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Politica

Patto per il Cambiamento: “Dalla destra niente di concreto per Reggio Calabria”


Edil Merici

Da Patto per il Cambiamento

“C’erano un vibonese, un cosentino e uno stefanita che volevano cambiare Reggio Calabria. Sul cabaret andato in scena a Piazza Duomo, la piazza del celeberrimo rapporto alla città del sindaco Pietro Battaglia, un velo di tristezza è calato sul volto di quanti hanno dovuto, ancora una volta, assistere alle mire di conquista dell’asse Catanzaro/Vibo-Cosenza sull’unica città metropolitana della Calabria che, ogni giorno, suda e lotta per rimettersi in piedi dopo lo sfracello amministrativo che ha quasi portato al fallimento finanziario del Comune e al successivo scioglimento per mafia”. Così, in una nota, l’analisi del Patto per il Cambiamento al termine della manifestazione di Forza Italia a Piazza Duomo.
“Di certo non possiamo accettare lezioni da Giuseppe Mangialavori e Roberto Occhiuto, né tantomeno dal deputato Francesco Cannizzaro che, incredibilmente, sceglie la via del comizio a campagna elettorale finita e a risultato acquisito. Prima delle urne non ha mai detto cosa avrebbe voluto fare per la città e ancora nulla si sa dei programmi sui quali poggia la sua riconferma a Montecitorio. Eppure Cannizzaro, spalleggiato dai sodali di partito, adesso si fa vivo per presentare il conto, ringraziare il collegio e dire quanto è stato bravo, tanto da convincere la larga fetta di elettorato che va da Fratelli d’Italia al polo dei moderati. Già, non fosse stato per l’onda travolgente della formazione di Giorgia Meloni, Cannizzaro si sarebbe trovato a raccogliere le briciole di un’elezione che vede il centrodestra maggioranza in Parlamento ma non nel Paese, tantomeno a Reggio Calabria. In un contesto in cui chiaramente la peggiore destra di sempre non potrà in alcun modo rappresentare il popolo dei moderati.
“Oltre al consueto e solito veleno sputato addosso al centrosinistra, cosa ci ha raccontato di nuovo il trio delle meraviglie? Niente che possa far rifiatare l’economia reggina e ridare speranza a una città umiliata e offesa da chi è un fuoriclasse solo a parole. Indimenticabile, infatti, rimane l’unico motivo di vanto che Cannizzaro ha potuto ascrivere al suo recente passato da parlamentare: i 25 milioni per l’aeroporto Tito Minniti annunciati nel 2018 e che dovevano essere spesi tra il 2019 e il 2020.
“Altri argomenti non ne sono venuti fuori. Eppure avremmo favorevolmente accolto chiarimenti, per esempio, sul corso delle indagini rispetto a uno dei fatti più inquietanti dell’ultima campagna elettorale: la sparatoria di mezza sera che ha messo a repentaglio la vita di un parlamentare e che ha fatto ripiombare la città in anni tristi e bui.
“Avremmo volentieri ascoltato una dichiarazione – mai pervenuta – sulla chiusura indebita dell’ospedale di Scilla e sui tanti problemi della sanità regionale, sui fantomatici medici cubani e sulle mancate assunzioni di quelli calabresi. O ancora sul trasferimento, da parte della Regione, delle deleghe e delle funzioni dovute alla Città Metropolitana, sul perché si sia scientemente o maldestramente deciso di escludere dai Contratti Istituzionali di Sviluppo ogni progetto della città di Reggio Calabria; cosa si stia facendo, in concreto, per sbloccare il ciclo integrato dei rifiuti ingolfato da una legge regionale che ha accentrato ogni potere nelle mani di una Multiservizi.
“Invece, abbiamo dovuto riscontrare l’ennesima passerella volta ad assecondare l’esuberanza dei propri acclamatori e rinvigorire il petto dei fedelissimi in maglietta azzurra. Uno spettacolo impalpabile, inutile per Reggio e i reggini, un palcoscenico pronto a evaporare in attesa delle prossime elezioni. Non resterà nulla di questa commedia quando a parlare sono figure interessate al proprio ego e tornaconto personale. C’è poco da festeggiare e tanto, tantissimo, da lavorare. Ci attendono sfide epocali e salvifiche, appuntamenti fondamentali per il territorio che impongono serietà e concretezza. Sui banchi delle Camere ci si sieda per operare e farlo bene. Senza più autoscatti e vacue messe in scena.”

Foto di Salvatore Dato


GRF

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