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Attualità

CGIL: attenzione su SII e organismi di monitoraggio della discriminazione sul lavoro


Edil Merici

Prosegue il monitoraggio delle attività della Regione Calabria da parte della Confederazione Generale Italiana del Lavoro che chiede di utilizzare i Contratti Istituzionali di sviluppo per migliorare il Servizio Idrico Integrato calabrese e, attraverso la Federazione Italiana Lavoratori Chimica Tessile Energia Manifatture chiede di far funzionare gli organismi regionali già esistenti.

“Si utilizzino i CIS per migliorare il SII”

La fase che sta attraversando il SII in Calabria è alquanto complessa e articolata e, pertanto, necessita di interventi concreti e lungimiranti sul terreno dell’ingegneria organizzativa e di governance, nonché di natura economica e sociale.
Le sfide che attengono questo Servizio di pubblica utilità e, per questo motivo definito essenziale, sono tante e difficili: transizione energetica e ambientale, cambiamenti climatici, siccità ma anche mancata governance e investimenti inesistenti in infrastrutture e reti sono solo alcune questioni che andranno affrontate con misure muscolari e risolutive.
Tuttavia, oggi, la Calabria, pur facendo registrare ritardi trentennali sul comparto, avrebbe, condizioni di contesto favorevoli sia in termini legislativi sia finanziari per poter migliorare adeguatamente e proficuamente il sistema. Tali vettori di sviluppo, però, andrebbero sostenuti da una forma di governo adeguata e con visione prospettica che, purtroppo, alle nostre latitudini non è condizione scontata; basti ricordare la perdita delle ingenti risorse previste dal programma React EU, che ha visto sfumare l’impiego di ben 104 Milioni di euro da investire sulle reti di distribuzione dei Comuni con il conseguente teatrino  delle responsabilità istituzionali più volte denunciato dalla nostra Organizzazione.
Ora si tratta di accelerare il percorso tracciato dalla legge regionale con l’individuazione del Soggetto Gestore Unico per il SII e il relativo affidamento del servizio alla rinnovata Società Risorse Idriche Calabresi, condizione essenziale per attivare il sistema idrico integrato e utilizzare risorse derivanti dalle misure Europee, Nazionali e Regionali.
Una delle misure è certamente legata all’utilizzo dei CIS, nello specifico le risorse previste per il CIS acqua bene comune che valgono nel complesso circa 1 miliardo di euro relativi ai Fondi Sviluppo e Coesione 2021-27 e una quota derivante dalle risorse della perequazione infrastrutturale.
In tal senso ci preme segnalare a tutti i possibili soggetti attuatori, in primis Regione e Ente di Governo d’Ambito ma anche Gestori, Consorzi di bonifica e Comuni una buona notizia: ovvero che il termine per presentare proposte progettuali sulla misura del CIS acqua bene comune è stato prorogato dal 15 settembre al 10 ottobre 2022 proprio per rispondere alle richieste delle regioni in questo senso.
Per queste ragioni, ma anche perché crediamo che la Calabria abbia necessità di cambiare al più presto i razionali del SII, partendo dall’utilizzo delle risorse disponibili, chiediamo con forza al Governatore Roberto Occhiuto e all’Assessorato di riferimento, unitamente agli altri soggetti interessati, di convocare il tavolo istituzionale permanente relativo al CIS acqua bene comune al fine di avviare un confronto proficuo per lo sviluppo sostenibile e sul tema delle risorse idriche calabresi, puntando per l’intero Comparto lavorativo alla qualificazione, formazione e salvaguardia occupazionale e allo stesso tempo perseguendo la possibilità di creare nuovi posti di lavoro con profili di alta qualità professionale, in grado di rispondere alle sfide dell’innovazione tecnologica e al contestuale miglioramento del servizio idrico pubblico.

Discriminazioni sul lavoro: “Si facciano funzionari gli organismi esistenti anziché istituirne di nuovi”

In queste ultime ore abbiamo appreso, per le vie informali, della proposta di Legge Regionale Osservatorio regionale contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro a firma del Presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso.
In considerazione che dal relativo testo si evince che la proposta mira  alla costituzione di un Osservatorio regionale che in gran parte avrebbe compiti di monitoraggio in materia di salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione rischi di infortuni, malattie professionali e simili e dovrebbe essere costituito da soggetti che già fanno parte del Comitato Regionale di Coordinamento sicurezza nei luoghi di lavoro, di cui al Decreto Legislativo nº 81 del 9/4/2008, articolo 7, e al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21/12/2007 e con gli stessi compiti, così come istituito e previsto dalla Deliberazione di Giunta Regionale nº 852 del 29/12/2010, riteniamo che, pur apprezzando ogni iniziativa in materia di discriminazioni nei luoghi di lavoro, da concordare con le parti sociali e su materie afferenti la sicurezza sul lavoro, prevenzione, comunicazione, formazione, informazione, assistenza, vigilanza e analisi del fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, di fatto risulta essere già costituito un Comitato Regionale in seno alla Presidenza della Giunta Regionale e del Dipartimento Regionale per la tutela della salute.
Inoltre, per quanto attiene le tematiche relative alle discriminazioni nei luoghi di lavoro con riferimento alle questioni delle pari opportunità per lavoratrici e lavoratori e per la vigilanza del principio di non discriminazione, si rileva che, in base alla Legge 125/1991 e del successivo D.Lgs 198/2006 sono compiti e funzioni esclusive afferenti alla  Consigliera di parità della Regione Calabria.
Ci spiace, quindi, constatare che, invece di fare funzionare gli organismi già esistenti, si propone l’istituzione di duplicati che, tra l’altro, non coinvolgono nemmeno per intero tutti i soggetti istituzionalmente deputati alla trattazione delle tematiche sulla prevenzione e sicurezza sul lavoro e della non discriminazione, così come invece previsto dalla detta Delibera di Giunta regionale e dalla conseguente attuazione istitutiva del Comitato Regionale di Coordinamento sicurezza nei luoghi di lavoro e del ruolo della Consigliera di Parità.
Si coglie l’occasione, senza volere risparmiare le responsabilità sia dell’attuale governo regionale che a quelli precedenti, di denunciare che da anni il detto Comitato non viene convocato nonostante le ripetute richieste sindacali unitarie, effettuate sia in occasione di infortuni mortali sia durante il periodo della Pandemia.
Infine riteniamo di lanciare un grido di allarme nei confronti del Governo Regionale e del suo Presidente impegnando lo stesso a promuovere la  convocazione del Comitato Regionale di Coordinamento sicurezza nei luoghi di lavoro in considerazione che, dai dati dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione degli Infortuni sul Lavoro, anche in Calabria si registra un aumento degli infortuni sul lavoro e dell’insorgenza delle malattie professionali, nonché un confronto sulle tematiche delle discriminazioni e delle pari opportunità.


GRF

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