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Rete dei Beni Comuni: il nodo Alta Velocità e il “mondo che si muove”


Edil Merici

Intende far sentire la propria voce il gruppo consiliare di Paola Rete dei Beni Comuni, che negli ultimi giorni ha espresso le proprie perplessità relative al percorso che dovrebbe portare alla realizzazione del tratto di Alta Velocità nell’area di competenza del comune e organizzato un festival sulla rigenerazione degli spazi urbani che vi attende questa sera.

Andrea Signorelli: “Linea Salerno-Reggio: dibattito aperto, ma i cittadini non lo sanno”

Anche a Paola si è aperto il Dibattito Pubblico riguardo al progetto di fattibilità tecnica ed economica della nuova linea Salerno-Reggio Calabria Raddoppio Cosenza-Paola/San Lucido. Un Dibattito Pubblico che vede parte attiva il Comitato speciale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici chiamato ad accelerare l’iter autorizzativo delle opere pubbliche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra queste opere rientra il raddoppio della Santomarco. Il Comitato Speciale esprime il parere sul progetto entro 45 giorni dalla sua ricezione oppure entro 20 giorni dall’invio del progetto modificato. Decorsi questi termini ricorrerà al principio del silenzio-assenso.
A detto incontro ha preso parte una delegazione di Rete dei Beni Comuni. Abbiamo preso visione del progetto inerente il raddoppio della galleria Cosenza/Paola-San Lucido per consentire il transito di mezzi AV, e si rendono necessari alcuni rilievi di natura storica, paesaggistica e ambientale, nonché inerenti la sostenibilità economica e sociale della progettazione presentata.
Preliminarmente è opportuno ricordare l’importanza storica che la città di Paola ha sempre rivestito quale fondamentale snodo ferroviario della Calabria e del Mezzogiorno. La comunità, nei primi anni del secolo scorso, ha registrato una notevole crescita demografica grazie proprio al trasferimento di intere famiglie di ferrovieri provenienti da varie parti di Italia. Una crescita che ha da subito prodotto benefici per l’economia di un paesino rurale con evidenti ritorni in termini di servizi e infrastrutture (tribunale, ospedale, casa circondariale), senza tralasciare gli importanti investimenti in opere strutturali che hanno visto sorgere interi quartieri.
La Ferrovia è una parte della storia identitaria della nostra città che necessita di essere salvaguardata ma soprattutto occorre garantire continuità attraverso efficienti e pensate operazioni di rigenerazione urbana che, più del dato scientifico (rilievi geologici, planimetrie, e così via) tenga conto del giudizio e delle aspettative di una comunità alla ricerca di un nuovo riscatto sociale.
Al fine di evitare fraintendimenti, siamo ben consapevoli dell’importanza strategica di queste opere infrastrutturali e della loro opportunità per un’area come la nostra. Tuttavia, da gruppo consiliare che vive e conosce il territorio, sia consentito innanzitutto evidenziare il metodo utilizzato per l’organizzazione del Dibattito pubblico tenutosi lo scorso 21 luglio presso la Sala consiliare del comune di Paola, in quanto evento non pubblicizzato (sebbene aperto al pubblico) sui canali istituzionali e per cui i diretti interessati (i cittadini che subiranno le procedure di esproprio e di demolizione delle proprie abitazioni) non sono stati coinvolti né tanto meno interpellati. Pertanto, l’intero percorso appare sin da subito deficitario dell’adeguata trasparenza e partecipazione che, considerata la portata del progetto, richiede il maggior coinvolgimento della popolazione.
Risulta importante e imprescindibile rinnovare, a data da concordarsi con l’amministrazione comunale di Paola, il dibattito, aprendo alla reale partecipazione della cittadinanza.
Diversamente sarà premura di questo Gruppo Consiliare promuovere un tavolo tecnico o, in alternativa, chiedere la convocazione di un consiglio comunale aperto agli interventi dei cittadini oppure l’indizione di una conferenza dei servizi.
In merito agli aspetti più propriamente tecnici, pur riconoscendo la validità del progetto in discussione – lo sottolineiamo ancora una volta – occorre osservare la necessaria correlazione del raddoppio della galleria Cosenza-Paola con la realizzazione della nuova linea AV di cui – ancora oggi – i cittadini calabresi non hanno contezza alcuna. Si è dunque proceduto alla localizzazione di questa prima opera sul reticolo catastale dei comuni interessati senza avere una visione di insieme, ovvero se questo raddoppio sarà al servizio di una rete AV che seguendo la linea costiera collega la città di Paola al comune di Cosenza (riqualificando anche l’intera area nei pressi della stazione di Paola) o, di contro, se passando la nuova linea AV nell’entroterra (nei pressi del comune di Tarsia per intenderci) servirà direttamente il territorio cosentino relegando la cittadina di Paola a stazione secondaria di passaggio, perdendo definitivamente ogni rilevanza e centralità.
Inoltre, per come si evidenzia nella Relazione giustificativa delle espropriazioni, che nel solo territorio di Paola, oltre a espropri di terreni, prevede l’abbattimento di decine di abitazioni, gran parte del suolo che sarà oggetto di occupazione per la realizzazione dell’opera e delle relative infrastrutture, nel nuovo Piano Strutturale Comunale, è classificato come “aree per servizi terziari turistici” con evidenti ricadute sul tessuto sociale della nostra comunità.
Gran parte dei lavori prevedono poi l’occupazione dell’area mercatale (adibita anche a elisoccorso) e dei terreni limitrofi.
È chiaro che per una realtà come la nostra, caratterizzata da uno spopolamento che è di gran lunga superiore alla media regionale, la perdita di tali opportunità e servizi, rappresenta una richiesta che eccede ogni ragionevole pretesa.
Inoltre, da una più accurata analisi del territorio sono emerse ulteriori aree di intervento con minor impatto paesaggistico unito al vantaggio del minor costo per la realizzazione dell’opera.
Un’opera così importante e impattante merita la giusta attenzione da parte di tutti i soggetti coinvolti direttamente e indirettamente e chiediamo la convocazione di una nuova riunione per valutarne aspetti e alternative nell’interesse della miglior riuscita del progetto e del raggiungimento di tutti i suoi obiettivi.

Questa sera a Paola il festival “C’è un mondo che si muove”

Rigenerare spazi, culture e identità attraverso modelli di sviluppo per la cultura, il turismo, il commercio e l’economia della nostra città. È questo lo spirito del festival C’è un mondo che si muove promosso dal gruppo consiliare Rete dei Beni Comuni insieme a Rigeneriamo Paola. Un luogo di discussione che in questa seconda edizione vedrà la partecipazione di Giuseppe Suriano, fondatore progetto albergo diffuso Ecobelmonte, Francesco Cassano, architetto responsabile del piano di recupero del Centro Storico di Paola, Francesco Napoli Presidente della sezione Calabria della Confederazione Italiana della Piccola e Media Industria e con la partecipazione di Andrea Signorelli, consigliere comunale. La serata, spaziando tra interviste e momenti musicali a cura di Francesco Zappone (chitarra) e Francesco Cannata (tastiera e voce), sarà presentata da Roberto Pititto e Ilaria Ganeri.
Albergo diffuso o Paese albergo è un modello di rigenerazione urbana che riesce a coniugare la promozione turistica con la necessità del recupero e della messa in sicurezza del centro storico. Il tutto con importanti ricadute sul commercio e l’economia della nostra comunità.
Un po’ casa e un po’ albergo, questa idea progettuale si sviluppa tra i vicoli della parte antica di Paola trasformati in luoghi di aggregazione, la riapertura delle botteghe di un tempo e le stanze di questo albergo suddivise in vari immobili del centro storico. L’albergo diffuso, in altri contesti, si è rivelato particolarmente adatto per valorizzare borghi di interesse artistico o architettonico, che in tal modo possono recuperare e valorizzare vecchi edifici chiusi e non utilizzati che al tempo stesso possono creare nuove opportunità di lavoro.
Vi aspettiamo questa sera, domenica 7 agosto, alle ore 20:00 presso la Villa Comunale di Paola, per un viaggio all’insegna dell’identità e dell’innovazione.


Gedac

Redazione

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