Tempo. Gòrgos non sa di questo, lui è a conoscenza solo della profezia su Vera, è convinto di sconfiggerla con l’aiuto dei nuovi poteri conferiti al Kàndanium, grazie alle stregonerie di Feridal. Gòrgos dovrà cedere spontaneamente il bracciale, è molto importante, altrimenti la sua energia negativa respingerà l’altra parte a cui si deve congiungere. So che può sembrare una pazzia, ma devi scalfire il cuore di Gòrgos, fargli sentire per un attimo il peso di tutto il suo male, ma per fare questo una vita sarà persa. Solo così tutto sarà compiuto e ritornerà la pace. Ma non per sempre, l’ombra continuerà in altri modi a minacciare Atlantidea. La strada di Vera, per salire al trono sarà lunga e densa di pericoli. Mi raccomando, stai sempre al suo fianco fino a quando non sarà pronta. Un giorno saremo di nuovo uniti, Talòs, addio.

Elis, tolse la mano dal Bracciale della Regina, aveva le lacrime agli occhi, e disse: «È terribile, mia signora, ma chi perderà la vita?»
E Altea, con la fierezza e la forza di una regina disse: «Della morte non si può parlare in anticipo, neanche un Veggente può, altrimenti verrebbe meno il valore di un’azione. Intanto bevi questo, è l’elisir della riparazione. Quando ti troverai di fronte Feridal ripeti la profezia e tutto tornerà al suo posto. Ora va, torna indietro dalle Sapienti»…

Continua…

Foto: montegrappa.com


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